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Teatro Tordinona – URGENZE

Teatro Tordinona – URGENZE
Maggio 17
14:52 2017

Dal 18 maggio al 4 giugno
Teatro Tordinona
URGENZE
“Pagina bianca.
Block notes.
Matita. Penna.
Ticchettio.
Scrivere.
Blocco. Vino. Ricominci.
Non puoi non scrivere.
Capita anche a te che quello che scrivi cammina già sul palco?
Odora già di spettacolo?
È un’Urgenza?”
Francesca R. Miceli Picardi
Dal 18 maggio al 4 giugno al Teatro Tordinona di Roma viene presentata la rassegna/concorso URGENZE, nata da un idea di Francesca Romana Picardi Miceli, autrice, regista e attrice, qui sostenuta e coadiuvata da Ulisse Benedetti, Lara Panizzi e Marianna Stoico. A lavoro per più di un mese per dare vita ad un Festival autoprodotto che potesse dare voce ad autrici ed autori e alle loro “Urgenze”. Più di 110 testi arrivati per questa prima edizione, e soltanto dodici compagnie scelte, che di Mara Venuto con Francesca Passantino, Vladimir Voccoli e Emanuela D’Addario verranno presentate al Teatro Tordinona con il seguente calendario:

18 Maggio ore 21 Sofia di Paolo Amici e Patrizio La Bella con Tiziano La Bella e Patrizio La Bella

19 Maggio ore 21 La Vita InAttesa di e con Pino Grossi

20 Maggio ore 21 Avemmaria di e con Emilio Nigro

21 Maggio ore 21 Nel mio paese di Giuseppe Adduci con Giampietro Liga

26 Maggio ore 21 Tutto a suo nome di Alessandra Schiavoni con Andrea Zanacchi

27 Maggio ore 21 Telè di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio con Arturo Scognamiglio

28 Maggio ore 18 Fino al cielo risuona di Giselda Palombi con Alessia De Bortoli e Giselda Palombi

28 Maggio ore 21 Ti maledico di e con Paola Tarantino

1 Giugno ore 21 Il ritorno di Giesù di e con Michele Palmiero

2 Giugno ore 21 The Monster

3 Giugno ore 21 Lo Inferno di e con Claudio Sportelli e Nathalie Bernardi

4 Giugno ore 21 Sotto i girasoli di Davide del Grosso con Davide del Grosso, Francesco Errico e Andrea Lietti

I nostri Giurati:
Daria Veronese, Vania Castelfranchi, Valentina Martino Ghiglia, Ilaria Guidantoni, Sissi Corrado, Eliana Naddeo, Fabio Pontecorvo, Emilio Barone, Paolo Triestino, Alessandra Cotogno, Cecilia Bernabei, Francesca Satta Flores, Paolo Iacobazzi, Irene Ranaldi, Danila Blasi, Marina Carteny.

Mediapartnership di Urgenze 2017: MapMagazine giornale freepress di cultura e intrattenimento che verrà diffuso al pubblico partecipante. Sarà presente l’editore del magazine Pier Paolo Mocci.

Il 6 giugno verranno proclamati i vincitori del Festival.
Due i premi in palio: Premio miglior testo e spettacolo: 6 giorni per la messa in scena dello spettacolo presso il Teatro Tordinona (pieno incasso per la Compagnia); Premio miglior testo: 3 giorni per la messa in scena dello spettacolo presso il Teatro Tordinona (pieno incasso per la Compagnia)

Per Info e prenotazioni urgenze2017@gmail.com

dal 18 maggio al 4 giugno 2017
TEATRO TORDINONA
SALA STARSBERG
Via degli Acquasparta, 16
info: 06.7004932

costo del singolo biglietto 10 Euro
Abbonamento a quattro spettacoli: 25 Euro
Abbonamento a dodici spettacoli : 75 Euro

Ufficio stampa Teatro Tordinona
Carla Romana Antolini crantolini@gmail.com

SINOSSI SPETTACOLI
18 Maggio ore 21 Sofia di Paolo Amici e Patrizio La Bella con Tiziano La Bella e Patrizio La Bella
luci Matteo Cricenti, scenografia Lorenzo Catello

