Una nuova forma di relazione con il mondo
Viviamo un tempo in cui l’educazione ambientale si è ridotta a depositare la carta nel cestino dell’immondizia e a piantare dei semini in orti o giardini. La degradazione dell’ambiente invece, esige che la questione sia trattata con maggior profondità e che, insieme all’orientamento, l’individuo sia preparato a trasformare le sue abitudini di consumo, pensando soprattutto alla collettività in forma atemporale e non al singolo. Fare l’abituale e un poco più, per mantenere la propria casa, l’ambiente di lavoro e la propria città salutare, non è una scelta ma una necessità. I cambiamenti d’attitudine come riferimento alla forma di consumo, sono parte di un ampio processo di presa di coscienza, sul come convivere con i nostri simili e con il medio ambiente. Questo può accadere solamente disseminando in forma trasversale non solo nelle scuole, ma anche nelle imprese, nei mass-media e nell’ambiente familiare, l’idea di una forma di consumo più ampia. È necessario avere altri input, altri stimoli per vivere, sia nell’educazione che nella cultura, è necessario ora un itinerario di salute ricercato, il che però, amplia la base delle necessità e interferisce ahinoi nel consumo. L’importante, è che l’acquisizione di nuovi beni e nuovi servizi, non infetti negativamente l’ambiente. L’educazione ambientale non s’insegna solo con le parole e sui libri, lo scambio d’informazioni arricchisce la formazione e aumenta la coscienza ambientale, ma ci sono molti aspetti impliciti nell’atto dello spingere un carrello del supermercato, scegliere una macchina, oppure comprare un vestito!
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