Storie di resitenza ri-esistenza (II parte)
Chi sono da dove vengo e dove sto andando
Prima parte pubblicata su Controluce a fine marzo 2025 (Storie di resistenza ri-esistenza | Notizie in Controluce).
Come andò a finire dopo ben circa sette traslochi in un anno… appena arrivata per lavorare (quando lavoravo a Liège per la borsa della Regione Lazio “Torno Subito” nel 2018) e dopo il trasferimento nella caotica e rumorosa “capitale europea”, Bruxelles? Ebbene cercherò di raccontarvi brevemente le avventure che mi capitarono. Prima di partire per Liège, attraverso un sito internet che sembrava essere abbastanza affidabile, prenotai una stanza in affitto in una casa abitata da una proprietaria nel quartiere di Saint Léonard, un bellissimo quartiere della magnifica, romantica e relativamente calma città di Liège. I “problemi”, sebbene apparentemente non gravi, incominciarono da subito e riguardavano l’aspetto economico… fin quando la proprietaria non arrivò addirittura a chiedermi e pretendere la caparra dell’affitto della stanza direttamente a mano, senza dover versare la quota alla banca! Per fortuna che allora avevo un buon posto di lavoro… quando le mie colleghe seppero ciò mi dissero di cercare un’altra stanza, e che avrebbero scritto loro una lettera alla proprietaria di casa. Così feci e, solo dopo un mese che ero lì, rifeci le valigie (allora ne avevo solo due!) e mi trasferii in un altro quartiere di Liège, in un altro appartamento, in cui coabitavo con una studentessa e ballerina francese, Juliette (molto giovane) ed uno studente di psicologia, Robin. La convivenza fu piacevole, tuttavia passammo insieme solo il mese di febbraio, perché avevo trovato una sistemazione provvisoria occupando la stanza di Tommy, che era partito per un mese di vacanze verso luoghi caldi! Per fortuna però la terza sistemazione durò un po’ di più di un mese (da marzo a giugno 2018): trovai, grazie sempre allo SCI (Service Civil International) con cui lavoravo ed avevo fatto volontariato dall’età di vent’anni, una stanza in un appartamento in convivenza con due ragazze francesi: un’assistente sociale, Aura è il suo nome, e Cyrielle, una ragazza molto simpatica e sensibile che studiava osteopatia in Belgio perché in Francia i corsi sono a numero chiuso. Tuttavia anche se vivevo in coabitazione con loro (e non più sola da tanto tempo) non le vedevo mai (!) perché erano sempre con i rispettivi fidanzati. Terminai così il mio contratto di lavoro a giugno ed ebbi “una settimana di respiro” a Liège, la prima settimana di luglio, prima di trasferirmi a Bruxelles dove avevo trovato un altro lavoro, sempre come animatrice, in una scuola musicale. In quell’ultima settimana di soggiorno a Liège mi trasferii (sempre con le mie due valigie) in casa di Astrid, una ragazza molto simpatica che avevo conosciuto sempre grazie allo SCI, e che da lì a poco si sarebbe trasferita all’estero per insegnare francese (prima in Spagna e poi in Africa!). Ecco che ero al mio quarto trasferimento ma ci avevo quasi preso gusto. Non mi dispiaceva cambiare abitazione ed avere così l’opportunità d’incontrare altre persone, e di esplorare altri ambienti e luoghi interessanti. Liège mi piacque molto perché è una cittadina abbastanza tranquilla: non c’è metro, il traffico stradale miracolosamente non esiste (incredibile ma vero) ed è molto romantica, per via del fiume che l’attraversa, e l’ambiente è abbastanza familiare e multietnico: le persone si salutano, comunicano e sono abbastanza solidari. Come Liège anche Bruxelles era ed è tuttora protagonista di una grande migrazione da parte di varie comunità, tra cui una grande comunità italiana. Si dice che in Belgio le comunità di migranti più grandi siano in ordine decrescente: 1. La comunità francese; 2. La marocchina (ex-schiavi soldati); 3. L’italiana (ex-schiavi minatori); 4. La spagnola (ex-schiave domestiche) e poi via di seguito (la polacca, la turca, la portoghese, l’africana etc. etc.). È sorprendente pensare a quante piccole e grandi comunità allo stesso tempo, ci siano in un paese così piccolo!
