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Soldi, soldi, soldi

Soldi, soldi, soldi
Aprile 24
07:48 2012

soldiI fatti si ripetono. Viene sempre confermata l’ipotesi che i ricambi generazionali sono aborriti dalla classe dirigenziale e politica italiana. In Italia abbiamo: la più vecchia classe dirigenziale, il più alto tasso di corruzione politica; nepotismo nel mondo del lavoro; lottizzazione delle attività produttive a partecipazione statale; disinteresse sociale per favorire lobby di appartenenza o sacche di voto;

personalizzazione della politica a discapito delle idee e delle proposte; controllo territoriale politico per interessi personali; utilizzo di denaro pubblico a scopi privati. L’illusione di onestà resta solo un discorso di piazza per l’esaltazione dei militanti. Certo ci sono i distinguo, ma soltanto nel rapporto quantitativo di compromissione delle rappresentanze politiche. La vicenda Lusi – Margherita è la punta di un iceberg che si sta sciogliendo mentre raggiunge le acque calde. La vicenda Lega non è che la conferma dell’acqua calda: riempiendo un secchio d’acqua esposto al sole questa si scalda. Riempiendo i partiti di soldi questi si liquefano nella ragnatela di rimborsi tessuta dai politici. Sarebbe interessante sapere dove sono finiti i milioni acquisiti da tutti i partiti attraverso il ‘rimborso’. Dal 2008 hanno incassato 2,5 miliardi, ma ne hanno spesi solo 579 milioni, gli altri sono ‘spariti’. Cos’altro devono inventare i partiti per farci comprendere lo sfascio sociale? Non si limitano a governare la vita dei cittadini, se ne sono appropriati. La nostra reazione si limita allo sdegno, alla condanna, ma ogni mattina ci alziamo e continuiamo a mantenere uno Stato politico che ci ha rubato tempo, denaro, diritti. I cittadini sono succubi ai politici che elargiscono beni per racimolare voti. Ad ogni elezione assistiamo allo scandalo delle cene. Quanti hanno banchettato dicendo «tanto pagano loro, mica lo devo votare». Ora ci siamo accorti che non pagano loro, ma noi, rubando nelle nostre stesse tasche firmando una scheda in bianco nella mano del politicante di turno.

Dopo il referendum che aboliva il finanziamento pubblico ai partiti, si è trovato un escamotage per aggirare il problema, violando la volontà del popolo sovrano. In un consenso-assenso i partiti incassano la quota, e nel disinteresse dei cittadini e l’interesse dei partiti, nel tempo l’incasso lievitava al di là del reale costo affrontato per competere nelle elezioni. I grandi partiti si sentono offesi dalla richiesta di chiarezza, le opposizioni cavalcano la tigre dopo aver banchettato negli anni. Sembra che la colpa cada sui cittadini, che a gran voce chiedono il rispetto del referendum, e la restituzione del non dovuto. Chissà se l’ABC della politica avrà quantomeno il buon senso di chiedere scusa, per una torta sfuggita al controllo di qualità. A sentirli parlare sembrano arrivati oggi, e che gli eventi di questi venti anni non li abbiano quanto meno intaccati. La casta vive in un contesto completamente distaccato dalla realtà giornaliera dei cittadini.

Personalmente sono favorevole al “rimborso elettorale”. Presenti le spese affrontate per le “elezioni” (no cene), ti rimborso l’80%, il 20% lo restituiscono gli eletti. I congressi faraonici, le sezioni sfarzose, i convegni in palazzetti o grand hotel, te li paghi con le tessere ed i soldi (non pochi) degli eletti. In questo contesto è opportuno risolvere anche il problema “manifesto selvaggio”. La casta dal ’96 ad oggi, con mossa bipartisan, prova ad evitare le sanzioni, ammontanti a milioni di euro, a suon di condoni. Solo nelle ultime elezioni comunali a Milano, sono state emesse sanzioni per un ammontare complessivo di 6 milioni e 156 mila euro. Non solo vengono spesi senza pudore i nostri soldi, ma si pongono al di sopra dei cittadini, che sono costretti a pagare multe e sanzioni o subire l’intervento di Equitalia.

Ascolto già le critiche ed il vociare dei politici, l’antipolitica espressa è più pericolosa che qualsiasi forma di qualunquismo. Ma chi è anti politico, se non gli stessi che tutto gestiscono meno che la vita politica italiana? Da una prassi ormai consolidata (ritengo dopo il famoso boom economico) viviamo da scandalo a scandalo una sopraffazione della politica nel contesto della società. La frase più comune tra gli italiani è sicuramente: io cosa posso fare? Forse svegliarmi? Forse sapere che gestire la mia vita non è scambiare voto con piaceri, bensì avere il diritto di …? Se anti politica significa rispettare i diritti degli altri, esprimere le proprie idee senza essere emarginati, sono orgogliosamente anti politico.

Il carico sociale si sta facendo insostenibile, i giochi perpetrati dai partiti e dai governi precedenti hanno cementato le basi di un solido debito pubblico. Speravamo (e forse ancora speriamo) che un governo tecnico sarebbe uscito fuori dal gioco politico del voto di ritorno, che avrebbe affrontato ciò che i partiti non potevano fare per difesa di parte, ma tutto sembra procedere secondo le buone tradizioni nostrane. Prelievi, riforme e carico fiscale trovano terreno fertile tra i lavoratori, i pensionati e lavoratori autonomi che hanno sempre rispettato le regole.

Caro Monti, è proprio necessario spendere altri 16 miliardi per 131 caccia F-35 Jsf? Non dimentichiamo che nella nostra costituzione l’articolo 11 dice: «L’Italia ripudia la guerra come strumento …» Caro Monti, siamo in attesa di qualche segnale.

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