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Vucjak: Save the Children supporta il trasferimento dei minori soli dal gelo del campo nella foresta in Bosnia ed Erzegovina

Dicembre 12
07:47 2019

Centinaia rimangono in altre strutture in condizioni deplorevoli senza soluzione in vista mentre l’inverno scende sul Paese

Centinaia di bambini rifugiati e migranti che viaggiano da soli attraverso i Balcani restano bloccati in condizioni di forte disagio e rischio in Bosnia ed Erzegovina. E’ l’allarme lanciato da Save the Children, l’Organizzazione che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, impegnata nel trasferimento di altri 15 minori soli dal campo di Vucjak, svuotato ieri dalle autorità e in procinto di essere demolito.

Dall’inizio dell’estate, circa 250 bambini sono stati evacuati da questo campo, che è arrivato ad ospitare contemporaneamente fino a 2.000 uomini e 60 minori non accompagnati, secondo le stime delle organizzazioni umanitarie e della polizia. L’ex sito di smaltimento dei rifiuti, che è circondato da campi minati in una foresta, era stato convertito in un campo profughi nel giugno 2019 ma non ha mai offerto un adeguato riparo, acqua pulita o vestiti ai tantissimi bambini bloccati lì nel tentativo di raggiungere l’Europa.

 

Ieri otto autobus sono stati inviati a Vucjak come previsto per il trasferimento di circa 370 uomini nel centro di accoglienza temporanea di Usivak, a Sarajevo e altri sei autobus hanno portato i rimanenti 280 rifugiati di Vucjak in un altro campo a Blazuj.

 

Secondo le testimonianze degli operatori di Save the Children si registrano continui nuovi arrivi nei campi, e nel corso del 2019 l’Organizzazione ha supportato circa 2.000 minori non accompagnati e rifugiati in Bosnia, con una presenza dentro e fuori dai campi a Una Sana e a Tuzla, due dei Cantoni in Bosnia Erzegovina dove è maggiore la presenza di famiglie, bambini e minori non accompagnati.

 

Aazar *, 14 anni, viveva a Vucjak da alcune settimane, dopo aver lasciato l’Afghanistan 18 mesi fa per venire in Europa: “Ci sentivamo spaventati sulle montagne. Eravamo in tre o quattro, e c’erano anche i lupi. Questa è la parte spaventosa, ma abbiamo paura anche della polizia. Vogliamo che le persone che sono qui arrivino in Europa. Io voglio andare in Francia. ”

 

Gli operatori di Save the Children hanno confermato l’esistenza di diversi casi di bambini che viaggiano in gruppo con uomini adulti single che non sono loro parenti, e sono quindi esposti a una serie di rischi per mancanza di protezione.

 

Anche Jakey *, 15 anni, è afghano e alloggia in uno degli altri campi. E’ arrivato dalla Turchia, passando per la Serbia e ora è bloccato in Bosnia Erzegovina. “C’è una situazione davvero difficile nel mio Paese per ragazzi di 15, 16 anni. I talebani possono arrivare in qualunque momento per arruolarti, e se ti rifiuti possono ucciderti. Quando eravamo al confine dell’Iran con la Turchia, ho visto morire due persone, uno che proveniva dall’Iran e uno dall’Afghanistan. Per arrivare qui ho viaggiato in treno con un amico, ma 50 chilometri prima di arrivare ci hanno buttato giù dal treno. Qualcuno ci ha mostrato sul GPS dov’era il campo, mi ci è voluto un giorno di cammino per arrivare al campo”.

 

“Il campo di Vucjak finalmente sta chiudendo perchè non era un luogo adatto. I bambini che erano a Vucjak si trovano ora in luoghi più sicuri, ma devono ancora affrontare dei rischi. Il governo nazionale e l’UE devono agire e trovare soluzioni adeguate, compreso un riparo adatto per rifugiati e migranti, in particolare per i ragazzi e gli altri gruppi vulnerabili. I minori non accompagnati hanno bisogno di cure e protezione specifiche. L’UE non può distogliere lo sguardo da questo problema: deve garantire ai minori l’accesso alla protezione e ai percorsi legali come il reinsediamento, il ricongiungimento familiare e un sistema di asilo ben funzionante. Le guardie di frontiera dovrebbero essere addestrate per proteggere i bambini, invece di respingerli” ha dichiarato Andrea Zeravcic, Direttore nazionale per Save the Children in Bosnia Erzegovina.

 

Nel nord del Paese le persone che stanno cercando di attraversare il confine con la Croazia si trovano di fronte a respingimenti da parte delle autorità croate, con numerosi incidenti segnalati da rifugiati e minori migranti, adulti e agenzie umanitarie sul campo. Molti bambini segnalano maltrattamenti e violenze o assistono a violenze durante i respingimenti, inclusi furti, estorsioni o distruzione di proprietà, minacce, umiliazioni e abusi fisici.

 

Il supporto di Save the Children è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, nei centri di accoglienza, per fornire assistenza a minori non accompagnati o che hanno smarrito i parenti, e alle famiglie con bambini. L’Organizzazione opera anche con team mobili per facilitare l’accesso ai luoghi di accoglienza, la registrazione, la consulenza legale e altri servizi essenziali per chi è appena arrivato, per le persone che non hanno trovato rifugio o per quelle che sono state respinte dalla Croazia. Save the Children facilita anche l’iscrizione scolastica a rifugiati e bambini migranti fornendo accompagnatori scolastici, mediatori culturali, pasti e sostegno alle scuole locali.

 

 

 

Per ulteriori informazioni:

Tel. 06-48070023/63/81/82
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

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