Passaggio d’anno con molti decessi da eroina
Tra le cronache d’inizio anno, oltre ai tanti feriti e assurde morti causate da petardi se non dai cosiddetti “proiettili vaganti”, risalta anche una raccapricciante coda di decessi per droga. L’eroina sta di nuovo prendendo piede nel nostro paese e le dosi sono addirittura scese sotto i 30 euro entrando in palese concorrenza con la cocaina che, sempre secondo indagini giornalistiche, continuerebbe ad attestarsi intorno ai 50 euro. Purtroppo tutto questo potrebbe essere solo un primo campanello d’allarme rispetto quanto si sta verificando su più vasti scenari (le produzioni afgane, si direbbe che sono andate a gonfie vele). Una già poco rassicurante situazione peggiora nell’incapacità d’intraprendere politiche alternative al proibizionismo, di fronteggiare adeguatamente terrorismo e integralismo nelle molteplici varianti e strategie operate. A coda dell’anno appena scorso, Dudy Cohen, capo della polizia di una democrazia come quella israeliana, esposta in prima linea, imposta una tendenza di tolleranza verso i consumatori di droghe leggere mentre un suo corrispettivo del Galles, Richard Brunstrom, ne sostiene e motiva una possibile legalizzazione; in tutt’altre e ben note mansioni, i proibizionisti integralisti di Hamas, mostrano comunicati stampa dove bruciano e sequestrano marijuana arrestando centinaia di coltivatori e piccoli spacciatori. Una scia di scorsa cronaca che non può non indurre due volte a riflettere, nella cancrena delle ostinazioni più conservatrici come nella più avventata esuberanza giovanile, quella senza ritorno e sempre più preda del deviante che non è solo droga, ma anche violenza, estremismo e pregiudizio.
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