RICETTE CASTELLANE?
Valorizzare il prodotto locale, quel prodotto che è diventato tradizione e quindi tipico di un territorio (Castelli Romani). La “Romanella”, ossia lo spumantino castellano e i carciofi romaneschi sono due prodotti tipici. Per quanto riguarda la romanella o “boccetta” come viene chiamata, si realizza bianca e rossa dolce e secca. Quella bianca “secca” potrebbe essere utilizzata, oltre che per accompagnare il tipico dolce castellano che è la ciambella, per realizzare un risotto “alla romanella”. Soffritto a base di cipolla utilizzando olio extravergine di oliva o burro, poi il riso che, una volta tostato viene sfumato con appunto la romanella, eventualmente aromatizzato con mentuccia (erbe aromatiche tipiche dei castelli), e poi mantecato con burro e un formaggio stagionato magari anche locale. Con la boccetta rossa invece, si potrebbe realizzare un altro risotto a base di soffritto di cipolla, in olio extravergine di oliva, poi si aggiunge il radicchio rosso, mentuccia, si sala e si sfuma con lo spumantino, sempre secco, ossia non troppo dolce. Una volta aggiunto il riso, a fine cottura si manteca con burro e formaggio stagionato. Naturalmente ambo le ricette sono realizzate con brodo vegetale realizzato con ortaggi freschi. Altre due ricette, scaturite da un’analisi della Sagra del carciofo a Velletri, sono il servire il carciofo alla matticella su bruschetta dove, una volta pulito dalle foglie arrostite, si mangia assieme ad essa, in una rosetta o tra due fette di pane casareccio castellano e la “pasta alla matticella”, ossia la pasta fresca è condita con il carciofo alla matticella fatto a pezzi e fatto appena soffriggere in un intingono uguale al suo condimento interno. E poi magari una spolverata di pecorino romano… Per i dolci, valorizzare il prodotto tipico come es. l’utilizzo di ciambelle per eseguire una sbriciolata, tiramisù (utilizzando ciambelle magari imbevute di romanella dolce o del vino Cannellino), etc. Naturalmente una carta dei vini tipici non può mancare…
P.s. Un fatto personale: durante la Sagra dei carciofi alla matticella a Velletri, mangiando con un cittadino toscano, mi ha rivelato come si cuoce la bistecca alla fiorentina: 8 minuti per lato e 5 in maniera verticale dalla parte dell’osso. E poi sale grosso.
Foto: esempi di romanelle presso la ex grotta vinaria, oggi Museo del vino, in Tinello Borghese di Monte Compatri (palazzo del Comune).
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