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Semi di zucca e papavero…..

Dicembre 04
23:00 2008

Lo spostamento naturale dei popoli e la necessità di svolgere e ricoprire ruoli da noi ritenuti non più adatti evidenziano il conflitto che nasce con i fratelli d’altre terre, facendo così riaffiorare il delicato tema del razzismo. La nostra memoria, privata d’identità e dignità, ripete e colpevolizza gli altri dei propri errori facendo riemergere la sindrome d’Acab che conduce al “sonno della ragione” ed alla civile morte della Repubblica. Nonostante ciò non si può dimenticare il sacrificio dell’italiano Nicola Sacco e del suo amico Bartolomeo Vanzetti, che negli anni Venti del secolo scorso furono condannati a morte negli Stati Uniti e giustiziati nel 1927 sulla sedia elettrica per crimini mai commessi! Storiche le parole di quest’ultimo come risposta al verdetto di condanna a morte: «Sono innocente, in tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato, non ho mai versato sangue umano io, ho combattuto per eliminare il delitto, primo fra tutti lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo e se c’è una ragione per la quale sono qui, è questa e nessun’altra». Dopo quasi ottant’anni abbiamo imparato la lezione che ci viene da questi italiani? Ci siamo mai immedesimati negli immigrati che hanno dato la vita nel nostro Paese per alcuni di noi? Rivolgendosi al tribunale prosegue Vanzetti parlando di Sacco «…Quando le sue ossa non saranno che polvere, signor Thayer, e le vostre istituzioni non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome, il nome di Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente». Oggi noi condanniamo gli “ospiti” perché rovistano nei secchioni dell’immondizia dimenticando che agli inizi del ‘900 anche alcuni italiani si trovavano nelle stesse condizioni. Chi è il capro espiatorio allora?.. Ecco ancora le parole di Vanzetti: «Una frase, una frase signor Katzmann mi torna sempre alla mente – “Lei signor Vanzetti è qui nel Paese di Bengodi per arricchire” – Una frase che mi rallegra, non ho mai pensato di arricchire, non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando, sto soffrendo e pagando per colpe che effettivamente ho commesso, perché sono anarchico, “e me sun anarchic” perché sono italiano, ed io sono italiano…» Seppur dopo moltissimi anni gli americani hanno infine riabilitato la figura di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, noi invece senza riflettere torniamo da capo, emanando leggi contro chi rovista nei secchioni dell’immondizia. Termina Bartolomeo Vanzetti rivolto a Nicola Sacco: «Noi dobbiamo ringraziarli amico mio, senza di loro saremmo morti come due poveri sfruttati e… mai, mai in tutta la nostra vita abbiamo potuto sperare di far tanto in favore della giustizia, della tolleranza e della comprensione fra gli uomini!».

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