Tony Effe scrive robaccia o c’è altro che non funziona?
Tony Effe scrive robaccia? per quanto riguarda molti amanti della buona musica, anche trapper, sì, epperò gli artisti e i critici dicono che la censura non va bene, e gli artisti si sono ritirati dal Concertone romano previsto per il 31 dicembre prossimo. Anche perché concertone a Roma con sindaco quota PD significava per molti ‘libertà totale’ contrapposta a ‘censura’, magari di destra (diciamo così…)
Ma la differenza la fa sempre il mercato, il seguito: Tony Effe lo produce qualcuno e lo mette sul mercato, ha il suo pubblico, nemmeno esiguo, è stimato dai colleghi (quelli ritiratisi dal Concertone sembra siano tutti d’una stessa casa discografica): le canzoni di Effe potrebbero anche essere lo specchio di certi rapporti maschio/femmina e non il suo vissuto oppure potrebbero essere tutt’e due: il suo vissuto personale più la descrizione di altri vissuti che vede intorno. Considerate tutte queste belle ‘attenuanti’ Tony Effe è un artista che piace a ragazzi e ragazze, uomini e donne, chi ha il diritto di censuralo? Nessuno (anche perché non è un pischello ma un uomo di trent’anni) e può anche darsi, per come va il mercato discografico negli ultimi decenni, che domani canterà la cover Pensami di Julio Iglesias…. La cultura che informa la poca stima per le donne o addirittura i gesti più efferati nei loro confronti è ben altra, ha qualche secolo in più e tre o quattrocento anni addietro produceva canzonette popolari dove re o contadini pensavano a come far fuori la non più amata regina o semplice sposa, madre dei loro figli, per sposare un’altra più bella, più giovane, più ricca, più conveniente politicamente; non parliamo dell’omofobia o della scarsa cultura attorno ai generi e agli individui queer. Se ci si rispetterà, riflettendo ogni giorno su come ci esprimiamo fra noi, non solo fra i due sessi ma anche all’interno dello stesso genere (tenendo a freno il bullismo, i confronti, i paragoni, la competitività, la critica ai corpi), senza troppa, ormai di moda, ‘finta (fintissima) modestia’ ogni qual volta ci rapportiamo con gli altri: potremmo migliorare i rapporti interpersonali, perché non esiste solo un problema di violenza verso il genere femminile (anche se culturalmente l’eliminazione di una donna è sdoganata da sempre e sembra valere meno dell’eliminazione di un uomo) ma non è che siano improvvisamente estinte le risse, gli accoltellamenti, gli omicidi all’interno dello stesso genere, oppure non è che non esista conflittualità fra coppie gay o lesbiche, con separazioni e divorzi a suon di botte e liti infinite sulle proprietà da dividere…poiché non esiste un ‘genere del rispetto’ solo in quanto genere.
Non è che Tony Effe non faccia la differenza con le sue parole e che tutta la violenza a parole, o nei fatti, non faccia la differenza: ma tutti i giorni tante persone si alzano e lavorano per abbassare i toni, rendere più dolce la vita, non prestarsi ad offendere qualcuno; lavorano nel cercare di mitigare il quid di violenza che informa i rapporti umani… ma poi chi l’ha detto che Tony Effe sia così, magari «è che lo disegnano così», per parafrasare la celebre battuta di un vecchio film come Chi ha incastrato Roger Rabbit (intanto i meme sulla faccenda imperversano…). Il Concertone del 31 dicembre, per altro, si farà con grandi artisti a partire dalla PFM; il Comune di Roma ha trovato nuovi accordi, nuove formule dalle quali, forse, si sente più rappresentato, o artisti che, anche per affinità generazionale, sono considerati più vicini ad un certo ‘sentire’. Serena Grizi
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