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Lunedì 23 agosto. Inizia la quarta settimana di presidio permanente alla discarica di

Albano. Nemmeno il settimo giorno per tirare il fiato, magari con la maschera antigas: mai abbandonare la postazione per via del falchi sempre in agguato.  L’esperienza insegna.

Una resistenza accanita che i risultati li sta riscuotendo giorno per giorno, che sta dimostrando a chiarissime note il meccanismo bacato di certi sistemi vigenti, e si direbbe intoccabili, ma così non è e non sarà finché ci sarà una cittadinanza non completamente ammansita e avvilita, che semplicemente reclama l’osservanza di certe elementari normative a tutela della vita e del benessere collettivo.

Senza dimenticare che mentre qui si battaglia per non finire a macerarsi tra la monnezza che sta ricoprendo il nostro piccolo mondo, nel Globo sta scoppiando l’inferno e sempre in gran parte per la stoltezza umana, il peggior nemico da affrontare.

Si riparte quindi per battersi con un’altra ondata quotidiana di Tir inviati da Roma con il pattume infetto da riversare nel suolo castellano, un bendidio già troppo compromesso che si vuole finire di sotterrare sotto i liquami, e tutto questo senza che monti la sana, sacrosanta rabbia di una popolazione unita in difesa del comune territorio, lasciando che siano sempre i “soliti” sfegatati a farsi avanti e tirare dritto, a fianco dei residenti maggiormente e pesantemente danneggiati. Perché non si può lasciarli soli a competere con chi ha dalla sua la ragione della forza.

da tellusfolio.it