Due poeti per “L’esigenza del silenzio”

(Serena Grizi) In tempo di derive, e (ricerche di nuovi) approdi, nella prima poesia sembra si palesi, per poco o per molto, la deriva d’un’anima. Nell’altra che, fatto silenzio, si possa di nuovo udire la voce dei poeti. È un augurio immenso, perché i poeti continuano a parlare di bellezza e d’amore…
La lirica è contenuta nel volume di poesia L’esigenza del silenzio degli autori Michela Zanarella e Fabio Strinati, Ed. Le Mezzelane. Il titolo, letto di questi tempi, risulta assai ‘simpatico’ per motivi non difficili da intuire. Un silenzio denso e non vuoto e capiente, per contenere astrazioni.
«Zanarella e Strinati sono coscienti di possedere le qualità per inseguire il Mistero, per non soccombere agli astratti furori e per non morire dentro le dissolvenze delle attese inutili. Ecco perché queste poesie sanno di pane casareccio e di vino buono pur essendo nate nel fuoco ardente e lampeggiante di un crogiolo di vita che ci riporta agli imperanti sfaldamenti del secolo, quelli che ha interpretato Fernando Pessoa, ma anche a Milosh, Herbert e la Cvetaeva. Non sono citazioni a caso, sono riferimenti di elezione, non per forza rinvii di affiliazione, e ciò dimostra quanto lavoro, a volte estenuante, sta dentro la costruzione de L’esigenza del silenzio, che è anche implicito giudizio sulla decadenza attuale dei valori fondamentali e sulla perdita di identità.» Dalla Prefazione di Dante Maffia
Ho messo le narici al buio
e sento che l’aria che tocco
si sta spegnendo in un addio.
Mi cadono addosso solitudini come pietre
e perdo quel poco di me che sapeva di luce.
Mi piace però andare a sfidare la notte
e mettere la pelle a nuoto nel silenzio.
Se c’è una luna che respira
forse può disfare le mie assenze
e invertire la rotta di quell’inverno
che m’insegue come piombo
dall’alba al tramonto.
Se mi confondo ancora con le spine
è perché l’oscurità è scintilla nera
che mi lacrima dentro
terra clandestina dove lascio migrare l’anima
a pioggia di tormento.
***
Respira il vento
che
sui campi di grano ascolta
le nostre voci narrare
di alti campanili e di pianure
chiare come lunghi silenzi.
Parlano i poeti
che
invocano lacrime all’amata sera
senza una ciglia di luce.
Raccontami pure dei tuoi gusti
che
odorano di preghiere
e di questo tuo respirare a colori.
Dimmi pure se una mia lacrima potrà
cadere sul tuo volto
che
è per me tragitto d’immenso,
emozione
che
trema.
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