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Castelli Romani: Risorse Idriche

Luglio 23
19:27 2009

“La recente delibera di Giunta che razionalizza e ordina l’utilizzo delle risorse idriche nella zona dei Castelli romani rappresenta un’importante tassello nell’opera di salvaguardia delle acque nella Provincia di Roma. – ha affermato Filiberto Zaratti, Assessore all’Ambiente della Regione Lazio, durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina al Municipio di Castel Gandolfo – Dagli studi effettuati dalle Autorità dei Bacini Regionali del Lazio e dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere emerge che il bilancio dei sistemi idrogeologici dei Colli Albani è alterato dai prelievi, con effetti preoccupanti sulla quantità e qualità delle acque e che lo sfruttamento delle acque in maniera insostenibile sta determinando l’abbassamento dei livelli dei laghi Albano e di Nemi, con un grave danno ambientale. Si tratta di uno squilibrio tra la disponibilità della risorsa e i prelievi cosa che mette a rischio sia gli approvvigionamenti idrici per il consumo umano e le attività agricole e produttive, sia tutte le componenti ambientali legate al complesso sistema della zona”.
“Per fare ciò, ora, la Regione ha varato con un’apposita delibera l’inserimento di una serie di dati all’interno degli strumenti di pianificazione urbanistica, – continua Zaratti – come l’esame delle esigenze idriche diversificate per utilizzazioni e distinte per ciascuna area oggetto di pianificazione;’indicazione delle fonti utilizzabili, per il soddisfacimento delle singole esigenze idriche, evidenziando specificamente i prelievi da falda e/o da corpi idrici superficiali; la dichiarazione del gestore del servizio idrico integrato, circa la possibilità di soddisfare i fabbisogni previsti con la rete acquedottistica idropotabile”.

“La nuova delibera regionale, – prosegue Zaratti – afferma che in ciascuna area critica e nell’area di protezione dei laghi è sospeso il rilascio delle autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee; sono sospesi i provvedimenti di nuove concessioni per prelievi di acque superficiali o sotterranee, mentre le nuove concessioni connesse all’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale (PSR Lazio) sono rilasciate in via provvisoria in attesa del completamento del censimento e della revisione delle utilizzazioni in atto. I possessori e gli utilizzatori di pozzi e di derivazioni stabili o temporanee di acque superficiali sono tenuti all’installazione di dispositivi di misura dei volumi utilizzati, mentre al concessionario dei prelievi delle acque utilizzate a scopo idropotabile ed industriale spetta l’immediata installazione di dispositivi di misura del livello della falda. Sono state adottate, inoltre, una serie di misure per contenere l’utilizzo dell’acqua. Nelle aree servite dagli acquedotti pubblici l’uso domestico non deve eccedere il valore di 100 m3/anno, mentre per i pozzi a uso domestico, nelle aree non servite da acquedotti pubblici a questo valore può essere aggiunto un incremento pari alle dotazioni idriche necessarie all’approvvigionamento idropotabile del nucleo familiare”.

“Si tratta di un complesso di provvedimenti a costo zero per la Pubblica Amministrazione – conclude Zaratti – che permetteranno di razionalizzare l’utilizzo delle risorse idriche in un’area critica sulla quale stiamo lavorando anche con interventi strutturali per risolvere i problemi legati alla gestione integrata del ciclo dell’acqua della zona dei Castelli romani”.

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Attività di pianificazione, provvedimenti e strategie operative nel bacino dei Colli Albani

– Roma, luglio 2009 –

Nel territorio della regione Lazio, il sistema idrogeologico dei Colli Albani rappresenta indubbiamente l’area con le maggiori criticità di squilibrio del bilancio idrico.

Gli studi scientifici effettuati nel territorio dei Colli Albani dimostrano chiaramente che l’elevato, quanto indiscriminato, sfruttamento delle risorse idriche sta producendo effetti preoccupanti sui corpi idrici superficiali e sotterranei.

