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Il Quartetto Guadagnini, premiato dalla critica come miglior giovane ensemble

Il Quartetto Guadagnini, premiato dalla critica come miglior giovane ensemble
Marzo 20
14:46 2018

Il Quartetto Guadagnini, premiato dalla critica come miglior giovane ensemble,esegue tre capolavori della grande scuola musicale viennese
Il Quartetto Guadagnini, vincitore nel 2014 del premio della critica musicale italiana come miglior giovane gruppo da camera, sarà ospite della IUC all’Aula Magna della Sapienza martedì 27 marzo alle 20. 30.
Fondato nel 2012 da quattro giovani musicisti provenienti da Ravenna, Pistoia, Roma e Bari, il Quartetto Guadagnini ha preso il nome da un celebre liutaio del ‘700. Vincitore di vari concorsi internazionali, è attualmente tra le più promettenti formazioni cameristiche d’Europa. Ha già suonato nelle più importanti sale da concerto italiane ed inoltre in Francia, Austria, Germania, Svizzera e Cina. Nel 2016 è stato scelto per rappresentare l’eccellenza italiana in Cina presso lo Shanghai Exibition Center, città nella quale ha poi tenuto delle masterclass e si è esibito in diversi concerti. Nello stesso anno ha partecipato al Festival dei 2Mondi di Spoleto quale co-protagonista in scena di “Tre risvegli”, nuovo lavoro di teatro musicale di Silvia Colasanti su testo di Patrizia Cavalli, per la regia di Mario Martone e con la partecipazione dell’attrice Alba Rohrwacher nel ruolo principale.
Il Guadagnini si dedica al grande repertorio quartettistico classico e romantico e rivolge particolare attenzione alla musica moderna e contemporanea. Questo suo ampio ventaglio d’interessi è perfettamente rappresentato in questo loro concerto, imperniato su tre grandi compositori del ‘700, ’800 e ‘900, vissuti tutti e tre a Vienna, capitale indiscussa della musica strumentale durante quei tre secoli.
Ad aprire il concerto è Joseph Haydn, considerato il fondatore del quartetto per archi, di cui sarà eseguito il Quartetto in do maggiore op. 76 n. 3 “Kaiserquatett”, notissimo perché nel secondo movimento utilizza la melodia dell’inno austriaco (poi passata all’inno nazionale tedesco), che lo stesso Haydn aveva composto sulle parole “Gott erhalte den Kaiser” (Dio conservi l’imperatore) e che fu eseguito la prima volta il 12 febbraio 1797 in occasione del compleanno di Francesco II. Con le 6 Bagatelle op. 9 del 1913 di Anton Webern si fa un salto di oltre un secolo fino alla seconda Scuola di Vienna, che diede un apporto fondamentale alla nascita della nuova musica del Novecento. Come tutte le composizioni di Webern, queste sei Bagatelle sono brevissime: le più brevi (la terza e la sesta) durano appena quindici secondi, la più lunga (la quinta) poco più d’un minuto e tutte e sei insieme superano appena i tre minuti. In dimensioni così miniaturistiche anche il minimo dettaglio diventa fondamentale, e questo esige dagli interpreti una precisone ed un rigore estremi.
Chiude il concerto Johannes Brahms, che cronologicamente si situa tra Haydn e Webern: il Quartetto in do minore op. 51 n. 1 del 1873, il primo da lui composto, richiese oltre dieci anni di lavoro, tra dubbi, interruzioni e ripensamenti, causati dalla sua cronica insicurezza e dal timore del confronto con i grandi predecessori, soprattutto con Beethoven. E proprio a Beethoven questo Quartetto è stato accostato per la sua intonazione austera e il suo carattere drammatico, ma non mancano i momenti di avvolgente dolcezza tipici di Brahms.

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