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Il valore della lettura

Il valore della lettura
Maggio 25
13:25 2014

articoloControluce22-leggerIl 23 e 24 marzo 2000, in occasione del Consiglio europeo di Lisbona, i capi di Stato e di governo concordano un obiettivo strategico per l’Unione, con il proposito di sostenere l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di un’economia basata sulla conoscenza: «I sistemi europei di istruzione e formazione devono essere adeguati alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione» (da: Direzione Generale per gli Affari Internazionali, La strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione in Buongiorno Europa).

Nonostante la grave crisi che ha investito negli ultimi anni le economie mondiali, rimane fermo il principio che la competitività nasce dalla conoscenza e dalla formazione. Ci si chiede come tutto ciò sia possibile se, nel 2012, soltanto il 46% della popolazione italiana ha dichiarato di aver letto almeno un libro nel tempo libero nell’arco di dodici mesi. Il “popolo del libro”, che legga per motivi professionali e scolastici, o per piacere, è ancora poco numeroso, perché in Italia anche chi legge, legge molto poco. Eppure la lettura svolge una funzione indispensabile alla formazione dell’individuo, come strumento per garantire la circolazione del sapere e favorire lo sviluppo culturale e sociale di un paese.
Quel che emerge, allora, è una discrepanza tra la crescita dell’alfabetizzazione, dovuta a un aumento consistente, negli ultimi cinquant’anni, della scolarizzazione e la quota dei lettori, perché possedere le competenze tecniche per leggere è una cosa, ma leggere per piacere è un’altra: «sono molti quelli che “sanno leggere”, ma non è detto che abbiano voglia di leggere o che sia facile indurli a leggere» (da: Giovanni Solimine, L’Italia che legge, Roma-Bari, Laterza, 2010). Il “popolo del libro”, nel 2012, è formato da pochi lettori forti (14,5%) che leggono 12 o più libri l’anno e sui quali il mercato editoriale si poggia. La quota più consistente è rappresentata dai lettori deboli (46%), che leggono da uno a 3 libri l’anno, e da una terza categoria, recentemente evidenziata dall’Istat, che si colloca fra i lettori e i non lettori: i lettori occasionali. Sono gli italiani che, anno per anno, decidono se avvicinarsi o meno alla lettura per una serie di ragioni non sempre chiare: a volte sono attirati da un bestseller, altre stimolati da un film di successo ispirato a un romanzo. Questa composizione, lettori forti, deboli e occasionali, conferisce particolare fragilità al mercato editoriale e al “popolo del libro” stesso: spesso «si rischia di dimenticare il dato principale e confermato in modo duraturo, e cioè che la quota dei lettori – anche se non si può dire del tutto ferma – si è mossa assai poco negli ultimi dieci o quindici anni» (da: Miria Savioli, Criticità. Il punto sulla lettura in Italia: tanti libri, pochi lettori).
Nuove speranze sembrano arrivare dal mercato digitale. Nel 2012, la lettura di ebook ha riguardato il 3% della popolazione con più di 14 anni di età, con una crescita, rispetto al 2011, pari al 45%. Nonostante l’acquisto di prodotti editoriali attraverso la rete sia ancora poco diffuso, è interessante notare come le attuali tecnologie e le nuove funzionalità dei dispositivi mobile producano effetti positivi. Molti degli utenti che navigano sul web da smartphone e tablet hanno usato questi device per leggere o scaricare ebook, o giornali e riviste, con un risultato pari quasi alla media europea. L’e-commerce rappresenta quindi un nuovo canale di accesso ai prodotti culturali, ma se possa anche essere un modo per avvicinarsi alla lettura è ancora presto per dirlo.
Negli ultimi anni gli eventi di promozione del libro e della lettura si sono ampliati, ma la sfida per biblioteche e librerie, istituzioni, enti pubblici e privati è ancora tutta da giocare. Bisogna ancora lavorare molto per arrivare a raggiungere l’obiettivo principale: spingere i giovani e gli adulti ad avvicinarsi al libro, creare una cultura della lettura.

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