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UN CASO DI FALSO IN BILANCIO NELLA ROMA REPUBBLICANA

UN CASO DI FALSO IN BILANCIO NELLA ROMA REPUBBLICANA
Agosto 05
06:22 2020

Un’ operazione coraggiosa quella di Domenica sera al Porto di Civitavecchia per la lettura recitata dell’adattamento teatrale del celebre film SCIPIONE DETTO ANCHE L’AFRICANO di Luigi Magni scritto da Massimo Castellani

UN CASO DI FALSO IN BILANCIO NELLA ROMA REPUBBLICANA

Sincero plauso a tutti gli attori che oltre al confronto con un cast irripetibile hanno dovuto affrontare tutte le difficoltà legate alle norme legate al contenimento del contagio da covid 19 per dimostrare che nonostante tutto l’arte e la cultura sono ancora vive.

“MA CHE FACCIO ER PROFETA” così Luigi Magni rispose all’ambasciatore italiano vicino al quale era seduto durante la proiezione del film a Bruxelles durante il periodo di mani pulite che indicandogli Catone e Scipione l’Asiatico disse” Ma che sono Craxi e Di Pietro?” Questo a dimostrare che la storia ha sempre i suoi corsi e ricorsi. Lo sceneggiatore Luigi Magni racconta con ironia, in quest’opera, un caso di falso in bilancio nella Roma repubblicana legato alla sparizione di 500 talenti che Antioco, Re di Siria, aveva versato ai fratelli Scipioni ( interpretati nel film da Marcello e Ruggero Mastroianni ) spariti nei libri contabili della campagna vinta dai condottieri romani. In Senato Marco Porcio Catone, detto il Censore, (interpretato nel film da Vittorio Gassman) chiede conto ai due condottieri minandoli nell’onore del denaro sparito. Tutto questo è stato fatto rivivere sul palco del Civitavecchia Summer Festival da un cast d’eccezione che non ha avuto il minimo timore al confronto con alcuni dei mostri sacri della cinematografia italiana. Massimo Castellani primo aiuto regista di Magni in Faustina e amico di una vita, avendo l’idea di trasporre per il teatro questa sceneggiatura del grande romano, ha consentito al pubblico del terzo millennio, che sicuramente ha poco o quasi mai sentito parlare del film uscito nel 1971, di conoscere la cultura e l’amore per la storia romana del maestro che come in ogni sua opera usando un romanesco/giudaico (gli ebrei arrivano a Roma proprio nel periodo di cui stiamo parlando) ci fa ridere e riflettere anche nelle situazione più buie o complesse della vicenda umana della capitale. Scipione detto anche l’Africano non esula da questi schemi ben trasposti da Castellani. Domenica sera, grazie ad Enrico Griselli che ha creduto nell’operazione, abbiamo assistito ad una lettura coraggiosa sia per il particolare momento storico che stiamo vivendo sia per il confronto con il cast del film che farebbe tremare le gambe a chiunque.  Massimo Ghini Scipione l’Africano – Antonello Fassari (Scipione l’Asiatico) – Serena Autieri (Emilia) – Giulia Griselli (Cornelia) – Massimo Wermuller (Gaio Scribonio) Rodolfo Laganà (Aulo Gelio) – Francesco Pannolfino (Catone) – Luca Schiapparone (Massinissa) hanno riportato i presenti in un peplum a carattere giudiziario, cosa rarissima perché in realtà è una storia che uno non si aspetta perché si entra in un rapporto dove si capisce la vita della Roma repubblicana subito dopo la prima guerra punica. Con gli attori (antichi romani) che parlano in romanesco con una ironia giudaica romana. Una storia colta e particolare perché si tratta di un falso in bilancio e quindi una lezione di diritto e procedura penale romana con la presenza di Giove Capitolino a cui ha prestato la voce il maestro Gigi Proietti.  Tutto il cast è riuscito a far rivivere la storia presentandola così nuda e cruda al folto pubblico che, dopo la misurazione della temperatura da parte dei volontari ai varchi, ha affollato l’area predisposta a  ridosso della Fortezza Michelangelo sul porto di Civitavecchia che faceva da cornice quasi naturale alla narrazione. Per quanto attiene alla recitazione, va dato un merito particolare, per la loro capacità di confrontarsi con gli illustri predecessori, a Francesco Pannolfino, che da bravo doppiatore è riuscito benissimo ad avvicinarsi a Gassman, e ad Antonello Fassari per l’interpretazione di Scipione l’Asiatico.  Emilia, la matrona che nel film era Silvana Mangano, è stata interpretata da una bellissima Serena Autieri, mentre  Cornelia, che poi sarà la madre dei Gracchi, da una deliziosa Giulia Griselli. Anche se non siamo tecnici del settore, ma solamente profondi conoscitori dell’opera di Magni, siamo certi che il Maestro non avrebbe sprecato un artista dello spessore di Massimo Wertmuller in un ruolo minore tanto che ne In nome del Popolo Sovrano film, in cui era ancora un giovane attore, lo mise accanto ad Alberto Sordi nel ruolo del marchesino Eufemio. Si poteva forse fare una scelta diversa per il ruolo di Massinissa. Poi un ultima considerazione: peccato non aver sentito cantare un’artista del calibro di Serena Autieri, la cui voce avrebbe impreziosito non poco lo spettacolo. Chissà Magni cosa avrebbe pensato?  Fatte salve queste considerazioni a margine, che vengono solamente dalla passione per il protagonista unico della serata LUIGI MAGNI, dobbiamo fare i nostri complimenti a chi ha creduto in questo progetto: a Enrico Griselli che è riuscito a fare cultura con la “C“ mentre tutto il settore sta soffrendo.

 

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