Notizie in Controluce

Sono portavoce di una associazione di volontariato che ha la finalità di approfondire alcune tematiche per dare informazioni tramite convegni e cicli di conversazioni nelle Scuole che accettano la nostra disponibilità. Gli argomenti riguardano la sostenibilità ambientale che concentriamo nel rapporto circolare “uomo/ambiente/uomo”.

Abbiamo approfondito con una serie di 8 convegni il problema della radioattività naturale, data dal gas Radon.

Come noto, la normativa nazionale, che deriva da quella dell’Euratom, fissa in 500 Bq/mc la concentrazione limite di radioattività in ambienti di lavoro, oltre la quale il datore di lavoro secondo legge, si rivolge all’Esperto qualificato, e nel caso l’esposizione della persona risulti  superiore al valore stabilito procede alle operazioni di bonifica.

Nel 2013 l’Arpa Lazio pubblica i valori delle concentrazioni medie annue rilevate in locali privati di tutti i comuni laziali. Per la provincia di Roma si legge che in  37 Comuni ( Allumiere, Anguillara, Anticoli, Arcinazzo, Artena, Bracciano, Canale Monterano, Carpineto romano, Castel madama, Cerveteri,, Colleferro, Colonna, Gallicano nel lazio, Gavignano, Genazzano, Gorga, Ladispoli, Lanuvio, Monte Porzio catone, Montelanico, Rocca canterano, Rocca sinibalda, Roccagiovine, Roma, S.Gregorio, Santa Marinella, Saan Oreste, Velletri, Cave, Ciampino, Grottaferrata, Labico, Montecompatri, Nemi, Palestrina, Rocca di papa, Segni) la concentrazione supera i 300 Bq/mc.

Di questi in 9 (Cave, Ciampino, Grottaferrata, Labico, Montecompatri, Nemi, Palestrina, Rocca di papa, Segni ) superano l’attuale limite nazionale, e tra questi 5 (Cave, Ciampino, Palestrina, Rocca di papa e Segni) superano il doppio del limite ed infine tra essi 1 (Rocca di papa) lo supera di quattro volte.

Abbiamo inserito il valore di 300 Bq/mc in quanto la nuova direttiva Euratom del 2013, che sarà recepita entro il febbraio 2018,  impone tale valore come limite per gli  ambienti di lavoro e lo estende anche agli ambienti di vita come le abitazioni.

E’ altrettanto evidente che se il limite scenderà a 300 Bq/mc a partire dal febbraio 2018 per ridurre il rischio,  perché non operare fin d’ora per monitorare le concentrazioni di radioattività nei locali?

Si ricorda che sia lo I.A.R.C., che l’O.M.S., indicano nella radioattività dovuta al gas Radon, l’aumento del rischio di contrarre il tumore polmonare, nei casi di lunga permanenza nei locali che presentano una concentrazione di radioattività elevata.

Abbiamo richiesto un intervento operativo all’area della Sanità della Regione Lazio che coordina i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica. Inoltre abbiamo sottolineato al nuovo assessore all’ambiente della Regione Lazio – dr. Mauro Buschini – di proporre in Giunta il Piano regionale per la tutela dalle radiazioni previsto dalla L.R. n.14 del lontano 2005.

Comunichiamo con Lei nella speranza che possa essere attivato un primo intervento da parte del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica per chiedere alle amministrazioni comunali di far monitorare  sia le sedi comunali a salvaguardia dei pripri dipendenti,  sia  i locali adibiti a plessi scolastici a salvaguardia dei dipendenti e dei bambini e ragazzi che li frequentano, oltre che dare con la giusta modalità una esatta informazione alla popolazione. Collaborazione poi con lo SPreSAL dato che nei DVR dei plessi scolastici normalmente non viene citato il rischio da radioattività naturale.

Saremmo grati ricevere un cortese riscontro sul territorio.

il portavoce dell’associazione: Corrado Colizza

gruppopresenzamgg@yahoo.it,      corrado.colizza@legalmail.it,      3479026427

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