Rocca di Papa – I Cavalieri dell’Orcatura sull’onda del vento con Rita Gatti

Sono convinta che l’aura magica del tramonto che filtra tra scaffali di libri, in quel salottino elegante un po’ retró della nostra biblioteca di Rocca di Papa, accolti dalla gentilissima Rosita Millevolte, sia quell’elisir che il respiro del tempo condensa tra le righe, le pagine, le lettere racchiuse tra le copertine dei tanti volumi, condensando ed elargendo tra i presenti, quasi leggera brezza, pensieri, sogni, riflessioni, fantasie che autrici e autori hanno lasciato a chi ama l’ammaliante sogno della lettura. Non si scrivono pensieri e periodi così lunghi, lo so: lo insegnavo ai cuccioli quando ero a scuola… eppure mi piace pensare che in esso vi sia quell’impalpabile velo di seta che ha sfiorato tutti noi presenti ieri 22 maggio all’incontro dei Cavalieri dell’Orcatura con Rita Gatti, carissima amica quasi omonima. Un bel salotto letterario improvvisato al momento e il suo libro Catch the wind ci ha riportati indietro nel tempo, in quel periodo di contestazione e protesta giovanile che dal ’68 al ’77 del secolo scorso ha fatto fibrillare quella staticità conservatrice contro il capitalismo, spallando convenzioni, ipocrisie, ingiustizie.
Un salto in un mondo nel quale le giovani generazioni di allora sognavano di poter rivoluzionare e rinnovare il mondo, creando una forza fatta di speranze, aspirazioni, desiderio di uguaglianza, giustizia, pace…
Una spallata all’immobilità socio-politica e s’apre la porta al movimento femminista, alle leggi che tutelano la donna come persona con la promulgazione di quella sull’aborto, il divorzio, la realizzazione di asili nido… un cambiamento di stile, abbigliamento, atteggiamenti che rivendicano la libertà e la tenacia del pensiero dell’altra metà del cielo, fino ad allora relegata tra le regole di austere famiglie patriarcali.
Un lavoro di sinergia tra i Cavalieri: attenta e puntuale Lorena Gatta quale lettrice e ottima interlocutrice, con la Gatti stimola spunti, chiarimenti, interrogativi, riflessioni ed ecco tra i presenti animarsi la protagonista, una ragazza rivoluzionaria proveniente da una famiglia benestante e due sue amiche, sognatrici e rivoluzionarie come tutte le ragazze dell’epoca appena descritta. Tra le pagine della storia, lette con realismo ed espressività da Massimo Onesti, il pubblico viene catapultato nelle particolari situazioni descritte, anche forti, di lotte e contestazione dura, grazie a un linguaggio che richiama la sceneggiatura di un film – e Rita Gatti ha esperienza da vendere in questo campo – grazie a flash back e altre creatività narrative. Ottimo moderatore Franco Antonucci che non ha mancato di offrire spunti e riflessioni dei più grandi successi della beat generation internazionale magistralmente eseguiti da Artisiano D’Ambrogio: Don’t le me be Misunderstood; No woman no cry; Happy Together; Knockin’ heaven’ s Door; Moonlight Shadow…
Il tutto ben documentato nel video girato con professionale abilità dal quinto Cavaliere, PaoloVinciguerra.
Un salto nel passato e quante condivise riflessioni hanno accomunato la platea presente: molti di noi sono tornati a rivivere quei giorni dell’adolescenza o hanno, i più giovani – purtroppo non molti -, immaginato coloro che oggi sono nonni, scatenati, scalmanati e intrepidi guerrieri senza armi che volevano cambiare il mondo.
Cosa ci ha fermati? Perché le premesse e le promesse sono state disattese? Perché quella solidarietà tutta al femminile – attive femministe la protagonista e colei che le ha dato vita nel romanzo – quella solidarietà, si diceva, non ha poi avuto seguito? Il dibattito è stato coinvolgente e molti gli spunti di riflessione che ne sono scaturiti. Ma la parola d’ordine finale è stata comune: mai perdere la speranza, mai arrendersi… vanno coinvolti i giovani, vanno ricreati momenti di vera vita, eliminando tutto quel virtuale che sta intossicando la nostra esistenza, va ripensato il mondo. Ma come? Intanto prenderne coscienza è fondamentale e la rinascita si fa seminando: da adulti, nonni, genitori, insegnanti, portando nella scuola esperienze e storia; nella famiglia, dialogo; nella società incontri e dibattiti… ce lo devono le nuove generazioni di oggi, ce lo devono quelle giovani di ieri, dell’altro ieri, dei secoli scorsi, tutti coloro che mai si sono arresi e hanno lottato anche predicando la non violenza, la disobbedienza civile quando inciviltà, intolleranza, pregiudizi, discriminazioni e genocidi ci sbattono in faccia che Umanità è altra cosa.
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