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Tredicesimo corteo contro discariche e inceneritori

Novembre 14
16:14 2013

Nessuna rappresentanza per gli altri quattro Comuni di bacino, Marino, Rocca di Papa, Pomezia e Nemi. Venerdì 25 a Palazzo Savelli la conferenza dei sindaci ha prodotto evidentemente buoni risultati ed è auspicabile che le cose si muovano ormai diversamente, come la situazione emergenziale richiede. Si richiede infatti come priorità, da parte dei manifestanti, il monitoraggio e controllo sull’effettivo funzionamento dell’impianto di TMB della discarica di Roncigliano – che riceve dall’inizio dell’anno, oltre a quelli dei Castelli Romani, i rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano – e una severissima verifica sullo stato del settimo invaso e sugli enormi terrapieni che vi stanno sorgendo accanto. Reputando inaccettabile la risposta dell’Arpa Lazio che, dopo il sopralluogo del 18 ottobre preteso dall’Asl RMH e dal comune di Albano in seguito alla serie di malori provocati dalla fetida puzza che tanta gente ha fatto correre al Pronto Soccorso, dichiara di non avere rilevato “particolare criticità riguardo l’aspetto odorigeno”. Mentre nulla si sa di preciso sul traffico, quantità e trattamento e destinazione finale dei rifiuti romani, che stanno rapidamente saturando il settimo invaso. Il corteo si muove compatto e vivace lungo il percorso ormai noto, mentre l’informazione vola attraverso gli ininterrotti interventi. Una mobilitazione che supera le migliori previsioni, nonostante si sia tentato di tutto per boicottarla. Tante le sigle, tanti i Movimenti a sostegno dell’iniziativa. E i bambini di un istituto di Cancelliera, dalla materna fino alla quinta elementare, a scandire a tempo insieme ai loro insegnanti: “No discarica, no discarica”. E c’era la gente di Roma inferocita contro il sindaco Marino e a difesa di tutti i siti minacciati dalle discariche, e la gente di Falcognana e del Divino Amore, e gli abitanti del Villaggio Ardeatino che stanno pagando con la salute il loro diritto alla casa. Un corteo ordinato ed esuberante, con i giovani del Movimento ‘Occupazioni precari e studenti’ che ad un certo punto del percorso hanno attaccato al muro, nella nebbia dei fumogeni colorati, un manifesto per dire “Stop al biocidio”.
Tanti gli slogan, anche improvvisati, sulle note di musiche popolari o tambureggianti secondo l’estro. “Non stiamo chiedendo la luna”. “Ai Castelli la monnezza con Cerroni è una certezza”. Sul ponte di Ariccia sta calando il sole, uno spettacolo che non si può raccontare. Dall’autocarro la voce del relatore di turno: “Questi sono i Castelli Romani. E laggiù c’è Roncigliano, dove potrebbe sorgere l’inceneritore. E impianti biogas e centrali a biomasse per digerire qualunque sorta di rifiuti. Anche a Velletri è prevista una bella centrale Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano, ndr). Tutte coltellate inflitte da lobby e personaggi senza scrupoli”. Piazza di Corte, subito allestito un ‘angolo cottura’ per il piatto tipico della raccolta fondi, spaghetti aglio olio e peperoncino, il tutto per un paio di euro. Perché le battaglie legali costano. “Abbiamo costituito con il No Inc i Comitati di lotta uniti contro ogni devastazione ambientale”, dice al microfono Alessandro Lepidini, presidente del Presidio No Discarica Divino Amore. “Una battaglia sacrosanta che si porterà avanti costi quel che costi. Non abbiamo dato tregua e non la daremo. Il fetore irrespirabile di Roncigliano proviene dal tal quale di Roma. Dietro la mondezza c’è la torta, e attraverso la torta aumentano il consenso. Devono fare retromarcia, noi siamo intransigenti: Falcognana è un simbolo. La primavera di Roma continua, prossimo appuntamento a piazza Don Bosco a Cinecittà”. “Quattrocento milioni di euro per i soliti monopolisti e non si passa alla Riduzione, Riuso e Riciclo per i rifiuti urbani”, attacca Daniele Castri referente del No Inc. “Pagare profumatamente un impianto che dovrebbe funzionare e che da mesi appesta. Perché gli uccelli marittimi si sono tutti trasferiti in discarica? L’Arpa ha fatto una dichiarazione vergognosa: si è fatta una passeggiata in discarica e dice che non ha notato niente di strano. E intanto qui sale la pressione sanguigna anche ai bambini. Si ha a che fare con sistemi di bassa lega, ma c’è un nocciolo duro che non si è fatto né comprare né spaventare. Non solo vogliamo fermare l’inceneritore ma rivoluzionare il sistema per una gestione civile dei rifiuti. Vogliamo più trasparenza dal Comune di Albano”. Palazzo Chigi ancora una volta testimone di una resistenza popolare sempre più folta e agguerrita, che dovrebbe portare a riflettere quanti stanno letteralmente giocando con la dignità e la vita altrui.

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