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Tutti pazzi per il social web

Tutti pazzi per il social web
Aprile 08
13:01 2010

socialweb«Ciao, molto piacere, sei su Facebook?» È questa la frase che sentiamo dire sempre più frequentemente ogni qual volta ci accingiamo a conoscere una persona. Mentre prima si chiedeva «di che segno sei?» oppure «posso avere il tuo numero?», ora la curiosità irrefrenabile che attanaglia le persone è l’essere su Facebook. L’ “essere e Facebook” sostituisce “essere e tempo” di Martin Heidegger. Sempre di filosofia si tratta… Una filosofia di vita che coinvolge gli utenti internet italiani, considerati da uno studio condotto da Nielsen, tra i più assidui frequentatori di social network. L’Italia è il quarto Paese al mondo in classifica, preceduta da Australia, Stati Uniti e Regno Unito. Per l’Italia si stimano sei ore al mese di connessione, e questo smentisce il luogo comune secondo cui ad utilizzare di più il personal computer sono quei paesi in cui le belle giornate non sono così frequenti. Non è specificato cosa si faccia durante queste ore, ma non è difficile immaginarlo: richieste di amicizia, commenti, notifiche, foto, post in bacheca, scritte sul muro, sono termini ormai familiari anche ai non addetti ai lavori. Proprio perché le attività sono molte, il tempo pro capite trascorso sui social network è aumentato dell’82% rispetto al 2008. E visto che i social network vivono di sponsor e inserzioni pubblicitarie, più tempo gli utenti passeranno a scorrere profili e bacheche altrui, più pubblicità vedranno, più le pubblicità saranno disposte a pagare per raggiungere un bacino di utenza così ampio: basti pensare che Facebook conta 19 milioni di utenti registrati, su un totale mondiale di 350 milioni. Il rischio è che saremo sempre più portati a considerare il social network la nostra vita reale e viceversa a perdere di vista i rapporti interpersonali veri, concreti. Vivere una sorta di second life senza renderci conto che basterebbe uscire di casa e bussare alla porta dell’amico per parlare, senza passare attraverso lo schermo di un computer. Se infatti il fenomeno dei social network nasce con un intento ben preciso, quello cioè di far incontrare persone, amici di vecchia data, che si sono persi di vista a causa del tempo e del diverso corso delle proprie vite, oggi tale tendenza ha assunto sfumature molto diverse e, se vogliamo, pericolose per alcuni aspetti e per alcune fasce d’età: molti ragazzini hanno un profilo, chattano con il compagno di banco, con il quale hanno parlato fino a qualche minuto prima; perdono in questo modo del tempo prezioso per lo studio o per le attività sportive e rischiano, a causa della loro ingenuità, di accettare amicizie da persone poco affidabili, che possono accedere in tal modo a fotografie personali e a informazioni riservate. La sedentarietà che implica tale attività corrisponde all’impigrimento delle menti nell’esigenza di affrontare situazioni reali, vive, praticamente nel vivere la vita… La nostra vita non si può limitare allo schermo di un PC sul quale tutti pubblicano ciò che vogliono, perché spesso privi di freni inibitori, assenti come i loro volti e i loro corpi, inafferrabili, imprendibili…, così come non possiamo credere che l’amicizia sia una cosa dozzinale e collezionistica, alla stregua delle figurine: l’amico è colui che ti è vicino, del quale conosci la voce, con il quale ti trovi a ridere di cose sciocche, del giudizio del quale non ti vergogni, anzi lo cerchi, perché ne hai bisogno; è colui con il quale ti trovi a condividere caffè, cene e tante emozioni… Non è certo colui che ti richiede come amico su Facebook e poi non ti saluta se lo incontri per strada, perché magari neanche si ricorda di te (sarai l’amico n. 853) o, ancora peggio, non sa come comportarsi, cosa dirti, e fa finta di non vederti. Il social network può avere la sua utilità nel tenerci in contatto con il mondo, ma è un’attività della quale sarebbe meglio non abusare: così come, in vista dell’estate, si rinuncia spesso ad eccedere con il cibo per paura di non superare la prova costume, sarebbe meglio riconquistare i nostri rapporti umani reali, vicini a noi (spesso alla porta accanto o addirittura dentro casa…) se non vogliamo ritrovarci al mare da soli… a meno che non si voglia portare Facebook anche in spiaggia!

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