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Una ricorrenza da ricordare

Una ricorrenza da ricordare
Settembre 07
14:15 2021

I fichi a Treia son maturi ed è il 251º giorno del Calendario Gregoriano. Ma non è propriamente questo che ci interessa, bensì la Ricorrenza dell’evento che molto influì sulla nostra storia patria, di allora e di oggi.

Dall’8 settembre 1943… sono trascorsi 78 anni ma poco sembra essere cambiato nella tendenza politica italiana. Non c’è più una guerra combattuta con le armi, al nord a fianco dell’alleato germanico occupante ed al sud a fianco dell’alleato americano occupante.  

E tutto cominciò con  la fuga del re “Vittorio” nell’ex regno delle Due Sicilie. I sovrani piemontesi durante il “risorgimento” riuscirono, con il sostegno della Massoneria,  ad assoggettare l’Italia, spacciando l’operazione  per “unificazione della Patria” ed alla fine  gettando la stessa patria nell’abisso di due guerre disastrose  di cui oggi paghiamo ancora le conseguenze…

Quell’8 settembre del 1943 è esemplificativo di una professione di piaggeria e convenienza: “Franza o Spagna, purché se magna”!  E con le uova rotte nel paniere si fa la frittata…

Quello che è accaduto quel giorno era già nel nostro DNA e quindi i politici di allora, come ben si può vedere anche ai giorni nostri, fecero quello che fecero. Essere opportunisti e Masanielli è  forse una nostra caratteristica e perciò ci adattiamo al potere del momento.

Lo facciamo un po’ per sopravvivenza ed un po’ per ignavia, e lo dimostra anche il fatto che in casa nostra prosperano  le istituzioni più false ed ipocrite che siano mai esistite,  osserviamo che  la politica, la mafia e la religione predicano bianco dai pulpiti  e fanno nero nelle segrete stanze. Ma non solo quello… Come ci siamo adeguati all’ipocrisia altrettanto facciamo per soddisfare i desiderata della piramide  del potere  globalista, con i suoi tentacoli protesi in tutta la gamma delle attività umane.

E lo vediamo anche oggi  da come il nostro “governissimo” sta subdolamente  portando avanti le direttive sovranazionali, come nel caso delle “soluzioni” per l’emergenza sanitaria.

Blateramenti e minacce.  “Mi sembra di sentire mia madre che mi leggeva  “Il Piccolo” quando avevo sei anni (inverno / primavera 1943) – scrive l’amico Giorgio Stern – anche là si magnificavano i risultati dei generaloni dell’Asse (Roma Berlino Tokyo) da una parte e dall’altra si minacciava di persecuzione tutti quelli che non ci credevano e ascoltavano Radio Londra. Sappiamo poi com’è andata a finire… Da giorni “La voce del Padrone”,  ovvero TV e Giornaloni, da una parte magnificano i risultati del generalone salutario, dall’altra sono costretti a ricorrere alle minacce. Chissà perché?”

Ed ora una memoria:

Il dramma dell’Esercito Italiano scoppia alle 19.45 dell’8 settembre 1943, quando la radio divulga il messaggio del Maresciallo Badoglio in cui si annuncia che è stato firmato l’Armistizio a Cassibile.

Da ciò lo sbandamento di centinaia di migliaia di soldati e l’occupazione degli uffici istituzionali e delle caserme da parte delle truppe tedesche, che in verità già stazionavano sul suolo italico (in veste di Alleati).

Da quel momento iniziava il “tutti a casa”, che finì per molti con la prigionia ed il lavoro forzato e per altri con l’imboscamento e la guerra civile, mentre il Re firmatario si rifugiava al sud sotto la protezione degli ex nemici ora amici.

Forse l’Armistizio fu cosa buona, poiché gli Italiani non avevano mai voluto la guerra dichiarata da Mussolini ed approvata dallo stesso re sabaudo, ma il modo in cui le cose vennero gestite, senza alcuna considerazione per i danni morali e materiali alla popolazione, lasciò una traccia indelebile nel nostro DNA politico e morale.

Ecco da quel momento in Italia maturò un processo quasi irreversibile di “non credibilità  e di schizofrenia” che si manifesta anche nella gestione politica nazionale ed internazionale di questi giorni.

“Il guaio dell’umanità è l’Amore senza Giustizia. L’amore dato senza giustizia. Giustizia vuol dire dare a ciascuno ciò che gli è dovuto. Il rispetto, la dedizione, la stima, l’amore, vanno dati non per fini estetici: perché è bello (corpo), perché ha i soldi (materia), perché è agiato ecc. ma per fini interiori (spirituali): perché è nobile, perché è stimabile, perché è rispettabile, ecc…” (Paolo Pennacchi)

“Da qualche tempo le discussioni su internet rendono verosimile un sospetto che ultimamente alligna nelle menti di alcuni analisti sociopsicopatologigi: le ondate di migranti islamici potrebbero essere provocate dalla scoperta che nove italiani su dieci assomigliano molto a tanti ayatollah, per cui i maomettani immaginano di potersi trovare benissimo in mezzo ad una popolazione di fanatici fideisti integralisti.” (Vincenzo Zamboni)

“In Discesa all’Ade e resurrezione: “Senza l’Essere l’ente non sussiste: infatti ne promana e ne fa parte. Ma l’essere non si restringe a spazio e tempo. Senza lo spazio non spaziale del luogo efficiente, suscitatore, dove si figura il punto, non nasce la geometria del mondo in divenire. Come designare questa fonte eterna? Le potenze generatrici «non avvennero mai, ma sono sempre: l’intelligenza le vede tutte insieme in un istante, la parola le percorre e le espone in successione» diceva l’osservatore platonico alla conclusione del mondo antico” (Elemire Zolla)

Dal passato il futuro…? 

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