Arrivai a Bruxelles l’8 luglio 2018. Avevo trovato una sistemazione provvisoria in casa di un’amica di origine spagnola ma che ha vissuto da molto tempo in Belgio, Ana, che avevo conosciuto grazie alla mia esperienza con lo SCI ed il teatro dell’oppresso nel 2015. Infatti, nei mesi estivi Ana e suo figlio partirono ed io potei vivere a casa sua, per me questo quinto trasloco, mentre lavoravo (il mio primo lavoro a Bruxelles nei mesi di luglio ed agosto 2018) fu davvero un miracolo! Cosa successe dopo? Trovai subito un altro lavoro in un ostello della gioventù in periferia (nel quartiere dove tuttora vivo) e mi diedero una stanza dove stare mentre lavoravo. La situazione fu molto caotica e vissi un’esperienza di sfruttamento, per cui dopo soli tre mesi cercai e trovai un altro lavoro in un ostello al centro di Bruxelles; il mio primo lavoro a contratto a tempo indeterminato all’estero. Siccome cambiai lavoro, e luogo di lavoro, cambiai per la settima volta casa (!) cercando una sistemazione più stabile. Questa volta, grazie sempre alla mia amica Ana, trovai una casa minuscola (della grandezza di una roulotte) nello stesso edificio in cui abitava lei con suo figlio. Vissi in quella casa ben un anno e mezzo! Sembrava quindi che finalmente mi fossi stabilizzata… ma in realtà, purtroppo o per fortuna, quando il mare è “apparentemente calmo” (e per me un anno e mezzo era già “tanto” tempo nella stessa casa e con lo stesso lavoro… viste le vicissitudini della mia Vita) ecco che ci si può aspettare anche quasi un “maremoto”, che può scuotere la vita completamente o quasi, a seconda di quanto siamo più o meno direttamente o indirettamente colpiti dai cambiamenti.
Sarà che le capitali non le ho mai gradite più di tanto (troppo caotiche e con una eccessiva densità demografica… eccetera, eccetera) sarà perché provenendo da un piccolo paesino in provincia di Roma mi sentivo a volte come “un pesce fuor d’acqua”; questi condizionamenti (il lavoro, lo studio a tempo pieno e le faccende domestiche) mi indussero sempre più a cercare quello che più desideravo… Il desiderio di comunità e la ricerca della mia “tribù” o “famiglia dell’anima”, crebbe in me sempre di più e mi iscrissi all’università Libre de Bruxelles proprio per svolgere il lavoro che più mi appassiona… lo studio dell’antropologia per una ricerca in Sud America sulle murghe argentine (il mio Sogno nel cassetto da vent’anni a questa parte si stava finalmente realizzando!).
Fu così che, appena iscritta all’università ad ottobre 2019, presentai il mio progetto di tesi ad una giuria e proprio il giorno del mio compleanno, il 13 dicembre 2019, venne approvato! Potevo partire ma… arrivò il Covid19! E con esso poi il mio licenziamento ingiustificato ed i vari lock-down… però quando il Sogno ha “bisogno urgente di uscire” dal cassetto, qualcosa si mette sempre in moto perché si realizzi (se siamo anche noi a muoverci, ovviamente!). Fu così che quell’anno di “sacrifici”, il 2019 (passato a “destreggiarmi” quasi completamente tra il lavoro e lo studio) diede i suoi frutti più tardi, e nel 2022 (proprio quando in Argentina c’era “il picco” di casi di persone colpite dal Corona virus) partii per la prima volta in Sud America. Non sono in grado di descrivere davvero a parole, in un articolo, l’emozione che provai! Posso solo provare a lasciare qui qualche “schizzo di colore” di quel viaggio infinito… Perché fu un viaggio in cui luoghi, persone, musica si fusero con la mia persona come una cosa sola, come se davvero si aprissero in me quei paesaggi già racchiusi nel Cuore; come se fossi un Fiore che avesse bisogno d’essere “piantato ed innaffiato” altrove. Ancora oggi mi stupisce ricordare il carnevale 2022 e tutto quel che vissi laggiù… come un fuoco che da sempre e sempre brucia, e che si accende sempre più… passo dopo passo, salto dopo salto (percuotendo la Terra del mio Amore per la Musica ed una Comunità