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Ariccia: gli ‘Sfaccendati’ omaggiano il Sud e Pino Daniele

Ariccia: gli ‘Sfaccendati’ omaggiano il Sud e Pino Daniele
Luglio 12
13:19 2018

Arriva con un po’ di ritardo la cronaca sull’ultimo (forse) concerto estivo nell’ambito della rassegna 2018 I Concerti dell’Accademia degli Sfaccendati, quel Napoli in Jazz di domenica 8 luglio nel cortile interno di Palazzo Chigi. Ma ogni occasione è buona per dare merito alla Coop Art Cestem – Centro Sperimentale per il Teatro e la Musica che da anni porta ai Castelli Romani non solo la buona musica classica nella sua accezione più ampia, ma rende accessibili luoghi bellissimi e difficilmente visitabili come le grandi sale dell’Hotel Villa del Cardinale affacciate sul lago Albano o il magnifico cortile interno di Palazzo Chigi d’Ariccia. Direttore d’Orchestra della serata il jazzista Pino Jodice che con maestria e sensibilità ha condotto due grandi insiemi musicali come l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e lOrchestra Jazz dei Conservatori. Nume tutelare della serata Pino Daniele (1955-2015) a cui sono state dedicate due suite per orchestre e (magistrali) voci più brani indimenticabili per composizione e atmosfere come Sicily. Il percorso della serata si è snodato attraverso la storia musicale della Napoli antica e moderna: in programma musiche di Armando Trovajoli, Roberto De Simone, E. A. Mario (Giovanni Ermete Gaeta) e dello stesso Jodice, che raccontano alla perfezione una delle più grandi tradizioni al mondo, fino alla contemporaneità delle scelte di contaminazione mediterranea, colte quanto popolari, realizzate da Pino Daniele, debitore in tutta la sua produzione, pur mantenendosi originale, alle corde del grande Metheny, alle melodie arabe, e per lungo tempo accompagnato da musicisti di grande caratura come James Senese, Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo e molti altri (Daniele nella sua troppo breve esistenza ha collaborato con più di 150 artisti).

Nel fondersi incredibile delle due orchestre, quella più caratterizzata da suoni jazz e quella con bella sessione di strumenti a corda e voci soliste maschili e femminili, le abilità si sono mescolate lasciando però scoperte, in entrambi i casi, le finezze che le caratterizzano: gli assoli jazzistici dell’ampia sezione fiati e la raffinatezza tutta abruzzese nell’esecuzione degli strumenti a corda. La bravura e la sensibilità del maestro Jodice si sono concretizzate nel dare una voce propria ad ogni aria, nel legare le varie anime del concerto con delicati passaggi di arpa, (ricordando così i varchi fra scene oniriche e realtà o scene intime nei film fra gli anni anni ’50 e ’70). Ricreando appieno l’immaginario di un sud che è strada e mercato rionale, palazzi antichi e nobiltà avite, caldo, mare e acquazzoni, anche nelle composizioni da egli stesso firmate caratterizzate da ritorni molto orecchiabili e con le quali ha omaggiato la brava musicista, nonché moglie, Giuliana Soscia.

Alla fine quando si spandevano nell’aria le parole di Tutta n’ata storia (da l’LP Bella ‘mbriana – 1982) «e nun mme può dà tutta ‘nata storia» – si può solo immaginare la pienezza del suono in un cortile nel quale le note di più di sessanta elementi ritornavano dalle cortine di lecci poste oltre la balconata, col cielo di mille colori prima che calasse la sera – è sembrato che tutto il Sud cantasse che questa nostra storia, da Roma in giù, è tutta un’altra storia per quanto tv e giornali vogliano sempre far credere che si viva quotidianamente ad un passo dal baratro e che esista solo malaffare e inciviltà. Bisognerebbe partire dalle culture musicali regionali per raccontarsi e chiedersi se, a parte le produzioni industriali che danno lavoro ma portano anche inquinamento (per il nord e soprattutto per il sud) e l’alta moda, sia una ‘produzione’ altrettanto importante (Patrimonio dell’Umanità) questa nostra scrittura musicale eseguita con competenza e passione e che riecheggiava l’altra sera in un cortile barocco…Musica e parole e voci che restano e resteranno nei nostri cuori per un tempo oltre la vita di chi le ha scritte e cantate… Speriamo in un ‘a presto’ con I Concerti dell’Accademia degli Sfaccendati e con la musica che unisce e che è parte centrale d’ogni patrimonio culturale che voglia dirsi tale. (Serena Grizi)immagine web

 

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