In particolare si sta registrando un abbassamento continuo del livello del Lago Albano quantificabile nell’ordine dei 30 cm/anno dal 1997 ad oggi. Le abbondanti piogge dello scorso autunno hanno determinato un innalzamento del livello idrico di oltre 1 metro scendendo però nuovamente da fine dicembre 2008 e attestandosi sul valore di 3,7 m sotto lo zero idrometrico.

Accanto a questo fenomeno, certamente il più evidente, si stanno verificando abbassamenti della superficie piezometrica delle falde idriche sotterranee e una generale netta diminuzione delle portate dei corsi d’acqua provenienti dai versanti dell’edificio vulcanico (le portate estive attuali sono tra il 70 % e il 20% di quelle misurate negli anni ’80).

La compromissione delle risorse idriche in questo bacino determina situazione di emergenza idrica con pesanti disagi per le popolazioni di molti comuni dell’area albana, dovuta oltretutto alla non conformità al D.Lgs. 31/01 a causa di inquinamento naturale (per alta concentrazione di elementi come l’arsenico e i fluoruri) e/o antropico dell’acqua delle fonti locali attualmente utilizzate a scopo potabile.

La causa principale degli squilibri del bilancio idrico in questo sistema è connessa con il progressivo incremento dei prelievi idrici associata a condizioni di ricarica più sfavorevoli (con precipitazioni ridotte rispetto alla media a partire dagli anni ’80). Si deve riflettere sul fatto che, su una disponibilità di ricarica di circa 11.000 l/s, i prelievi ammontano a quasi 8.000 l/s, in altre parole si utilizza circa il 70 % dell’acqua disponibile nell’area.

Allo scopo di contrastare e risolvere queste criticità, l’Assessorato Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio ha provveduto ad adottare provvedimenti di carattere amministrativo, operando nella direzione di una corretta pianificazione quali-quantitativa delle risorse idriche, a scala regionale e locale, oltre che della tutela delle risorse idriche destinate al consumo umano.

MISURE DI SALVAGUARDIA RELATIVE AL SISTEMA IDROGEOLOGICO DEL COMPLESSO VULCANICO DEI COLLI ALBANI E DEI MONTI SABATINI” E “RACCOMANDAZIONI PER LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI COMPETENTI”

(Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio n. 3 del 21/11/2003, pubblicazione sul BURL n.2 del 20/01/2004; Ratifica con DGR n.1317 del 05/12/2003; Reiterazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio n. 1 del 26/10/2006)

Le Misure di Salvaguardia hanno l’obiettivo di consentire una corretta gestione in materia di risorse idriche, seppure emergenziale, in attesa delle norme del Piano stralcio per la Risorsa Idrica, la cui vigenza farebbe automaticamente decadere le stesse Misure.

In particolare:

· individuano in maniera univoca i bacini idrogeologici, ne definiscono le potenzialità ed identificano i quantitativi massimi di risorsa utilizzabile per i diversi usi;

· individuano i settori dell’acquifero (tra cui i laghi Albano e di Nemi e le porzioni di acquifero interagenti) in cui lo sfruttamento indiscriminato ed eccessivo delle risorse idriche non è più sostenibile (Aree critiche);

· prevedono una rimodulazione di almeno il 15 % di tutti i prelievi diretti dai laghi

· sospendono la realizzazione di qualsiasi nuova opera di captazione nelle aree critiche, fino al completamento del censimento degli usi, anche in attuazione di quanto disposto all’articolo 22, comma 6, del d.lgs. 11 maggio 1999, n. 152;

· impongono una riduzione significativa dei volumi prelevati per gli usi produttivi e idropotabile.

NUCLEO DI COMPETENZA PER L’ORGANIZZAZIONE DI UNA BANCA DATI DEI PRELIEVI IDRICI CONDIVISA TRA REGIONE, PROVINCE E AUTORITÀ DI BACINO, PER IL BILANCIO DEI CORPI IDRICI E LA VALUTAZIONE DELLA CRITICITÀ DELLO SFRUTTAMENTO.

