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Una visita alla Molara

Una visita alla Molara
Maggio 10
10:10 2014

cardinale-corniceLa valle della Molara, compresa fra i comuni di Grottaferrata, Rocca Priora e Monte Compatri, è a ridosso del bordo settentrionale del Vulcano Laziale ed è attraversata dalla via Anagnina, l’antica via Latina, che da qui risale verso il passo dell’Algido per poi uscire dal grande anfiteatro vulcanico e raggiungere l’ampia valle del Sacco. È sempre stata un territorio di passaggio, scarsamente abitato, dal clima piuttosto rigido.

Nell’area, ricoperta dai ruderi di un antico monastero basiliano, si insediò nel XVIII secolo una piccola comunità di braccianti occasionali, spinti dalla fame di lavoro a lasciare le loro case, spesso in paesi lontani, per venire a vivere in condizioni piuttosto precarie con tanto di famiglie al seguito. I nuovi arrivati erano visti con diffidenza dalla popolazione e dalle istituzioni (erano una sorta di extracomunitari ante litteram) e anche i sacerdoti evitavano di mettere piede nelle loro case, ribattezzate con disprezzo le “Capanne”.
Come apprese la situazione, il cardinale Enrico di York volle rompere questo stato di odioso isolamento e discriminazione e lo fece in maniera clamorosa. Senza alcun preavviso, si presentò alle Capanne in pompa magna portando in processione il Santissimo. Per quel piccolo popolo di diseredati l’apparizione di Gesù Sacramentato in una nuvola d’oro e di porpora dovette assumere i connotati di un miracolo o di un’allucinazione.
Ma era tutto vero: il Cardinale celebrò solennemente l’Adorazione e si intrattenne con loro, soccorrendoli finanziariamente e dando disposizioni perché venissero regolarmente visitati da un sacerdote; inoltre si assunse l’impegno di dare un’istruzione ai loro bambini. Segno tangibile di questa amicizia fra il principe-vescovo e gli “ultimi” del suo popolo fu la costruzione della chiesetta di S. Maria della Molara e la sua costituzione in parrocchia il 20 settembre 1765. Quando, molti anni più tardi, fu distrutta dal passaggio delle truppe francesi nel 1799, il Cardinale Duca ne curò l’immediata ricostruzione.

All’epoca della sua prima visita alla Molara il cardinale Stuart era agli inizi del suo episcopato e aveva già dato prova delle sue capacità di governo con l’emanazione delle Costituzioni della Cattedrale di Frascati, che regolavano con estrema precisione la vita religiosa, canonica e liturgica della diocesi.
Aveva anche dato inizio alla prima delle undici sacre visite durante le quali, con cadenza pressoché triennale, volle rendersi conto personalmente delle esigenze spirituali e materiali del gregge che gli era stato affidato. Anche in questo aveva già dimostrato il suo piglio energico perché, a differenza dei suoi predecessori, non si accontentò di quanto potevano riferirgli inviati ad hoc o visitatori esterni, ma percorse fisicamente le strade della sua diocesi, ispezionando chiese, visitando conventi, confortando malati, distribuendo elemosine. Soprattutto, cercò sempre il contatto diretto con i fedeli, favorito in questo dalla sua naturale affabilità, che gli permetteva di instaurare la giusta comunicazione sia con gli umili che con i potenti, e pose la massima cura nel sincerarsi che il suo clero fosse sempre in grado di rispondere ai bisogni della popolazione.
Certo, era sempre un principe, e come tutti i principi non andò esente da aneddoti e modi di fare tipici del suo secolo. Il suo sfarzoso “tiro a sei” era sempre seguito da una carrozza di riserva e preceduto da uno stuolo di “garzoni” che gli sgomberavano il passo con frizzi e lazzi pittoreschi; il suo vorticoso passaggio – il Cardinale Duca amava la velocità – era ansiosamente atteso da piccole folle di questuanti, alle quali non mancava di “lanciare” le sue elemosine (erano pur sempre i tempi del famoso marchese del Grillo).
Alla Rocca di Frascati, dove teneva la sua piccola corte, oltre a quelle “da corsa” era sempre pronta anche un’altra carrozza, messa a disposizione dei malati per i casi urgenti, che venivano raggiunti da un medico o trasportati in ospedale a spese della diocesi: un’anticipazione del “118”. Anche l’ospedale di Frascati fu fondato dal cardinale Enrico e da lui dedicato a s. Sebastiano martire; e a Roma istituì un prototipo di assistenza farmaceutica gratuita per i non abbienti, convenzionandosi con uno speziale nei pressi del Palazzo della Cancelleria a cui i poveri (cui era stata rilasciata un’apposita tessera) potevano rivolgersi per le loro necessità: le spese venivano coperte da Enrico, nella sua veste di Vicecancelliere.

