Palestina, UMEM, CO-MAI – AISC NEWS: Grazie alla popolazione italiana

Palestina, UMEM, CO-MAI – AISC NEWS: “Grazie alla popolazione italiana e ai partiti politici per il rinnovato impegno a favore del popolo palestinese. Serve però una voce comune per una pace giusta e finalmente duratura”.
Prof. Foad Aodi e Consigli Direttivi delle Associazioni:
“Ringraziamo tutte le forze politiche che stanno dando ascolto alla voce della società civile. È il momento dell’unità, per proteggere i diritti umani e sostenere il principio di due popoli e due Stati. Il nostro appello è chiaro: la pace non può attendere, la vita dei civili deve essere una priorità.”
ROMA, 9 GIUGNO 2025 – UMEM (Unione Medica Euromediterranea), la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire esprimono un sentito ringraziamento alla popolazione italiana e a tutte le forze politiche che, dopo mesi di silenzio drammatico, hanno raccolto l’appello della società civile manifestando in piazza per la pace in Palestina.
A dare voce all’appello per l’unità è il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, direttore di AISC News – Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini, docente universitario, membro del Registro Esperti FNOMCeO e già consigliere dell’OMCeO di Roma:
“Quello che abbiamo visto in questi giorni nelle piazze italiane, da Roma a Milano, è il segno concreto che la coscienza collettiva si sta muovendo. Dopo quasi due anni di conflitto ininterrotto, le istituzioni stanno ascoltando l’appello della gente. Ed è proprio grazie alla pressione della popolazione che la politica ha sentito il dovere morale di agire.”
La manifestazione a Roma: segnale di speranza e impegno
La grande partecipazione alla manifestazione per la Palestina, svoltasi a Roma, rappresenta un segnale tangibile di una volontà trasversale di mobilitarsi per i diritti umani, la protezione dei civili, la tutela dei bambini e il rilancio di un processo di pace vero e duraturo. UMEM e Co-mai riconoscono e apprezzano l’impegno di tutti i partiti politici che, pur con approcci differenti, hanno scelto di dare visibilità a una causa umanitaria e internazionale che non può più essere ignorata.
Durante la manifestazione di Roma abbiamo assistito a momenti di grande rilevanza sociale, a favore del dialogo e della pace, senza alcun riferimento ad antisemitismo o tematiche religiose. La questione è, come chiarito, di natura politica, non religiosa.
Ringraziamo dunque tutti i partiti che hanno partecipato: è vero, questa mobilitazione arriva in ritardo, vista la drammatica durata di oltre 20 mesi di conflitto, ma come si dice, meglio tardi che mai. Ora però è fondamentale proseguire. Per dare continuità a questa iniziativa politica, serve un percorso di dialogo inclusivo, che coinvolga tutte le comunità: araba, palestinese e tutte le forze politiche, comprese quelle che hanno manifestato separatamente a Milano.
Gli atroci dati del conflitto
- 1.800 i morti tra professionisti sanitari dall’inizio della guerra.
- Ospedali a rischio chiusura totale entro 24 ore se non arriveranno carburante e forniture mediche di ogni tipo.
- Attualmente alcuni ospedali funzionano solo al 20% per mancanza di tutto ciò che serve per curare feriti gravissimi e malati cronici.
È importante sottolineare che non si è registrato un coinvolgimento diretto delle comunità arabe e palestinesi. Un’occasione da recuperare per dare maggior credibilità a questo impegno e dimostrare che non si è trattato solo di una risposta politica o elettorale.
A nome della Co-mai e dell’AISC, ringraziamo Giuseppe Conte, Elly Schlein, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi per la loro partecipazione. Invitiamo anche Matteo Renzi e Carlo Calenda a unirsi a questo percorso, così come tutti gli altri partiti, affinché non restino in silenzio di fronte a un’emergenza umanitaria e sanitaria che riguarda i diritti, la pace e il principio dei due popoli e due Stati.
“La voce della pace può essere più forte del rumore della guerra”
“Serve un intervento immediato, strutturato e coordinato”, sottolinea il Prof. Aodi, “per istituire corridoi sanitari permanenti, riaprire gli ospedali, proteggere i professionisti della salute e portare avanti campagne internazionali di sostegno alimentare e psicologico. La salute è un diritto inalienabile che va garantito a tutti, a partire da bambini e donne.”
