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“IL SEGNO DI USTICA”

Luglio 13
11:15 2021

“IL SEGNO DI USTICA” L’ARTE CHE NASCE DALLA RICERCA DELLA VERITÀ
Giovedì 15 luglio nell’ambito della rassegna “Attorno al Museo” al Parco della Zucca la
presentazione del nuovo libro a cura di Andrea Mochi Sismondi: l’autore ne parlerà con Daria
Bonfietti, Presidente dell’Associazione Nazionale Parenti delle Vittime della strage, Luca
Alessandrini, direttore del Museo della Resistenza di Bologna – Istituto Storico Parri e gli artisti
Flavio Favelli e Giuseppe De Mattia, moderati dal Presidente di Istituzione Bologna Musei
Roberto Grandi
Bologna, 13 luglio 2021 – Si terrà giovedì 15 luglio alle ore 21:15 al Parco della Zucca (via di Saliceto
3/22), nell’ambito della rassegna “Attorno al Museo” dedicata al 41mo della strage di Ustica, la
presentazione del volume “Il segno di Ustica. L’eccezionale percorso artistico nato dalla battaglia per
la verità” (Cuepress) a cura di Andrea Mochi Sismondi, autore e direttore del collettivo di produzione
artistica e teatrale Ateliersi di Bologna: a parlarne con l’autore saranno Daria Bonfietti, Presidente
dell’Associazione Nazionale Parenti delle Vittime della strage, Luca Alessandrini, storico e Direttore del
Museo della resistenza di Bologna – Istituto Storico Parri, gli artisti Giuseppe De Mattia e Flavio Favelli,
moderati dal Presidente di Istituzione Bologna Musei Roberto Grandi. L’accesso alla serata è gratuito
con prenotazione obbligatoria: info al link https://attornoalmuseo.it/eventi/il-segno-di-ustica/.
Il volume si interroga sulle ragioni di un unicum: dalle arti visive al teatro, dal cinema alla fotografia,
dalla poesia alla narrativa alla danza, non c’è disciplina artistica che nel corso degli ultimi 41 anni si sia
sottratta all’urgenza di confrontarsi con la strage di Ustica e con la molteplicità di questioni che la
vicenda ha sollevato e continua, ad oggi, a sollevare. A nessun evento, dal secondo Dopoguerra ad oggi,
è stata dedicata una mole altrettanto ampia, per quantità e qualità, di produzione artistica. Nel libro
sono raccolte le conversazioni tra Mochi Sismondi e le artiste e gli artisti che si sono posti in relazione
con la strage, per confrontarsi con loro sui diversi approcci che ne hanno contraddistinto il lavoro.
Grazie anche al ricco apparato iconografico e alle conversazioni con studiose e studiosi che hanno
approfondito il fenomeno, emerge con nettezza la forza delle opere prodotte, e il segno comune di un
contributo originale e incisivo alla riflessione sulla dimensione politica dell’arte e sul suo rapporto con
la storia. Suddiviso in sezioni intitolate alle diverse discipline artistiche – Il teatro, la musica e la danza,
La poesia, Le arti visive, Le immagini in movimento – il volume si apre con alcune conversazioni attorno
al Museo per la Memoria di Ustica e si chiude con tre dialoghi che prefigurano gli sviluppi futuri della
progettualità per la memoria. Tra i protagonisti delle conversazioni Christian Boltanski, che ha realizzato
l’installazione permanente A proposito di Ustica per il Museo per la Memoria a Bologna, Marco Paolini,
che ha debuttato nel 2000 con il Canto per Ustica che negli anni successivi ha attraversato la Penisola
con centinaia di date, la cantautrice Giovanna Marini, autrice della Ballata di Ustica e di altri brani sulla
tragedia, confluiti poi nell’opera Cantata del secolo breve, Michele Serra e Andrea Aloj, che realizzarono
il dossier Com’è profondo il mare uscito assieme a Cuore nel 1994, raccolta di molte delle vignette
satiriche su Ustica apparse sul leggendario settimanale nel corso degli anni; e ancora Nino Migliori, che
nel 2007 fotografò i relitti del DC-9 durante l’allestimento del Museo, scatti confluiti poi nella mostra
Stragedia, Marco Risi, regista de Il muro di gomma, e molti altri.
“L’incontro con la strage di Ustica è una di quelle esperienze che sono in grado di cambiare la prospettiva
