Notizie in Controluce

Titolo: Accanto alla tigre
Autore: Lorenzo Pavolini
ISBN: 9788860441454
Editore: Fandango
Prezzo: € 16,50 Tasc. 10,00 e-book disponibile NO

(Serena Grizi) Rischiò, si fa per dire, di vincere lo Strega nel 2010 Lorenzo Pavolini (caporedattore Nuovi Argomenti) che provò a stare accanto alla tigre per guardare meglio come l’aveva cavalcata suo nonno Alessandro ministro della cultura per Mussolini e irriducibile della RSI. Quell’anno, solo due anni fa, ma sembra passato un secolo considerati i densi accadimenti politici nel nostro Paese e in Europa, era in lizza per il Premio anche il fasciocomunista Pennacchi che, infatti, vinse.

L’argomento trattato non è certo lo stesso, anche se c’è di mezzo il Ventennio, e diverse le simpatie degli autori verso quell’epoca. Un Lorenzo bambino a cui la famiglia ha raccontato che il nonno era un valoroso aviatore, sente che il Pavolini appeso a Piazzale Loreto ritratto nella foto del libro di storia, non gli è estraneo. Indagherà solo da adulto raccogliendo, però, nella coscienza, e fra le intime convinzioni, pezzetti piccolissimi per ricostruire un disegno, anche se sempre incerto, sempre mancante. Non nasconde di rifarsi a illustri predecessori letterari del romanzo storico familiare come il grande Roth di Pastorale americana: far parlare qualcun altro, altri nel suo caso, per parlare di ciò che va cercando ed anche di se stesso. In questo suo peregrinare alla ricerca del modo di raccontare di nuovo una storia, ragiona lungamente con gli scrittori Fulvio Abbate «Scrivi di tuo nonno come se fosse Frankenstein», con il veliterno Aurelio Picca (Tuttestelle – Bur, Addio – Bompiani); brevemente con Andrea Camilleri (che appena adolescente ricevette un calcione da Pavolini per una presunta insolenza pubblica), con l’indomito Pennacchi cantore del territorio littorio e con alcuni cari amici. Quel che ne esce è il ritratto di un’epoca, feroce e raffinato e anche degli echi che hanno potuto contagiare questa. Consolazioni non ne esistono: il gerarca Pavolini non trova perdono in nessuna riga, e Lorenzo dimostra che neppure la figura privata di uomo colto e comprensivo, come descritto da molti, può discolparlo dalle sue assurde convinzioni, per esempio in merito alla razza, proprio perché era cresciuto nelle case di ebrei accolto come un figlio. Di intelligenza letteraria c’è n’è tanta, ancora, nei nostri scrittori: una fra le chiavi di lettura, per chi non amasse in particolare l’argomento, è la bellezza del percorso storico e interiore (supportato dove occorre da un po’ di leggerezza) agito dallo scrittore nella sua ricerca.