Salvare vite, ricostruire speranza
I dati che arrivano da Gaza sono drammatici:
- Oltre 54.880 morti,
- Più di 126.227 feriti,
- 70.000 bambini a rischio malnutrizione e
- Condizioni sanitarie disperate.
Secondo il monitoraggio di UMEM-Co-mai e AISC News, molte famiglie vivono con un solo pasto ogni tre giorni e si registrano continue perdite anche tra chi tenta di accedere agli aiuti umanitari (oltre 122 morti).
Unità per la pace: due popoli, due Stati
Nel rispetto del principio della coesistenza pacifica e del diritto internazionale, le associazioni firmatarie ribadiscono la necessità della soluzione “due popoli, due Stati”. Una Palestina indipendente, libera e riconosciuta è l’unica via per una stabilità duratura, nel rispetto reciproco tra israeliani e palestinesi.
“Non possiamo accettare che si parli solo di Gaza – ricorda Aodi – dimenticando la Cisgiordania e l’intero popolo palestinese.” Serve una visione più ampia, che riporti al centro la questione dello Stato palestinese e una diplomazia forte, costruttiva e aperta al dialogo. L’Italia può e deve giocare un ruolo centrale in questa missione.
Ringraziamenti e appello all’impegno istituzionale
Il comunicato continua con un messaggio di gratitudine rivolto al popolo italiano e alle istituzioni politiche:
“Siamo grati a chi ha scelto di esporsi per il bene comune. La politica ha oggi una grande responsabilità: trasformare la mobilitazione civile in un’azione concreta per la pace. Lavoriamo insieme, uniti, per superare l’odio e costruire ponti, non muri.”
Le associazioni chiedono che l’Italia si faccia promotrice in Europa e nel Mediterraneo di un piano umanitario e diplomatico condiviso, capace di garantire aiuti immediati e di avviare un tavolo di confronto multilaterale.
Una volta per tutte diciamo no ai “pericolosi muri politici”
Non è utile a nessuno, anzi è dannoso un dialogo unilaterale, che venga da una parte o dall’altra. Bisogna avere il coraggio di superare i muri mentali, politici e mediatici per parlare, perché la pace si ottiene solo tra i nemici.
Noi continueremo a combattere ogni forma di antisemitismo, antislamofobia, anticristianesimo e ogni altra forma di discriminazione religiosa.
Dal 2000, all’interno di AMSI, Uniti per Unire e Co-mai, dialoghiamo con tutte le religioni, compresi musulmani, cristiani, ebrei, copti, anglicani, nessuno escluso. Per questo, bisogna concentrare la questione palestinese-israeliana esclusivamente su un piano politico, risolverla dal punto di vista mediatico, parlare dell’intera Palestina: fare il tifo per uno escludendo l’altro non porta a nulla.
Serve coraggio, e passeranno alla storia i partiti politici trasparenti che hanno sempre messo la faccia a favore della solidarietà, del dialogo e del rispetto reciproco. Per questo, continuiamo a sostenere con determinazione e senza ambiguità:
no alle guerre, no all’invio di armi; sì alla solidarietà, ai corridoi sanitari, a un’alleanza sanitaria mondiale per sconfiggere fame, distruzioni e le morti di medici e professionisti della sanità.
Per questo promuoviamo, come Co-mai, AMSI, Uniti per Unire, UMEM e AISC News, un’alleanza sanitaria mondiale …per combattere le emergenze sanitarie e umanitarie nel mondo, la fame e la morte dei bambini causate da fame e sete.
Chiediamo a tutti i partiti politici di aderire a una manifestazione nazionale, senza bandiere di partito, per:
- la pace tra palestinesi e israeliani,
- il dialogo tra palestinesi, ebrei, musulmani e cristiani,
- la pace e un dialogo intelligente,
- e per combattere ogni forma di antisemitismo, antislamofobia e anticristianesimo.
Foad Aodi: l’impegno della medicina, della cultura e del dialogo per la pace
Come medico impegnato da decenni nella promozione della salute globale e nella tutela dei diritti umani, Aodi sottolinea:
“I medici, oggi più che mai, sono testimoni diretti del dolore e della speranza. Abbiamo il dovere etico di dare voce a chi non ha voce, di proteggere ogni vita, senza confini né bandiere. Continueremo a farlo, in Italia e nel mondo.”
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