attraverso cui guardi il mondo. È accaduto a me, quando ho iniziato ad approfondire cosa era successo
nei cieli tra Ustica e Ponza il 27 giugno 1980, ed è accaduto ai molti altri artisti e studiosi che si sono posti
in relazione con la strage – dice nell’introduzione al volume Mochi Sismondi, che nel 2016 assieme a
Fiorenza Menni, sua compagna di vita e lavoro, ha debuttato al Museo per la Memoria di Ustica con l’opera poetica elettronica De Facto, ideata a partire dal testo della sentenza-ordinanza di Rosario Priore.
– È accaduto naturalmente a tutti coloro che sono stati coinvolti direttamente dalla vicenda, ma anche a
migliaia di altri cittadini: donne e uomini che hanno colto in questa storia un insieme di elementi che li
chiamavano in causa in quanto individui appartenenti a una comunità che si dichiara fondata su basi
democratiche”.
La specificità della strage di Ustica, in relazione alle opere generate, risiede secondo l’autore nella sua
capacità di evocare forme narrative archetipiche e temi tragici quali l’insepoltura e il volo spezzato, nella
potenza immaginifica dei luoghi in cui si è consumata – tra i cieli più alti e gli abissi più profondi – e negli
universali politici che mette in gioco, a partire dalla dialettica tra la coscienza individuale, la necessità di
giustizia e i freni di una presunta ragion di Stato. Ma accanto a queste specificità intrinseche,
fondamentale è stata l’azione dell’Associazione Parenti delle vittime, che ha scelto di integrare alla
sua battaglia decennale per la verità ogni occasione di sperimentazione artistica e di evoluzione
culturale, assumendo un ruolo produttivo particolarissimo nel contesto dell’arte contemporanea.
“Dalla voce degli artisti emerge la potenza dell’incontro con i parenti delle vittime, in particolare con
Daria Bonfietti, con il relitto del DC-9 e con il materiale documentario relativo alla strage. – dice Mochi
Sismondi – L’incontro con la strage di Ustica solleva negli artisti la necessità di confrontarsi con il proprio
sé più profondo, con la propria autenticità, andando oltre il proprio armamentario formale consolidato
per ripensare il proprio gesto creativo. Le questioni sollevate dalla vicenda che forse – a causa delle
innumerevoli menzogne, dei tanti depistaggi e dei continui insabbiamenti – più di ogni altra ha segnato
il trauma collettivo della rottura del patto di fiducia tra Stato e cittadini, fa sì che Ustica porti gli artisti
ad allontanarsi dalla retorica del “Mai più!” per concentrarsi invece sui nodi irrisolti, sulle crepe del
contemporaneo, sugli aspetti ancora attuali che essa squarcia. Ecco perché il libro parla del passato ma
guarda, attraverso l’arte e la sua capacità interpretativa, al presente e al futuro”.
Andrea Mochi Sismondi è autore e direttore artistico del collettivo Ateliersi, all’interno del quale crea,
insieme a Fiorenza Menni, progetti animati da un approccio antropologico all’arte e caratterizzati
dall’attrazione per l’alterità e dalla sperimentazione di pratiche interdisciplinari. Mantenendo un focus
specifico sulle arti performative, si dedica contestualmente alla cura del programma dell’Atelier Sì – hub per
la sperimentazione artistica e culturale nel centro di Bologna – e alla pubblicazione di testi collegati al suo
lavoro in teatro. Nel 2012 esce per Ombre Corte il suo libro Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa,
ospiti dei rom, dedicato al lungo percorso di ricerca a Šutka, in Macedonia. Nel 2016 debutta De Facto, opera
poetica elettronica di Ateliersi, per la quale conduce un’attenta analisi delle fonti relative alla vicenda di
Ustica. Da quell’esperienza nasce il desiderio di ampliare l’orizzonte di indagine, che lo porta negli anni
seguenti ad approfondire il lavoro dell’Associazione Parenti delle Vittime e a proporre un vasto confronto
con gli altri artisti e pensatori che hanno lavorato sulla strage.

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