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VIttoria Greenpace: Nesté concede un break alle foreste e agli oranghi

Maggio 18
18:01 2010

ROMA, 17 maggio 2010 – Oggi Nestlé, la più grande multinazionale del settore alimentare, ha annunciato che non userà più prodotti che provengono dalla distruzione delle foreste tropicali.

Due mesi fa Greenpeace aveva denunciato che Nestlé usa, per prodotti come KitKat, olio di palma la cui produzione industriale, insieme a quella della carta, è il principale motore della deforestazione delle ultime foreste del Sud Est Asiatico e la principale minaccia alla sopravvivenza di molte specie, come l’orango.

«Siamo felici della decisione di Nestlé di concedere un break agli oranghi e alle foreste e ringraziamo le decine di migliaia di persone che in Italia ci hanno aiutato, con messaggi e altre forme di attivismo sul web, a raggiungere questo importante obiettivo – afferma Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace. – Adesso, è necessario che l’esempio di Nestlè venga seguito anche dalle altre aziende europee, come Carrefour, che continuano a rifornirsi di olio di palma e carta proveniente da aziende che distruggono le foreste in Indonesia».

Nestlé si è impegnata a identificare, e a escludere dalla sua filiera, quei fornitori che sono proprietari o gestiscono “piantagioni ad alto rischio o legati alla deforestazione” (1). Questa esclusione si applica in particolare ad aziende come Sinar Mas, il più noto produttore di olio di palma e carta dell’Indonesia e ha implicazioni anche per quei commercianti di olio di palma, come Cargill, che continuano a comprare da Sinar Mas.

«La decisione di Nestlé è un chiaro messaggio al campione della deforestazione Sinar Mas e a tutto il comparto delle industrie dell’olio di palma e della carta: la distruzione delle ultime foreste tropicali non può essere accettata dal mercato globale. Greenpeace monitorerà con attenzione la rapida applicazione della nuova politica di Nestlé, ma è tutto il settore che deve adottare rapidamente una moratoria sulla distruzione delle foreste tropicali».

La domanda globale di olio di palma e carta indonesiane è in aumento e questo spinge compagnie come Sinar Mas a espandersi fino a distruggere le foreste torbiere dell’Indonesia che ha uno dei tassi di deforestazione più alti al mondo ed è il terzo Paese per emissioni di gas serra, dopo Cina e Usa. L’olio di palma è usato per la produzione di alimenti (come la cioccolata) ma anche per cosmetici e come biocarburanti. Riguardo, invece, alla carta al Salone di Torino della scorsa settimana, Greenpeace ha presentato la classifica “Salvaforeste” che dimostra il ruolo rilevante dell’editoria italiana nella distruzione della foresta indonesiana.

Note:
(1) http://www.nestle.com/InvestorRelations/Events/AllEvents/Nestle_open_forum_on_deforestation_Malaysia.htm

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