Remo Fiacca è un uomo colto e solo di sessant’anni, che pur con tutte le sue paranoie fino a un certo punto della propria vita è riuscito a condurre un’esistenza cosiddetta normale raggiungendo anche qualche soddisfazione personale. Un evento però ha esasperato a tal punto le sue ossessioni tanto da costringerlo a chiudersi in casa per anni e anni; attraverso il dialogo con un personaggio misterioso , uscito dal nulla e che sembra conoscerlo alla perfezione, si risalirà a quell’evento che ha determinato il punto di rottura nella vita di Remo.

19 Maggio ore 21 La Vita InAttesa di e con Pino Grossi

Un uomo si racconta, racconta della sua vita in…attesa, ha con se poche cose… “troppi oggetti…troppi ingombri” le trasporta in una scena spoglia che si popolerà via via dei suoi ricordi, quelli che ha voluto e dovuto fermare…ma è proprio nel “fermarsi” che ha trovato il suo senso, mi fermo e basta allora riesco a non oscillare più…”in quello spazio mentale e sentimentale che l’ha condotto a riordinare la sua vita scandendola in alcuni dei grandi avvenimenti intimi che appartengono ad ogni individuo. Mentre vive dei giorni che passano…“la sua vita in attesa” inattesi alcuni temi si affacciano alla mente e lui li percorre ritrovando i suoi giochi bambini che si interrompevano perché i corpi restavano immobili… “se ne stava lì ferma senza muoversi e aspettavo aspettavo che da un momento all’altro si alzasse…” ma quei giochi bambini si interrompevano anche perché la vita che cresceva reclamava il suo spazio… “una giovane ragazza sempre in volo come una freccia…” e lui è li che osserva trattiene a sé i gesti e i profumi, li fa scorrere nel tempo…“un tempo che non è più un tempo che consuma…” e nel sangue quello che resterà sconosciuto…

20 Maggio ore 21 Avemmaria di e con Emilio Nigro
Da questa parte del Sud, le storie hanno scenari predestinati. Nessuna possibilità di scelta. La strada, la malacompagnia, gli “amici”, il potere. Il protagonista non ha nome. Potrebbe essere chiunque. Potremmo essere noi, di questa parte del Sud. Ha i nervi consumati, il linguaggio lo dice. Ha il corpo stritolato, come la sua terra dai poteri forti: Chiesa, Malavita, Stato. Uno stato rappresentato metaforicamente dalla famiglia, prima cellula di somministrazione degli ingabbiamenti sociali. Fili per marionette. Indottrinamenti dalle conseguenze irreversibili. E le strade sono obbligate. Le uniche possibili. Con santi a cui votarsi e etichette in fronte. La trasposizione sul palco perché ci si riconosca, osservando, nel proprio destino di uomini. Un destino, a certe latitudini, segnato. Per prendere coscienza, per liberarsi, emozionarsi. Perché bisogna sapere, per non incappare ancora. Un solo personaggio, la sua storia, il suo destino. E una statua della madonna, la madre… Nello scenario (in)visibile di una terra di Sud teatro di queste realtà. Da una storia vera.

