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REGIONALI: UN ESITO SCONTATO

Febbraio 14
17:24 2023

       Come era facilmente previsto l’astensionismo è stato il grande vincitore di queste elezioni regionali. I motivi sono ormai noti anche se diversificati. Fermandoci solo alla Regione Lazio, la stessa campagna elettorale non si è mai dimostrata una vera presentazione di programmi chiari, precisi e supportati da candidati veramente ‘appetibili’ che potessero appassionare la partecipazione degli elettori. I problemi che toccano l’ambiente, la sanità, il lavoro e altre urgenze non hanno avuto un rilievo che non fosse solo parolaio. Si è trattato della solita minestra riscaldata che non piace agli italiani non più interessati alla politica. Tanto più che il ‘dibattito’(?) nei circoli locali è praticamente scomparso, e chi è già ‘arrivato’ a suo tempo, non ha altro da fare che cercare di confermare il proprio ‘mandato’ (sindaci, governatori regionali, ecc., aspettando le scadenze abituali delle solite ‘prossime’ elezioni).    

      La stessa ‘campagna’ elettorale di questi giorni è stata sostanzialmente inesistente se si guardava   pure alle plance, ai tabelloni pubblicitari elettorali, rimasti vuoti di simboli e candidati. Evidente anche (e questo è un altro fattore da considerare) che forse non sono calati dall’alto i soldi almeno necessari per …i manifesti! I pochi cittadini che sono andati a votare (meno del 40%) sono stati per lo più quelli dello ‘zoccolo duro’, cioè coloro che hanno avuto da anni sempre lo stesso orientamento e non se la sono sentiti di cambiare atteggiamento, sia dall’una che dall’altra parte. Ma tant’è: agli eletti – qualunque sia stata la loro percentuale di elettori – spetterà il governo della regione e agli sconfitti cercare di arginare eventuali ‘esondazioni’! E tuttavia non si potrà da entrambe le parti convergere su proposte legislative condivisibili ma non al ribasso.

    Andando più addentro alle coalizioni e alle ‘forze’ politiche interne:  alla coalizione  della ‘pseudo-sinistra’, microscopici gruppetti si solo alleati per cercare di sortirne qualche piccolo segno di benevolenza qualora avesse vinto il PD, ma è ovvio che chi ha guadagnato in immagine è stata Fratelli d’Italia, del resto una forza di destra che nel Lazio (dai tempi del Movimento Sociale) ha avuto sempre un largo sostegno, mentre dentro la coalizione chi ha potuto approfittarne, ma mettendosi ormai al servizio di FdL, sono state, ovviamente la Lega (che non ha avuto però movimenti di rilievo anzi un segno meno) e la sempre più fioca ‘Forza Italia’ che va spegnendosi come la candela dell’ex ‘cavaliere’. Così anche i due alleati non potranno che sottomettersi al ‘vincente’. Delle altre forze politiche non è il caso di parlarne. Ora chi avrà il compito di governare la Regione non può non affrontare celermente e attraverso scelte e attuazioni pratiche, i grossi problemi che soprattutto, nel Lazio e a Roma in particolare, (Roma padrona’, più che la bossiana ‘ladrona’), che sono stanzialmente la sanità (che spesso è allo sfascio, perché si sono costruiti i grandi ‘poli’ ma difficili da raggiungere, come l’Ospedale dei Castelli tanto decantato, e si sono sempre più sguarniti gli Ospedali sul territorio e con l’ingolfamento generale dei Pronto soccorso), senza contare la carenza cronica di personale; il lavoro (il Lazio è la regione che nel 2023 avrà il maggior tasso di disoccupazione dopo la Sicilia, mentre la provincia di Roma raggiunge quasi il 12 % di disoccupati quasi come Rieti); il territorio e l’ambiente (con l’aggressione al territorio che si sta avendo  dall’espandersi sempre edilizia di Roma nell’area metropolitana); i trasporti (che non funzionano né a livello urbano né tantomeno provinciale. Grosse aziende e ricettacolo di clientelismo con scarsi o problematici servizi agli utenti. In una regione così disastrata nonostante la propaganda di immagine, è ovvio che poi l’estrema speranza è quella di affidarsi…alla Croce Rossa!

   Infine, ma non è da poco, l’effetto del ‘radicalismo’ del PD (soprattutto a livello nazionale) a difesa o sostegno di pseudo diritti civili spesso facenti capo a minoranze rumorose e probabilmente legate a lobbies particolari, non ha certo giovato alla ricerca di soluzioni per i problemi di cui sopra si accennava e forse molta gente è stata colpita dall’’effetto…Sanremo’, l’ambiguità pubblicitaria mascherata da qualche canzonetta!

 

 

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