Sisti (UDC) -Pillola abortiva: la donna lasciata di nuovo sola
La donna che ricorre alla pratica dell’aborto, prosegue la Sisti, è una donna sola; una donna priva di tutele e del necessario sostegno che affronta il momento dell’aborto senza il giusto ed umano appoggio che una società civile dell’era moderna dovrebbe dare.
Io, a tal proposito, vorrei richiamare il libro “Quello che resta” una pubblicazione che denuncia l’urgenza di affrontare il problema dell’aborto partendo dall’aborto stesso, dalla donna e dalle sue vicissitudini.
Nel libro vengono evidenziate le ipocrisie, le conseguenze drammatiche, i dolori profondi che accompagnano per tutta la vita l’esistenza di una donna, privata del suo più grande dono.
L’interruzione di gravidanza è un evento traumatico in quanto produce un notevole stress, sopprime gli elementi di identificazione con il bambino.
Attualmente, a livello internazionale, sono riconosciuti 3 quadri nosologici:
la psicosi post-aborto, stress post-aborto,la sindrome da trauma conseguente ad aborto (SPA).
L’interruzione di gravidanza è fortemente connotata dalla solitudine della donna; la donna si ritrova ad affrontare da sola un evento che non ha ripercussioni solo sul suo stato fisico ma su tutta la sua vita psichica.
Papa Giovanni Paolo II nella Enciclica “Evangelium Vitae”parlava di una oggettiva “congiura contro la vita”operata da Istituzioni Internazionali impegnate ad organizzare e programmare vere campagne a favore dell’aborto. Il Papa ha invitato le donne che hanno superato il trauma dell’aborto a lavorare per la vita .
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