ricca d’Amore) sebbene poi al mio ritorno in Europa scoppiò la guerra. Si accese e si accende sempre di più “la fiamma delle mie passioni”, come se possa davvero bruciare tutte le ingiustizie, presenti, future, passate… come l’ingiustizia di una guerra già covata e, al mio ritorno in Europa, appena scoppiata in Ucraina. Tempi strani? Tempi bui… o il risultato di un impoverimento, individualismo ed egoismo accentuati anche dalle recenti “crisi” del Covid19… e se “armassimo noi una murga musicale”? Mi dissi, e così cominciai a vagheggiare da subito il Sogno di “fare murga argentina” anche a Bruxelles (come in Argentina, Uruguay, Chile, Italia…). Un Sogno che già nutrivo da tempo. Così presentai il progetto e a marzo 2023 vinsi una borsa per poterlo lanciare. Fu un anno lungo di ateliers, corsi, prove, concerti organizzati insieme a persone fantastiche che già facevano murga altrove (come Antonio Merola e tanti altri). Mi chiedo oggi come alimentare questo fuoco, un fuoco che avrebbe davvero voglia di “spegnere” ogni guerra dolosa e disastro causato volontariamente e senza giuste ragioni; perché la ragione è giusta quando è unita al Cuore pulsante dei popoli che rivendicano i loro diritti e quelli della Natura, e non dissipa e distrugge le Vite, la Vita… in lingua latino americana la parola “Cuore”: “Corazon” indica bene questo concetto di unione inscindibile tra ragione e cuore: Cor-Razon.
Intanto posso dire che quel fuoco mi portò a “lottare” per cercare di far intendere la mia Voce per le ingiustizie che mi erano capitate o che mi capitavano (nella città “predatrice”) come la truffa di Orange, la compagnia telefonica che mai mi rimborsò per il danno causatomi durante l’anno 2022; o ancora la multa ingiustificata della Stib, la impresa di trasporti pubblici a Bruxelles, che non ha mai risposto ai miei reclami, sebbene avessi presentato i documenti che attestavano il mio status di fascia meno abbiente (ed il mio diritto a viaggiare con un abbonamento che in agosto 2024 non si poteva richiedere neanche nei distributori automatici!).
Tornando alla ricerca della Casa, come finì? Ebbene proprio prima del mio viaggio in Argentina a gennaio 2022, l’anziano proprietario dell’edificio, di origine libanese, decise di vendere l’intero edificio ed a luglio 2023 avvenne la vendita. Il nuovo proprietario, un giovane notaio che conobbi di persona appena comprò l’edificio, mi inviò una lettera, solo tre mesi prima della fine dell’anno 2022, dicendomi che dovevo cercare un’altra casa entro la fine dell’anno! Tre mesi nei quali avevo corsi all’università da seguire ed un viaggio per la mia ricerca di tesi in Argentina da compiere… Saltai quindi i corsi all’università (non fu l’unico momento in cui mi venne “impedito” di formarmi e studiare) ed in meno di due settimane visitai ben 11 appartamenti in pochissimi giorni, prima di partire per l’Argentina! Nessun proprietario/a accettò che io potessi affittare casa (nonostante fossero al corrente del mio sussidio di disoccupazione, sufficiente per pagare le spese d’affitto, e nonostante avessi presentato loro una lettera di accompagnamento dei miei genitori, che assicuravano il pagamento dell’affitto). Infatti, sebbene sia illegale in Belgio chiedere da dove proviene il guadagno, perché esiste una legge per cui non si può chiedere e pretendere di sapere da dove provengono i guadagni per decidere di affittare casa; tutti i proprietari di casa mi chiedevano quale fosse la mia fonte di guadagno e, quando dichiaravo loro di avere il sussidio di disoccupazione, nessuno accettava di affittarmi casa. Mi recai quindi al sindacato perché potesse parlare con il proprietario per concedermi un prolungamento dell’affitto, per fortuna il prolungamento avvenne e nel frattempo trovai una casa da comprare (perché l’affitto fu una soluzione impossibile per me)!
Fine II parte
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento