Notizie in Controluce

La Socrates è una piccola casa editrice di Roma dalle idee molto chiare: produrre solo libri di qualità. Ne è ufficialmente responsabile la signora Louise Read, che della Socrates, è l’anima viva, il motore di tutto.
D – Da non molto si è conclusa a Roma la fiera della piccola editoria, il cui comunicato stampa parla di oltre 56mila visitatori. Quali i commenti dal punto di vista di un’editrice?
R – Il pubblico effettivamente è stato numeroso e interessato. La fiera resta sempre una bella occasione di incontro fra libri e lettori.

D – Il tuo libro Neve, fango per dissetarmi del greco Kanellopulous, presentato proprio alla Fiera, ha avuto un ottimo successo. Ce ne vuoi parlare?
R – Il libro è nato dalla lettura di un diario commovente scritto negli ultimi due mesi di vita da un eroe della guerra civile greca, prima di essere ucciso nella primavera ’49. Dobbiamo ricordare che la religione greco-ortodossa avvicinava i greci più alla Russia che all’Occidente. I pensieri molto commoventi di un combattente che mai si pente della sua scelta, coerente anche se fallimentare, e che ricordano le parole della canzone di De André, sono un’occasione per far luce su un periodo della storia greca fondamentale per capire come è nata l’Europa. Questo mix lirico-storico sta avendo molto successo.
D – Sono convinta che la Socrates, con la pubblicazione di autori stranieri inediti in Italia, abbia una funzione importante di apertura alle culture di altri Paesi: penso al nigeriano Ken Saro-Wiwa, al finlandese Numminem, alla nippo-canadese Hiromi Goto. A molti lettori hai fatto conoscere autori stranieri di cui altrimenti non avremmo saputo nulla. Perché questa scelta?
R – La collana ‘Paesi, parole’ è nata nel 1999, dopo quella ‘Galleria delle arti’ in cui si chiedeva a un artista di parlare di sé, e i libri ormai esauriti di Keith Jarrett, di Hugo Pratt, di Wim Wenders, curatissimi e con molte immagini, mi sono ancora richiesti. La nuova collana, pur con generi diversi, ha in sé elementi di provocazione con argomenti quali il petrolio, il sesso, l’alcolismo, la donna e la religione, la guerra, la droga; ma ha anche parole, cioè letteratura alta, per far sì che si possa amare questi libri malgrado l’argomento.
D – A parte Foresta di fiori di Ken Saro-Wiwa, qual è il libro che ti ha dato maggiori soddisfazioni?
R – Mr Nice, con 23mila copie, per un po’ mi ha finanziato gli altri libri; e poi l’autobiografia del professore di Oxford che diventa trafficante di hashish è troppo divertente. Ora però c’è un romanzo, definito un capolavoro di narrativa e poetica da Il Venerdì, un gioiello scritto dal francese Christian Bobin, Folli i miei passi, che fa a gara con Giovane Adamo, Il suono della mia voce.
D – Scegli i tuoi autori attraverso viaggi o segnalazioni di amici stranieri?
R – Ho studiato e vissuto all’estero e ho conservato l’amicizia di molte persone che mi danno suggerimenti sui libri provocatori e dalla scrittura particolare che cerco. Inoltre amo da sempre viaggiare, soprattutto da sola, e dai miei viaggi spesso porto nuovi autori.