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Per il prossimo conclave, un papa ‘bergogliano’?

Aprile 22
14:54 2025

Fermo restando che come cristiani la scelta di un papa, e cioè del Vescovo di Roma, è da attribuirsi allo Spirito – che consente la convergenza sulla quale i gruppi di cardinali alla fine si orientano per quella  elezione/soluzione che approderà alla conferma e all’accettazione da parte del candidato più votato, e quindi al ‘nuntio vobis’,-  la rosa dei papabili nel prossimo conclave non sarebbe poi tanto ampia, anzitutto perché molti cardinali sono di recente elezione e con scarsa esperienza internazionale (anche dal punto di vista della conoscenza delle lingue, ecc.), in secondo luogo alcuni sono già anziani (come i nati tra il 1945 e il 1948; Bergoglio fu una eccezione in quanto era già stato candidato nel precedente conclave del 2005). Ma quali nomi potrebbero proseguire l’itinerario intrapreso da papa Francesco? Intanto sarebbero da escludere anzitutto i cardinali sudamericani (non si può ipotizzare un nuovo sudamericano dopo l’argentino Bergoglio). Riguardo gli americani (Stati Uniti) la conferenza episcopale americana è alquanto divisa ed il più ‘papabile’ potrebbe essere solo il cardinal Cuich di Chicago, un vescovo che si distacca dal resto dei vescovi statunitensi, prevalentemente conservatori e trumpiani e per lo più ‘antibergogliani’, (con più di qualche ‘simpatia’ per personaggi come lo scomunicato monsignor Carlo Maria Viganò e soprattutto per Steve Bannon, consigliere di Trump nel 2019 …). Mentre l’attuale camerlengo, l’irlandese Farrell (ma cardinale vescovo di Washington), nato nel 1947, non dovrebbe rientrare nella rosa dei papabili.

    Non si è ancora avuto un papa ‘orientale’, asiatico, ma le candidature potrebbero ridursi soprattutto a favore del cardinale Luis Antonio Tagle arcivescovo di Manila nelle Filippine.

Poco probabile una candidatura africana, anche se il più accreditato potrebbe essere Diedonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, nella Repubblica Centrafricana (nato nel 1967).

     In quanto all’Europa, sarebbe da escludere (dopo Ratzinger) un nuovo papa tedesco, pur se l’esponente più qualificato è senz’altro il cardinale di Monaco, Reinhard Marx (1953, molto vicino a Bergoglio), seguono il cardinale di Malta, Mario Grech, l’algerino Jean-Marc Avelin vescovo di Marsiglia; qualche prospettiva anche per lo scandinavo carmelitano Anders Harborelius (1949), e per il cardinale del Luxemburgo, Jean-Claude Hollerich (classe 1958, vicino ai Focolarini). A quest’ultimo può nuocere però il fatto di essere gesuita come lo era Bergoglio.  Infine Willem Jacobus Eijk dei Paesi Bassi, arcivescovo (conservatore) di Utrectk (1953).   Poiché non più elettore, è naturalmente escluso il cardinale che è stato più vicino a Francesco, cioè il teologo Walter Kasper (1933).   Nella rosa ‘occidentale’ si inserirebbero anche gli italiani: soprattutto Piero Parolin (classe 1955), Mauro Gambetti (1965, francescano, arciprete della basilica vaticana), e Marcello Semeraro (1947), già vescovo di Albano e Amministratore apostolico dell’Abazia di Grottaferrata, e, se dovesse avere peso la comunità di ‘Santegidio’, ci sarebbe anche Matteo Zuppi (1955). Inoltre, per una rinnovata apertura all’ecumenismo, potrebbe inserirsi anche il prefetto del Dicastero per le chiese orientali, Claudio Gugerotti, veronese (1955), che è stato anche nunzio apostolico in Ucraina. Qualche chance potrebbe avere l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia (1963); mentre poche probabilità avrebbero il vicario di Roma, Baldassarre Reina (1970, siciliano), e il cardinale arcivescovo di Torino, il teologo Matteo Lepore (1967), troppo ‘giovani’. Per un segno tangibile di maggior apertura al Medioriente, si potrebbero citare due cardinali, il patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa (1965) e il cardinale iracheno Louis Raphael (Zako) Sako (1948).

    Naturalmente queste sono solo ipotesi e non vanno certo ritenute previsioni, calcolando poi, che, seppure non entreranno in conclave i cardinali non più elettori (per raggiunti limiti di età o impossibilitati), anche le loro indicazioni saranno soppesate dai cardinali elettori che, nella cappella Sistina, dopo l ‘extra omnes, saranno impegnati a scegliere il nuovo Vescovo di Roma. Resta sempre valido il detto che chi entra papa ne esce cardinale (detto che tuttavia non si verificò per Ratzinger!); le consultazioni prenderanno via subito dopo la sepoltura di papa Francesco, e confluiranno nel conclave che inizierà nella prima settimana di maggio. Una effettiva riconoscenza per il papa scomparso e per la sua continuità magisteriale sarebbe quella dell’elezione di un cardinale’ bergogliano’, per una chiesa impegnata sempre di più a comprendere le problematiche di questo terzo millennio per sostenere una fede rispondente ai segni dei tempi proseguendo nel metodo sinodale intrapreso in questi anni ma attuando anche le necessarie riforme.

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