Notizie in Controluce

Lieto fine
Edward St Aubyn
Traduttore: Luca Briasco
9788854506572
Neri Pozza
€ 16,00 anno 2013 e-book disponibile € 8,99
Copertina:

L’ultimo capitolo, almeno fin qui, della fortunata saga de I Melrose è approdato da noi nel 2013. Ben comprensibile anche senza aver letto i tre precedenti, si apre con una sequenza unica su Nicholas Pratt, amico d’una vita del defunto e odiato padre di Patrick, il protagonista del romanzo, che si presenta a sorpresa al funerale, stavolta, della madre di Patrick, quella Eleanor che oltre a non aver saputo difendere il figlio dal crudele genitore lo ha puntualmente lasciato senza un quattrino.

Le prime dieci pagine, da sole, valgono il libro. Aumenta, se possibile, la dose di ironia e cinismo già tenuta alta dagli altri scritti, compensata, e non poco, dalle riflessioni filosofiche sempre appropriate che il protagonista infila tra le righe della cronaca d’un funerale. Rito che, in teoria, seppur largamente riconosciuto come evento doloroso per i familiari e mondano nella sua accezione più vasta per tutti gli altri, non dovrebbe presentare chissà quali spunti d’interesse. Fra le maglie ‘larghe’ della cerimonia e quelle del ricevimento d’uso passano, invece, amicizie vecchie e nuove della filantropa Eleanor (che lasciava Patrick nelle ‘grinfie’ del padre per dedicarsi alla beneficienza di ‘Save the children’), discorsi sulla defunta che dicono molto di più su chi li fa che sulla stessa. Si viene a sapere che Patrick è separato e vive in uno scomodo monolocale e che i suoi sagaci figlioletti, forieri di un mondo migliore perché fortunatamente cresciuti senza bigottismi e violenze di alcun tipo, vengono su nel migliore dei modi; l’ex moglie Mary, donna capace e dolce, è riuscita a rendere un po’ di verità e dignità ad una cerimonia che altrimenti sarebbe rimasta imbalsamata nelle convenienze, assieme a molti dei suoi partecipanti. Patrick assiste all’ultimo atto della scomparsa di sua madre, già persa da tempo a causa della malattia, come dietro ad un vetro, anche perché ha saputo da poco d’aver schivato per sempre il suo destino di povero tanto voluto dalla genitrice: ha ereditato due virgola tre milioni di dollari che gli frutteranno una cospicua rendita. L’episodio, invece di renderlo ebbro di felicità, come sarebbe accaduto in gioventù, apre una bella e lunga riflessione sulla ricchezza. Gli affetti cominciano a sembragli ancora più importanti ora che si sente libero dalle contingenze. Anche quell’ultima rivelazione sull’essere stato solo uno strumento nel rapporto sado-masochistico fra i suoi lo atterrisce meno, uno strano lieto fine, aperto, ma lieto. «Che cosa significava quella prova di bontà a lungo raggio, e che cosa rivelava del contratto sociale che consente a un uomo ricco di liberare tutti i suoi discendenti nell’arco di due secoli dall’obbligo di lavorare? C’era un che di poco raccomandabile nel fatto di essere salvati da antenati sempre più remoti nel tempo. Proprio quando aveva esaurito il denaro ricevuto da una nonna che non aveva quasi conosciuto, ecco che gliene arrivava dell’altro da un bisnonno che non avrebbe mai potuto conoscere». (Serena Grizi)