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Anno VII num 5/6 __________________ Pagina 8 - I Nostri paesi


Anno VII numero 5/6- maggio/giugno 1998 - pagina 7


I NOSTRI PAESI


La Colonna di Colonna

“Stat rosa pristina nomen, nomina nuda tenemus”, di ogni cosa possediamo solamente il suo nome

Riprendo, in apertura di questo mio quarto appuntamento con le pagine di Controluce, il verso del monaco Benedettino Bernardo Morliacense (sec.XII) usato da Umberto Eco nel concludere la straordinaria avventura di Adso da Melk nel suo “Il nome della rosa”; perdonatemi, è la citazione di una citazione, ma le parole ed i nomi si intrecciano nella storia a formare i nodi di una fitta rete fatta di dipendenze reciproche, cercare di arrivare alla loro origine, significa spesso arrivare al cospetto di nuovi e più intricati nodi, ma non è questo il motore della conoscenza umana? Partire da un dubbio e, chiarendolo, farne sorgere altri spesso di dimensioni maggiori. Non volendo dire niente di nuovo, né di incontrovertibile, mi accingo a parlare delle origini del nome di Colonna, lo farò come sempre avvalendomi di osservazioni personali e soprattutto dei dotti studi che mi hanno preceduto.

Molto si è detto circa lorigine del nome Colonna, spesso facendolo discendere dalla famiglia omonima, viceversa fu proprio il castello detto “della Colonna” a dare nome alla famiglia; esiste infatti una pergamena del 1031 in cui il paese figura già con il suo nome attuale, in quel tempo doveva ancora nascere quel Petrus de Columna (cioè di Colonna) a cui si suole attribuire il rango di capostipite della nobile casata.

Altro importantissimo documento a noi conosciuto, il secondo per antichità ma il primo per l'importanza del suo estensore, è quello vergato dall'imperatore di Germania Enrico III che, venuto a Roma e ridotto in soggezione il Lazio, si fermò a Colonna e da qui spedì il rescritto di un lascito a favore del monastero di S.Clemente in Casauria (in Abruzzo presso Pescara); ebbene, questo scritto porta la data del capodanno 1047 ed è “actum ad Columnam civitatem” (redatto presso la città di Colonna), alla certezza del nome Colonna si aggiungono così due notevoli soddisfazioni: l'essere appellati “civitatem” (città) già in piena epoca medievale e l’essere stati prescelti nell'ospitare in una sua sosta nel Lazio, nientemeno che un imperatore.

Suscita curiosità l'usanza tutta colonnese e diffusa in special modo nella popolazione anziana, di far precedere dall'articolo il nome del proprio paese. E’ facile infatti sentir dire “la Colonna” quando la giusta forma sarebbe data dal solo nome della località; quest'uso, a quanto tramandano i nostri concittadini anziani, era molto più comune durante la loro gioventù e sembrerebbe a prima vista associare al nome stesso il suo significato architettonico, quasi che l' intero abitato potesse identificarsi in un ipotetico fusto marmoreo ivi presente.

Presa come veritiera la precedente osservazione si potrebbe pensare ad una antica colonna d’epoca romana qui rimasta fino all'anno mille. Nulla vi sarebbe potuto essere di più facile, è infatti questa una tesi sostenuta da molti importanti studiosi che si sono interessati all'argomento.

Pur pienamente convinti dalle ipotesi degli storici una domanda si fa via via più incalzante: come spiegarsi la sopravvivenza fino ai giorni nostri della insolita usanza linguistica colonnese?

Va osservato che non è mai stato usuale far precedere i nomi di città dall'articolo, a tal punto da far meritare a L'Aquila un posto fra le singolarità della nostra lingua; gli unici altri casi sono quelli in cui il linguaggio popolare associa al luogo una sua caratteristica o una sua parte significativi a tal punto da diventarne simbolo, questa volta preceduto dall’articolo (la toponomastica delle nostre zone fornisce numerosi esempi: “Il monte” per Montecompatri ed altre città “la Rocca” per Rocca Priora o Rocca di Papa ecc.).

Sappiamo che l'origine del nome è quasi certamente da ricercarsi in una colonna superstite della antica Labico Quintanense, forse commemorativa di qualche avvenimento, qui rimasta per secoli; il Caccia ci fornisce in aggiunta una memoria che sarebbe altrimenti andata perduta: riferisce infatti che, negli anni della sua gioventù, i cittadini più anziani ricordavano una grossa ed antica colonna posta nella piazza principale spostata poi dal Duca di Gallese.

L'avvenimento potrebbe risalire tranquillamente ad un'epoca che va da cento a più di centocinquanta anni fa, essendo colui che ce ne parla nato nel 1873 e per quanto l’unico indizio sull'esistenza di questa fantomatica colonna sia al momento una tradizione orale vecchia di almeno un secolo, potrebbe spiegare alla perfezione l’uso comune all’epoca ed oggi legato al lessico dei più anziani di chiamare il paese “la Colonna”. Nessuno dei ragionamenti fatti può assurgere al rango di prova ma credo siano sufficenti per permetterci di fantasticare circa la reale esistenza di quella che doppiamente meriterebbe il titolo di “la colonna”, chi ci assicura che non sia quella la cui base ed il cui capitello ornano ancora oggi l'ingresso alla dimora degli Hardouin. In questa divagazione toponomastica voglio inoltre riportare per la sua bellezza il nome dato alla collina colonnese in una Bolla di papa Onorio III del 3 marzo 1216. Nel documento si indica il castello come “Mons Aureus o Colonna”...... ”Mon

te d'oro”; suona certamente bene, ma non credo possa applicarvisi per estensione il ragionamento finora fatto su Colonna. Scavando miniere nelle cantine delle vostre case, di dorato potreste trovare al massimo un ottimo vino bianco!!

