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Valencia fra antico e contemporaneo

Valencia fra antico e contemporaneo
Gennaio 01
15:43 2009

Valencia - Veduta dell’esterno e dell’interno dell’OceanograficE’ la terza città più grande della Spagna, ma Valencia non gode ancora per turismo dello stesso interesse che si ha per Madrid o per Barcellona. Di abitanti ne fa circa 800.000, dista su per giù 350 km dalle due altre principali città spagnole e gode di una posizione assai vantaggiosa, affacciandosi sul Mediterraneo, nel cuore della Comunitat Valenciana, realtà autonoma della Spagna orientale posta di fronte alle Isole Baleari.
Eppure siamo convinti che non mancherà molto al boom turistico della città, in parte grazie ai recenti voli low cost da Milano e Roma, e poi perché in questi ultimi anni Valencia si è affermata come una delle città spagnole dove il connubio fra antico e contemporaneo ha prodotto risultati a dir poco interessanti. Della città abbiamo iniziato a sentir parlare forse con più insistenza dal 2007, perché Valencia ha ospitato la 32ª edizione dell’American’s Cup di vela, che l’ha portata a investire sulla modernizzazione del porto e la costruzione di nuove strutture ricettive.
Nel frattempo negli ultimi anni sono stati inaugurati una serie di edifici che portano la firma dell’architetto valenciano Santiago Calatrava che ha realizzato per la sua città uno dei complessi architettonici più importanti della Spagna di oggi, dedicato alle arti, alla scienza e alla natura: è la Iudad de las Artes y las Ciencias (www.cac.es) che raccoglie, nella parte terminale dei giardini del Turia, a poche centinaia di metri dal mare, i cinque edifici del Palau de les Arts “Reina Sofia”, l’Hemisfèric, il Museu de les Ciencies “Principe Filipe”, l’Umbracle e l’Oceanografic. A Calatrava il merito di esser riuscito a valorizzare la tradizione mediterranea del mare e della luce che si riflette in questi edifici a dir poco avveniristici decorati e rifiniti con preziosa ceramica, per la cui produzione e lavorazione Valencia ha una antica tradizione. La bellezza e modernità del disegno architettonico si sposano perfettamente con la stagione d’opera lirica del Palazzo delle Arti che è oggi fiore all’occhiello della produzione musicale spagnola e di cui Lorin Mazeel è direttore musicale. Accanto al palazzo della musica, imperdibile è l’Oceanografico, il più grande d’Europa, con 40.000 specie marine diverse, 70 metri di tunnel e divertenti spettacoli con delfini.
I Giardini del Turia sono un’altra particolarità della città: è un polmone verde che si snoda per 11 km lungo il letto del fiume Turia, nel centro di Valencia, e il cui corso, dopo l’ultima catastrofica inondazione del 1957, è stato spostato fuori dalla città. Nell’ex percorso del fiume, su cui passano sopra una serie di ponti antichi e moderni (fra cui quattro di Calatrava, l’ultimo inaugurato lo scorso dicembre), sono stati realizzati dei giardini che accolgono ogni giorno i valenciani che qui cercano un po’ di relax o praticano attività sportiva; oltre ai percorsi per il jogging, sono stati realizzati anche campi da calcio, da tennis e una discoteca.
Risalendo dal mare i giardini del Turia, si arriva nella parte antica della città, percorribile tranquillamente a piedi fra le sue stradine acciottolate. Fondata nel 138 a.C. dai romani, passata a visigoti nel VI sec. e dal 709 fino al 1238 sotto il dominio arabo per poi tornare sotto il controllo cattolico, Valencia si afferma nel XV-XVI secolo come uno dei porti commerciali più importanti del Mediterraneo. Cuore della parte antica della città è la Cattedrale che si affaccia sull’ampia Plaza de la Virgen; nel duomo confluiscono lo stile romanico e quello più ridondante e acceso del barocco; fra le cappelle si segnala quella della famiglia Borgia con dipinti di Goya e la conservazione del Sacro Graal posta nella cappella che contiene le reliquie di San Vincenzo, il martire più popolare della Spagna.
Dalla cattedrale si arriva facilmente alla Lonja de Seda, l’antica borsa della seta, con le sue splendide colonne a spirale, oggi patrimonio mondiale dell’Unesco; proprio di fronte alla Lonja si trova il Mercado Central, edificio in stile liberty, ricoperto di piastrelle colorate, sormontato da una cupola, uno dei mercati più grandi d’Europa in cui vengono venduti prodotti tipici della zona, dal famoso jamon iberico al pesce fresco, a un’ampia varietà di frutta e verdura e dolci tipici valenciani con la marmellata di fichi e di arance. E poiché ci siamo imbattuti nel cibo, non si può non ricordare che Valencia è la patria della paella, originariamente piatto povero di riso con ortaggi di stagione che secondo la tradizione valenciana era insaporito da carne di coniglio e di pollo, piatto gustosissimo che ancora oggi si può mangiare in ogni ristorante della città.
E semmai ci si dovesse imbattere in cattivo tempo (anche se quasi sempre Valencia è assolata e con clima mite) ci sono diversi musei sparsi per la città, fra cui il Museo de Bellas Artes, poco fuori il centro, per gli appassionati di arte contemporanea l’IVAM (Istituto Valenciano di Arte Moderna) e il Museo de Cerámica “Gonzalez Martí”.
A rendere ancora più piacevole il soggiorno spagnolo, c’è la gentilezza e cordialità degli abitanti, sempre pronti ad accoglierti con il sorriso e a farti sentire di casa. Infine, se si volesse comprare un souvenir della città, si noterà con stupore e quasi con sollievo che per le strade principali del centro, dove i valenciani amano fare shopping, non esistono negozi di gadgets, niente tazze da thè con su scritto “Valencia”, niente magliette “I love Valencia”: ci troviamo in una realtà dove il turismo non è ancora business, non ancora commercio, e dove si può assaporare ancora la vera ‘personalità’ della città e di chi la vive.

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