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Il Presidente Mattarella inviti il ministro Crosetto a porgere le sue scuse al prof. Carlo Rovelli e a tutti gli italiani

Il Presidente Mattarella inviti il ministro Crosetto a porgere le sue scuse al prof. Carlo Rovelli e a tutti gli italiani
Maggio 08
11:10 2023

Invio l’aggiornamento della mia petizione, sotolineando il fatto che non vuole essere una presa di posizione pro o contro la questione dell’invio di armi all’Ucraina. Il fulcro della petizione è un altro: il rispetto dela Costituzione Italiana e dei principi basilari della libertà democratica, che putroppo sembra subire pericolosi assalti negli ultimi tempi.

A questo aggiungo una mia considerazione accessoria. Se quanto detto da Carlo Rovelli il 1° maggio fosse stato detto da un filosofo, uno storico, un letterato, un regista, Crosetto, probabilmente, non gli avrebbe intimato di fare il filosofo o lo storico o il romanziere o il regista. Perché? Perché questi in Italia sono considerati gli “intellettuali”, ai quali solo è concessa la parola. Gli scienziati, anche se di fama internazionale come Carlo,  non sono intellettuali e quindi non hanno diritto di parola su ciò che esula dal loro campo.

Dice sir Charles P. Snow nel suo celeberrimo Le due culture:

Due gruppi antitetici: a un polo abbiamo i letterati, che come per caso, senza che nessuno se ne accorgesse, cominciarono ad autodefinirsi “intellettuali”, quasi che non ce ne fossero altri. Ricordo che una volta, intorno agli anni Trenta, G.H.Hardy [uno dei più grandi matematici puri del Novecento] mi faceva notare, con mite meraviglia: «Hai fatto caso come si usa oggi la parola “intellettuale”? A quanto pare, è una nuova definizione, certamente non include Rutherford o Eddington o Dirac o Adrian o me stesso. È strano, ti pare». (C.P.Snow, Le due culture, Venezia, Marsilio, 2005, p. 19).

 

Ciao,

Ho appena lanciato la petizione “Tutti i cittadini hanno il diritto di esprimere pubblicamente opinioni su temi sociali” e vorrei sapere se puoi darmi una mano aggiungendo la tua firma.

Il 1° maggio, nella Piazza di San Giovanni a Roma, dove si è tenuto il tradizionale concerto, il prof. Carlo Rovelli, scienziato di fama internazionale ben noto anche al grande pubblico come divulgatore apprezzato in tutto il mondo, ha rivolto ai giovani un bellissimo messaggio ricco di profondo senso della vita, della solidarietà umana, della giustizia, della pace vera. Per questo messaggio, per le sue posizioni pacifiste e critiche nei riguardi dell’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Occidente manifestate il 1° maggio e su Facebook, ha ricevuto insulti su Facebook e minacce di morte via e_mail. 
Nel passato, soltanto grandi scienziati come Albert Einstein, Bertrand Russell e il nostro Bruno de Finetti hanno avuto il coraggio di esporsi pubblicamente, controcorrente, su temi sociali che riguardano tutta la popolazione e in particolare la guerra. Politici non degni di questo ruolo lo invitano a limitarsi a fare il fisico, come se i temi sociali fossero soltanto un “mestiere” per politici e non riguardassero tutti, anche chi fa scienza. A lui, che onora l’Italia con la sua attività di scienziato riconosciuta in tutto il mondo, esprimiamo la nostra vicinanza e stima. Esprimiamo anche la nostra protesta contro chiunque tenti di limitare la libertà di pensiero e di parola , diritti fondamentali di una società democratica, sanciti dall’art. 21 della Costituzione Italiana:  “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione“. L’articolo 21 vale anche per il prof. Carlo Rovelli e per tutti gli scienziati, e non soltanto per politici, storici, filosofi e giuristi.

La replica del ministro Crosetto a Carlo Rovelli “Io lavoro per la pace, non faccio il pacifista ma faccio il ministro. Lui faccia il fisico” è incompatibile con l’art. 21 e con la stessa rappresentanza parlamentare. Un ministro, come rappresentante parlamentare, non può dire a un cittadino, che esprime pubblicamente un suo pensiero su questioni che riguardano la comunità di cui fa parte, “fatti gli affari tuoi, fai il tuo lavoro e non ti impicciare nel mio perché non sei competente”. Non lo può dire non soltanto perché glielo vieta l’art. 21 della Costituzione Italiana, ma anche perché è in contraddizione con lo stesso diritto al voto da parte del cittadino, che gli sarebbe negato, stando alla logica di Crosetto, perché non sarebbe competente. Ma competente in cosa? In quali questioni: tutte quelle, che rigurdano la comunità in tutti suoi aspetti, di cui la politica si fa carico? E chi mai potrebbe esserlo? Dunque, secondo la logica di Crosetto, nessun cittadino, in quanto necessariamente incompetente, potrebbe votare un suo rappresentante parlamentare. Il Parlamento non dovrebbe esistere. È evidente che questa conclusione assurda (assurda per chi crede nella democrazia parlamentare ma invece reale per chi non vi crede) è dovuta all’attribuzione, al rappresentante parlamentare, di una “delega di competenza” e non di una  “delega di rappresentanza” quale è richiesta in un Parlamento. Il voto dato a un partito da un cittadino esprime non un giudizio di competenza su tutte le variegate questioni del vivere comune, ma soltanto i suoi desiderata, le sue aspettative maturate in base alla sua sensibilità, alla sua cultura, alla sua storia personale, alla sua visione del mondo e perché no, ai suoi sogni. È un diritto del cittadino esprimere tutto questo senza superare alcun esame che gli dia la certificazione di “competenza”.

Per queste ragioni, chiediamo al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che tutti noi amiamo e apprezziamo come scrupoloso garante della nostra Costituzione, di invitare il ministro Crosetto a porgere le sue scuse al prof. Carlo Rovelli e agli italiani che ancora credono nei valori della democrazia parlamentare. Luca Nicotra

Puoi saperne di più e firmare la petizione qui:

https://chng.it/hLkC2TqZQx

 

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