21 Maggio ore 21 Nel mio paese di Giuseppe Adduci con Giampietro Liga

C’è un luogo nell’Occidente civile da cui un camionista parte, e arriva. Così fanno i camionisti: vanno e vengono. Sono ponti. E quando va sente sulla centinatura del camion che vi si appendono le scimmie, e si infilano anche dentro, e anche sotto. Sono scimmie, sono ombre. Sono uomini. E quando torna, nell’Occidente civile, per errore viene preso per una di quelle ombre, scimmie, uomini… e viene mandato a raccogliere pomodori. Tutto il giorno, giorni e giorni, ore e ore, senza un soldo, insieme a tanti altri uomini ombra. Schiavi. Oggi, Duemilaquattordici, nell’Occidente civile. Nel mio paese. Nel mio paese è uno spettacolo sull’emigrazione. Uno spettacolo che ha uno sguardo stupito su quanto avviene intorno al tema, ma soprattutto su come avviene. È il punto di vista di una persona comune, inizialmente mal disposta a sovrapporre alla sua condizione quella ancor più disagiata di chi arriva con lo stomaco vuoto e un’alta percentuale di volerlo riempire a suo discapito. È il punto di vista di una persona che viene suo malgrado proiettata in un mondo che pareva appartenere alle fiction televisive e che invece si concreta in tutta la sua crudezza intorno a sé. Tutto sommato, Nel mio paese, è la storia di un’amicizia.
26 Maggio ore 21 Tutto a suo nome di Alessandra Schiavoni con Andrea Zanacchi
Un uomo sta seduto su una poltrona e consuma la sua colazione da un’enorme tazza di latte, interrotto da continue telefonate di inopportuni ed insistenti venditori. Tutto quello che lo circonda, compresa la casa nella quale vive, è a nome di sua madre, “il suo unico ammortizzatore sociale”, come la definisce lui stesso. E’ un ingegnere di 37 anni, disoccupato da due, dalla mente brillante ma privato di qualunque aspettativa sul futuro, che si ritrova a vivere una situazione paradossale e di lucida follia pur di sopravvivere. Il progetto del suicidio, disturbato dalle incursioni telefoniche di una vicina sospettosa e invadente, la rivelazione che la madre, in realtà morta da tre giorni, giace nella cella frigorifera, sono gli appuntamenti tragicomici della pièce teatrale.
“Il valore di un uomo è dato da come esso influisce sui destini di altri uomini e non c’è Dio in tutto l’intero, stramaledetto e meraviglioso universo in grado di fare una tale differenza!”

27 Maggio ore 21 Telè di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio con Arturo Scognamiglio
regia Lorenza Sorino, disegno luci Ettore Nigro, scenografia Armando Alovisi

Telè è la storia di Telemaco D’Amore, ragazzino dei quartieri problematici di Napoli, ennesimo figlio di una famiglia numerosa dove tutti fanno “lavoretti” per portare qualcosa a casa. Il padre di Telemaco èsparito da due mesi per cercare fortuna all’estero e Telè decide all’insaputa di tutti di mettersi sulle sue tracce e affronta un viaggio che lo porta fino in Svizzera, luogo dove spera di trovare il padre. Al suo arrivo scoprirà che la meta è meno importante del viaggio fatto e imparerà a diventare uomo e padre.

28 Maggio ore 18 Fino al cielo risuona di Giselda Palombi con Alessia De Bortoli e Giselda Palombi

“Fino al cielo risuona” è uno spettacolo composto da due monologhi.
In questo momento di crisi economica, stanno diventando sempre più frequenti i casi di suicidio per debiti, i suicidi tra disoccupati e imprenditori in collasso finanziario. Le statistiche preoccupanti parlavano di un morto “ogni due giorni e mezzo”. L’impressione che dietro queste morti non ci sia solo la difficoltà economica ma anche e soprattutto la sensazione di abbandono e di isolamento vissuta quotidianamente è alla base di questo testo che intende, da una parte, portare a conoscenza delle persone questi fatti, dall’altra offrire una via per una soluzione. In due diverse cornici si muovono due monologhi, con un significato e genere opposti: il primo drammatico, spietato quadro del dramma e dell’immoralità politico-economica e sociale che permette il fenomeno dei suicidi che sta attraversando da anni il nostro Paese, raccontato da una immaginaria first lady. Il percorso della protagonista per la comprensione del suo vissuto si snoda lungo tutto lo spettacolo con un modo specialmente emotivo, viscerale. Dalla fiducia “spensierata” sull’operato di suo marito, presidente del consiglio dei ministri, sulla propria vita e sul castello di vetro in cui si snoda, fino all’incontro con una vedova per crisi, che la porta pian piano alla consapevolezza delle menzogne, delle false speranze, dei soprusi reiterati con dolo. Il secondo monologo, giocoso e carico di ironia, propone invece una soluzione/reazione paradossale da parte del popolo, con il rovesciamento e capovolgimento delle volontà, finalizzate non più ad un personale tornaconto, come nelle economie criminali e ciniche, ma ad una coesione sociale, ad un rapporto umano che torna ad essere fraterno, perché la speranza di soluzione è strettamente legata al senso di umanità e socialità riportate al loro significato più puro e semplice. Qui vediamo infatti una donna -portata in tribunale poiché ha gridato in strada “governo ladro!”- raccontare l’Italia di oggi, la nostra classe politica, gli atteggiamenti degli italiani. Denuncia e reazione insieme.

