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Colizza e Giunta a cinquestelle: mosci e contraddittori.

Agosto 26
22:02 2016

Confrontandoci coi compagni dell’attivo del Partito Comunista Italiano che stiamo ricostruendo, è naturale che si affrontino le questioni internazionali come la pace e la guerra contro le prese di posizione del governo Renzi – per questo abbiamo partecipato alla manifestazione sotto il Parlamento, mentre il M5S non l’ha fatto -; così come è naturale che si affrontino le questioni comunali dal doppio punto di vista amministrativo e politico”. Questo l’inizio di un “bilancio più di approccio che di fase” a quanto si vede da Palazzo Colonna che non convince i comunisti marinesi. “Diciamoci la verità: l’unica iniziativa dal sapore politico che amministrativamente forse non poteva che avere uno sbocco di rinvio di concretezza a dicembre-gennaio, è stato l’incontro tra la delegazione PCI e la rappresentanza del sindaco Colizza sulla vicenda del reddito minimo garantito”. E questo non è per nulla un bel segnale. Il sindaco di Marino, con tutto il rispetto che si deve a tutte le autonomie locali del Paese, non è il sindaco di un comunello! Ha da rispondere, prima che delle urgenze, prima che della programmazione, prima che del programma col quale è stato eletto, prima del confronto con le opposizioni, ha il dovere di rispondere della storia politica, istituzionale, delle vite che hanno offerto competenze sedimentate che hanno contribuito a fare di Marino un punto di riferimento nel tempo (anche se sfracellato dalla ultima destra che ha sgovernato). E’ il rispetto che si deve, come ci ha insegnato Antonio Gramsci, ai grandi, generosi, uomini e donne che ci hanno preceduto nei decenni e negli ultimissimi secoli. Questa “comunicazione fondamentale” da parte del sindaco Colizza, della sua squadra, del M5S di Marino non c’è. Ed è gravissimo. Perché manifesta che lo spessore culturale visibile diventa dozzinale. Sembra che essi dicano: siamo all’anno zero. Prima di noi il nulla. Dopo di noi solo cose fantasmagoriche. Roba da fanatismo di ultras che mal si coniugano con la saggezza del governare e l’efficacia dell’amministrare. Non a caso, a parte l’iniziativa politica promossa dal PCI, appunto, sulle cose “importanti” l’avvio del lavoro di sindaco e Giunta zoppicano vistosamente e si contraddicono. Con quanto espresso in campagna elettorale, con quanto “non detto” nel consiglio comunale di insediamento, e con gli stessi provvedimenti adottati e poi contraddetti. Facciamo gli esempi? Pur senza approfondire: la vicenda del no cemento a Mazzamagna e Mugilla (brevemente detta divino amore) dopo l’estremismo parolaio del cemento zero, di fronte all’invito a fare comunque i conti con la realtà che sinistra e comunisti hanno indicato, beccandosi accuse di tradire la causa, ora, a pochi mesi di insediamento, che fa Colizza? (beccandosi pesantissime accuse anche dagli “ex” alleati politico-elettorali) Amministrativamente prende tempo, politicamente tace, concretamente consente all’edilizia programmata, vituperata e sbandierata come da “azzerare” in campagna elettorale, di essere lì “viva e vegeta” e pronta per la vendita.  Allora? Delle due l’una: o ha detto “fregnacce prima” o condivide oggi l’edificazione di Mugilla! Che dire poi, sempre amministrativamente, del fatto del dirigente urbanistica (area IV e V) da sostituire, che viene prima affrontato con un veloce concorso da indire. Poi da una sospensione di un anno del provvedimento. Poi con un “concorso interno” per incarico provvisorio di un anno. Insomma? Un po’ di linearità non guasterebbe. Altre questioni non le vogliamo mettere sopra le righe però perché non intervenire amministrativamente sulle denunce fatte dalla Commissione Amministrativa Comunale del PCI? La vicenda McDrive grida vendetta così come le vicende dei ritrovamenti di strade romane antiche. Non c’è efficacia, non c’è adeguata comunicazione. E, soprattutto si sfugge sempre il dato politico. La torre eburnea, non salverà né promuoverà chi vuole ergersi ad eletto o unto del signore: anche se “il signore” ha nella propaganda che va per la maggiore il volto dei “cittadini”. Colizza, Giunta e grillini devono decidersi e scegliere: se non vogliono essere l’ennesima versione del qualunquismo italiano buono per i potenti. Soprattutto, va chiarito, da parte degli interessati, così come nei mezzi di comunicazione, che la clamorosa bugia e grande inganno del nuovismo, passa, dentro le file dei grillini con molti, moltissimi protagonisti – a tutti i livelli, politici amministrativi e tecnici – composta da navigatissimi ex “politici” di vari “partiti” continuamente vituperati. Il PCI sarà presente, pressante, partecipante e, se si vorrà, dialogante. Come dimostrato con l’incontro sul reddito minimo garantito. Ai cittadini, agli elettori, ai compagni che ci hanno scelto come riferimento e che sempre più aderiscono alla ricostruzione del PCI noi diremo sempre e solo parole di verità. Vedremo se continuerà il silenzio dei cinquestelle: per opportunismo amministrativo o per non pagare qualche giusto dazio sugli errori politici e di potere.

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