Leonardo Ruggieri


FRASCATI

Le attività della Biblioteca Comunale

Ricchissimo è il programma delle attività culturali promosso per la stagione 1997-98 dalla Biblioteca Comunale di Frascati – sita nei locali dell’edificio del Comune in Piazza Guglielmo Marconi. Nell’ambito di tali proposte sono in corso il giovedì alle ore 19 una serie di incontri, articolati intorno ai diversi temi della cultura italiana e straniera. Giovedì 7 maggio l’argomento dominante è stato La Poesia del 900 italiano, con particolare riferimento al rapporto letteratura-musica e alle considerazioni circa le potenzialità sonore della parola. La serata ha avuto inizio con una conferenza della professoressa Anna Lanza, che ha alternato attente valutazioni circa la pittura, la poesia e la musica e il loro stretto legame. La Corale Tuscolana, diretta da Giovanni Molinari, ha mirabilmente interpretato i versi di Ungaretti, tratti dal Dolore (Non gridate mai più), La fontana malata di Aldo Palazzeschi e i Cori Vespertini di Renzo Rossellini.

In seno alle diverse attività della Biblioteca, grande rilievo è stato posto al progetto di diffusione della lingua internazionale Esperanto. Il corso gratuito, che si è svolto nei mesi di febbraio e marzo il giovedì alle ore 19, prosegue attualmente tutti i martedì alla stessa ora e andrà avanti fino al 23 agosto. Si concluderà con il Congresso Nazionale di Esperanto, che si terrà proprio a Frascati. Tra le proposte della Biblioteca, miranti ad una valorizzazione del sapere, ricordiamo l’Associazione culturale “Casa Pia”, la cui attività è gestita da volontari che si occupano durante tutta la settimana di promuovere programmi formativi a favore dei giovanissimi. Interessante è il progetto denominato “I Sabati della Scienza”, a cui collaborano ricercatori e studiosi dei Centri di Ricerca del territorio. Questi incontri si svolgono dalle ore 17 alle ore 18 e sono rivolti a bambini di età superiore agli otto anni. Per i più piccoli, di età compresa fra i tre e i sette anni, l’appuntamento è

ogni sabato alle ore 10,30.

Il progetto, che fa parte del Consorzio per la gestione del Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani, è quello di diventare il punto di riferimento culturale per tutta la cittadinanza. Tale proposta sta dando esiti positivi, considerando l’adesione e il consenso del numeroso ed eterogeneo pubblico che partecipa alle iniziative suggerite dagli organizzatori – tra di essi si distingue l’operato della signora Rosanna Massi. Tale successo è dovuto non solo all’interessante programma, ma anche all’atteggiamento di apertura nei confronti di quanti abbiano proposte interessanti da sottoporre, affinché la Biblioteca cresca e migliori come servizio a beneficio dei cittadini. Per informazioni e suggerimenti è possibile telefonare al numero 94184239.

Francesca Vannucchi


GROTTAFERRATA

Allarme abusivismo

Un problema che purtroppo continua a colpire tutto il nostro territorio

Mentre a Grottaferrata si continua a discutere sul futuro del nuovo piano regolatore, e molti cercano ancora qualche buco da cementare, ritorna attuale il problema dell'abusivismo edilizio. Nella zona sottostante il Tuscolo infatti sono sorte alcune nuove abitazioni e molte altre sono in via di costruzione. Nella zona vige il divieto di edificazione perché d'interesse archeologico e naturalistico, ma incuranti della legge alcune persone hanno pensato bene di costruire li le loro case. Il bello è che nessuno sembra interessarsene, l'amministrazione in primis, ma anche l'opposizione non ha denunciato pubblicamente, almeno fino ad ora, il fatto. Così nel giro di pochi giorni dove c'era un pollaio (portento!) ora c'è una palazzina di due piani.

Il problema dell'edilizia abusiva è sfortunatamente tornato attuale dopo le rovinose frane della Campania; l'Italia e il centro sud in particolare è un paese dove a forza di condoni edilizi e di assoluto disinteresse delle amministrazioni comunali si è costruito e si continua ad edificare non rispettando le normali procedure. Solo negli ultimi tre anni stime ufficiose parlano di 200.000 alloggi costruiti abusivamente in tutta Italia, con la stragrande predominanza del sud. Nelle nostre zone basta scendere verso la periferia romana per vedere lo scempio che si continua a perpetrare a danno dell'agro (se ancora così si può definire); il bello è che chi costruisce abusivamente non si limita ad edificare piccole casette ma, non badando a spese, mette su palazzine di tre o quattro piani; più vicino a noi basta fare un salto a Rocca di Papa, ai Campi di Annibale o nella povera via delle Barozze per farsi un'idea di come si possa costruire senza nessun vincolo e senza nessuna regola. Speriamo ch

e l'opinione pubblica sia sempre più sensibile a questo problema e che, nel nostro caso, l'amministrazione di Grottaferrata prenda prima possibile una posizione scevra da compromessi e facili vie d'uscita.

Andrea Bellati


          fui io ad inventarli

          e loro a conferma

          viventi con i connotati di esistenti

          antonio "voci" sabato 22 aprile 1995