28 Maggio ore 21 Ti maledico di e con Paola Tarantino
Due sconosciuti si trovano, di notte, dentro un magazzino di cemento vivo. Si annusano, si osservano, si chiedono se è meglio vivere o morire, fare un figlio oppure no. Sono un uomo e una donna che senza volerlo si sono salvati la vita a vicenda. Ma quest’isola buia di salvezza murata, lontana dal tempo e dagli altri, in cui i due scoprono di possedere entrambi un paio di pantaloni argento (simbolo di un sentire se stessi unici e irripetibili, in un mondo sempre più diretto verso l’annullamento dell’identità), si rivela essere una trappola. Lei si nutre di un’ossessione omicida che prima o poi esploderà. Lui aspetta in silenzio che il loro destino si compia. Intanto… L’amore? E se così fosse, potrebbe accadere che la fine di due solitudini sancisca l’inizio di una nuova vita? Ti Maledico è un monologo per donna che cerca gli occhi di un uomo. Da amare e poi uccidere.

1 Giugno ore 21 Il ritorno di Giesù di e con Michele Palmiero
Il Ritorno di Giesù è uno spettacolo poetico e surreale sul tema della fede che ho già avuto modo di presentare come Corto Teatrale e che ora propongo come spettacolo integrale. Che cosa succederebbe se il Figlio di Dio, dopo 2000 anni di assenza, si decidesse a scendere nuovamente sulla terra? Come reagirebbero gli abitanti della terra a questa ipotesi? Per i cristiani, per esempio, sarebbe una bella cosa. Ma per gli altri? I Mussulmani, i Buddhisti, gli Atei… E al Ritorno di Gesù dopo tanto tempo noi umani crederemmo davvero o per noi sarebbe solo un impostore? Sono queste le domande che mi sono fatto lavorando a questo spettacolo e ciò che ne è risultato fuori è un monologo tragicomico in cui un povero netturbino racconta, in prima persona e senza nessun filtro, del suo viaggio verso l’Aldilà per convincere il Signore a riscendere sulla terra. Mi interessava affrontare il tema della fede e indagare il rapporto che hanno gli uomini con essa. Mi sono reso conto che la fede è un mistero irrisolvibile in vita poiché di fronte a qualunque segno divino, di qualunque entità, resterebbero sempre gli scettici così come i credenti, quelli che vorrebbero spiegare tutto con la scienza, e quelli che vorrebbero spiegare tutto con la fede. Se qualcuno ti dicesse di essere il figlio di Dio tu gli crederesti? Io credo di no… Capire ciò che c’è dopo la morte, dunque, è una sorta di scommessa che potremmo sapere vincente solo dopo di essa. Ciò che ci resta da fare dunque è aspettare la fine (si spera molto lontana) e sperare che la scommessa (credo o non credo) sia stata vincente.

