A ccomme stéa rincoglionito, ‘o Guero, ‘n potéa manco parlà p’’o mar de diénti: «Tanto dolore, Peppe mio, nu’ ll’ero sentito mmai, pigliesse ‘n accidenti!” “Fa’ comme faccio io –
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Che pace e che mistero ogni madina quando t’arizzi presto e n’atro giorno t’ellumina ‘a giornata. Prima n’sapeo mai se ce stea ‘o sole, se era nuvoloso o se pioea;
C’è chi nasce per fare arte e chi per promuoverla e sostenerla. L’Associazione Culturale Colle Ionci nella figura di Valeriano Bottini rappresenta punto di riferimento per chi l’arte la pratica per talento e per passione, e non saprebbe dove altro rivolgersi per trovare un supporto di natura morale e materiale per portare avanti la propria vocazione.
Te metti sempre a sedè (Stai sempre seduta) sopre a chella portrona (su quella poltrona) e guardi ‘o foco che piano piano (e guardi il fuoco che piano piano) te
Peppaccio mio, ma ttenghi settant’agni… comme te ‘nnè a sposatte una de venti? Tu ammàggina u’ mmenuto: fra vent’agni tu sta’ a novanta, brutto, senza dienti, e essa sta a
Nell’ambito della mostra dello scultore Giuseppe Cherubini, le cui opere in legno, pietra e bronzo sono rimaste esposte dal 12 al 24 dicembre nella Sala delle Lapidi del palazzo comunale, si sono svolti alcuni incontri tra autori di poesie e studenti delle scuole medie e superiori, secondo l’idea e il desiderio di Cherubini di far coincidere le diverse espressioni artistiche per una visione più ampia sul senso dell’arte.
Prosegue il percorso a tappe dell’Operazione Forty Fingers – Musiche da vedere, dopo la prima Rassegna Pianistica Internazionale condotta felicemente a termine in collaborazione con il Kulturni Centar Beograda nel novembre del 2008 a Roma e a Velletri e nell’aprile del 2009 a Belgrado.
La personale del Maestro Giuseppe Cherubini, inaugurata il 12 Dicembre nella Sala delle Lapidi del Comune di Velletri è stato un evento toccante e significativo. Mons. Vincenzo Apicella, vescovo della Diocesi di Velletri-Segni, scrive di Lui: «La radice da cui tutto ciò proviene non può che essere che una fedele solida come i materiali che scolpisce e una visione religiosa del mondo e della vita, che è come l’atmosfera in cui si muovono i suoi personaggi e le sue rappresentazioni».
Drendo a ‘no sgabuzzino, a n’angoletto, sta areposta ‘na machina pe’ cuci’, m’ha regalata madrema. S’ha crompo’ che tenea 17 agni, pecchè se stea a ‘mparà a fa a sartora.
Due inglesi, un norvegese, un peruviano, ed altri sette pellegrini di diverse parti d’Italia, hanno ricevuto l’11 ottobre 2009 dal Cardinale Angelo Comaschi sul pronao della Basilica di S. Pietro a Roma il Testimonium. Il Testimonium è una pergamena attestante il compimento del loro pellegrinaggio a piedi di 100 km che li ha portati a Roma.
Alla presenza del Coordinatore Gianfranco Arciero, del Coordinatore didattico Massimo Cutrupi, della responsabile dell’ottimizzazione Nadia Botticelli e dell’Assessore Carlo Guglielmi, si è concluso nel Casale Malatesta il primo Corso di reportage e giornalismo fotografico organizzato dal Centro Studi e Ricerche sulla cultura visuale e sui linguaggi della comunicazione.
Vedènno che all’arbero de cerasa ce se stéa a rampricà ‘n gesocristone, Piccioncino piglià e rescì de casa e ì allucchènno: “Scegni, birbaccione!”. Chillo, che ‘ntanto s’era sgofenato tutte ‘e
Abbiamo già parlato della Compagnia dell’anello al naso, ospite del laboratorio artistico di “Aquerò”, associazione che si proclama libera e indipendente e impegnata a favorire lo spirito di socialità e solidarietà nel mondo giovanile. Formata da una ventina di ragazzi e ragazzini che vanno dai dieci ai quindici anni, la compagnia affidata principalmente ai soci fondatori Alessandro Gentili e Emanuela Elisei si è imposta in breve tempo all’attenzione del pubblico
Oggi, 21 settembre 2009, è stata una importante giornata per la Pro Loco Velitrae. È stato raggiunto un importante obiettivo: quello di renderla maggiormente visibile e di poter quindi espletare il suo servizio, grazie allo spostamento del manufatto da piazza Martiri di Ungheria a Piazza Garibaldi a Velletri.
A Forgenzio “Baffi de fior de fero” tutte ‘e notte glie énno a fregà ‘e pera. Mó ‘n bello ggiorno
Peppe de “Sturba ‘a gliuna” stette male e glie piglià de botto ‘o mar de panza: – Oddìo oddìo, portéteme
S’arecconta che ‘n fargo velletrano arecazzènno drento a ‘na formella, trovà u’ llumino, e ‘o passà co’ ‘e mano tre