Enrico Stuart
1725, 6 marzo. Enrico Stuart nasce a Roma. Passa la sua infanzia fra Roma e la residenza estiva di Albano.

1735, 18 gennaio. La madre, Clementina Sobieska, muore a Roma ed è solennemente sepolta in S. Pietro.

1744, 9 gennaio. Il fratello maggiore Carlo Edoardo lascia Roma, nel tentativo di riconquistare il trono d’Inghilterra.

1745, 29 agosto. Enrico parte per la Francia, allo scopo di sostenere la sfortunata spedizione del fratello Carlo Edoardo cercando di organizzare uno sbarco di rinforzi armati.

1746, 16 aprile. Le forze degli Stuart vengono sterminate dagli inglesi nella battaglia di Culloden.

1747, 29 aprile. Enrico fugge da Parigi a Roma per assumere la porpora. Carlo Edoardo rompe i rapporti con la famiglia. – 3 luglio. Enrico è consacrato cardinale con il titolo di S. Maria in Portico.

1748, 1 settembre. È ordinato sacerdote.

1752, 18 dicembre. Assume il titolo dei Ss. XII Apostoli.

1758-9. Riceve le nomine di Camerlengo del Sacro Collegio e arcivescovo di Corinto in partibus infidelium. Assume il titolo di S. Maria in Trastevere.

1761, 13 luglio. È consacrato vescovo di Frascati – 13 settembre. Dà inizio alla prima sacra visita della sua diocesi. – 30 dicembre. Emana le Costituzioni della Cattedrale di Frascati.

1763, 14 gennaio. Enrico viene nominato vicecancelliere di Santa Romana Chiesa e assume il titolo di S. Lorenzo in Damaso. – 8-11 settembre. Convoca il primo sinodo diocesano.

1766, 2 gennaio. Il padre Giacomo III muore a Roma e riceve esequie regali. Enrico invia al Papa un memorandum per il riconoscimento dei diritti degli Stuart. – 23 gennaio. Carlo Edoardo rientra a Roma.

1773, 23 marzo. Portato a termine un primo ciclo di interventi edilizi, Enrico inaugura il Seminario Tuscolano.

1775, 23 settembre. Il crollo di un solaio nella Rocca di Frascati segna l’inizio dei lavori di ristrutturazione. – 23 ottobre. Inaugurazione della Biblioteca Eboracense.

1776, 1-3 settembre. Enrico convoca il secondo sinodo diocesano.

1777, 1 giugno. Completamento del restauro della Rocca di Frascati.

1788, 31 gennaio. Carlo Edoardo muore a Roma ed è tumulato nella Cattedrale di Frascati.

1798-9. Di fronte all’avanzata delle truppe francesi Enrico fugge da Frascati alla volta di Napoli, poi a Messina, Reggio Calabria e infine Venezia per l’imminente conclave.

1800, 9 febbraio. Enrico riceve una pensione dal re d’Inghilterra Giorgio III, in seguito all’interessamento del cardinale Borgia. – 25 giugno. Ritorno a Roma e poi a Frascati.

1802, 15 luglio. Enrico fa testamento a favore del suo segretario mons. Cesarini. – 14 ottobre. Pio VII rende visita a Enrico a Frascati.
1803, 26 settembre. Enrico diviene Decano del Sacro Collegio e lascia la diocesi di Frascati per quella di Velletri. – 3 ottobre. Pio VII si reca a Frascati per congratularsi della sua nomina a cardinal Decano.

1805, 29 giugno. Enrico compie la sua ultima visita a Roma.

1807, 13 luglio. Enrico muore a Frascati; in suo onore Marco Mastrofini compone in una notte l’Orazione funebre. – 17 luglio. Enrico riceve esequie solenni in S. Andrea della Valle e viene tumulato nelle Grotte Vaticane accanto al padre e al fratello.

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