2 Giugno ore 21 The Monster Drammaturgia di Mara Venuto
Regia di Vladimir Voccoli, con Anna Colautti, Emanuela D’Addario, Francesca Passantino e Vladimir Voccoli; coreografie di Paola Miccoli e Emanuela D’Addario per DanceLab; disegno luci e tecnico di scena Ciro Lupo
Il 9 giugno. Lara Molli ha cerchiato quella data sul calendario perché è il giorno in cui la sua vita cambierà: l’audizione per un nuovo Talent Show rappresenta la sua chance per dire finalmente addio a una famiglia problermatica e distante, ai coetanei che l’accettano, all’alienante quartiere di periferia dove è nata e cresciuta. Lara è caparbia e ha tanti sogni: cosa le manca per realizzarli? “THE MONSTER ”, testo finalista al “Mario Fratti Award 2014”, racconta le vicende e i conflitti di Lara, una ragazza intelligente e smarrita, che desidera partecipare ai casting per un nuovo programma televisivo. Il monologo indaga e ci mostra l’impossibilità di bastare a se stessi e il bisogno ossessivo di trovare all’esterno un senso individuale. In una confessione senza freni davanti a un pubblico immaginario, lo stesso che sogna di avere, Lara incarna ed esprime i contrasti di una società sempre più dipendente: dal cibo, dal gioco, dal lavoro, dal sesso, dallo shopping, dai social network e dall’approvazione altrui. Dietro l’assillante bisogno di essere lodati, applauditi, dietro i selfie e l’ansia di accumulare like sulle piazze virtuali, si nasconde un profondo bisogno affettivo insoddisfatto e un amor proprio fragilissimo. Il desiderio di essere apprezzati da masse di ammiratori senza volto, diventa l’ennesima fuga dalla realtà a cui induce un’epoca forse troppo deludente e faticosa da vivere. Fra amori consumati troppo in fretta, precarietà esistenziali e un grosso problema di cui liberarsi, Lara cerca rifugio nei ricordi e nei sogni: da bambina suo nonno l’amava per quello che era, poi lui è morto e tutto è cambiato, ora deve cavarsela da sola. Solo superando quel provino sentirà di esistere davvero e di valere qualcosa, anche agli occhi di chi ha accanto. Ecco perché non permetterà a nulla di fermarla, nemmeno alla realtà…

3 Giugno ore 21 Lo Inferno di e con Nathalie Bernardi e Claudio Sportelli
Testo e Regia Claudio Sportelli; Aiuto regia e Testi Nathalie Bernardi; Costumi Francesca Puopolo; Luci Pietro Striano

“Mai ti farò entrare nel mio Inferno privato, ne sono troppo geloso” Lo spettacolo nasce da un’intima riflessione sul tema dell’inferno, quello privato e quello condiviso. Diceva Gibran “Mai ti farò entrare nel mio Inferno privato, ne sono troppo geloso”. Ma che cosa rende”infernale “l’Inferno? Non la pena in sé ma la consapevolezza del ripetersi della suddetta una eternità senza via d’uscita come quella che imprigiona i due anziani protagonisti, condannati a riprodurre gli stessi gesti e a nutrirsi di ricordi per tollerare il presente La possibilità di cambiare esiste sempre, per quanto sofferta e coraggiosa. La piece prende spunto da atmosfere volutamente beckettiane: due grotteschi personaggi, un uomo e una donna, marito e moglie, gravitano in un tempo/spazio sospesi, in cui la sola certezza è la reiterazione. Gioia, noia, disperazione, ribellione si dipanano attraverso flash back che rivelano una vita trascorsa insieme, forse felice, forse fallita. E’ una domanda ricorrente “Chi ci ha rubato il tempo?”.

4 Giugno ore 21 Sotto i girasoli di Davide del Grosso con Davide del Grosso, Francesco Errico e Andrea Lietti
Regia Isabella Perego, Scenografia e costumi Mariachiara Vitali

Lo spettacolo travalica le vicende personali di un soldato travolto dagli eventi tragici di quegli anni: l’intento è di affrontare il tema della guerra da un punto di vista più ampio, antropologico e universale. Per andare ancora più a fondo e oltre il fatto storico, la vicenda viene allargata a tre personaggi: tre ventenni tra i quali lo stesso Augusto, costretti a partire per il fronte portando con sé tutta la loro vitalità, la loro gioia di stare al mondo, la loro amicizia, la spensieratezza di chi vuole credere che la vita sia un dono troppo grande e meraviglioso per poterlo perdere in una guerra folle. Lo spettacolo si basa sulla testimonianza diretta di Augusto Tognetti nonno della regista, Isabella Perego: dapprima inviato forzatamente dal regime fascista in Russia per combattere nella Seconda Guerra Mondiale.

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