Per dare seguito alle azioni prioritarie sopra elencate, il 21/11/2003, la Regione Lazio e le Autorità di Bacino del
F. Tevere e Regionali hanno avviato (tramite una covenzione con il C.E.R.I. – Centro di ricerca per “Previsione, prevenzione e controllo dei rischi idrogeologici” dell’Università di Roma La Sapienza) la creazione di un “nucleo di competenza per l’organizzazione di una banca dati dei prelievi idrici condivisa tra Regione, Province e Autorità di Bacino, per il bilancio dei corpi idrici e la valutazione della criticità dello sfruttamento”.

Con tale iniziativa si è recentemente completata la ricognizione degli archivi delle concessioni idriche e delle autodenunce ai sensi della L. 275/93 per i territori delle Province di Roma, Viterbo e in parte Latina.

PROTOCOLLO D’INTESA STRALCIO RIVOLTO ALLA TUTELA DEL BILANCIO IDRICO NEI COLLI ALBANI

Per accelerare le azioni necessarie al ripristino degli equilibri delle falde idriche e degli specchi lacustri e, in generale, dell’intero sistema acquifero dei Colli Albani, per iniziativa del Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali è stato predisposto un protocollo d’intesa quadro per la tutela del bilancio idrico degli acquiferi vulcanici, costieri e carbonatici di Tivoli-Guidonia, nonché di quelli ricompresi nel territorio dell’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio.

Da tale protocollo d’intesa quadro discende, in via prioritaria, l’attivazione di un protocollo d’intesa stralcio rivolto in modo specifico alla tutela del bilancio idrico nei Colli Albani. Tale protocollo è stato elaborato e approvato, il 13/12/2005, dal Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali del Lazio. Il protocollo è stato ratificato con DGR n. 785 del 31/10/2006.

In base a tale protocollo d’intesa stralcio, i soggetti firmatari del protocollo stralcio provvederanno:

Ø a concordare, sulla base di uno specifico documento, i contenuti e le modalità di gestione, di aggiornamento e di accesso della Banca Dati condivisa;

Ø a condividere, organizzare e verificare i dati delle autodenunce e delle concessioni dei relativi archivi;

Ø a creare un sistema di gestione informatizzato, in rete, delle concessioni e autorizzazioni al prelievo di acque superficiali e sotterranee;

Ø a completare “l’atto ricognitivo” dei pozzi denunciati ai sensi della L. 275/93, così come previsto dalla L.R. 30/2000 e dalla DGR 1118/2001;

Ø alla verifica delle derivazioni autorizzate e alla chiusura e/o regolarizzazione di quelle non autorizzate;

Ø a completare la rimodulazione delle concessioni così come previsto dal D.lgs 152/99 e dalle Misure di Salvaguardia emanate dalle Autorità di Bacino e recepite dalla Regione Lazio con DGR 1317/2003, anche recependo le indicazioni degli Assessorati all’Agricoltura, alle Attività Produttive e dell’ARDIS, anche mediante studi finalizzati alla stesura di linee guida per la razionalizzazione degli usi agricoli ed industriali;

Ø a proporre e a promuovere la realizzazione degli interventi strutturali più opportuni per favorire il risparmio idrico e per garantire l’approvvigionamento degli abitanti e delle attività produttive dell’area dei Colli Albani, nel rispetto delle esigenze di mantenimento degli equilibri idrodinamici delle acque superficiali e sotterranee;

Ø a realizzare la rete di monitoraggio per la “Rilevazione dei fattori meteo-climatici e idrologici per il calcolo del bilancio idrico degli acquiferi” di cui alla DGR n.222 del 25/03/05.

PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ATTUAZIONE DEL PIANO STRAORDINARIO DI RISANAMENTO DELLE RISORSE FLUVIALI, LACUALI E MARINE (DGR N.668 DEL 03/08/07) FINALIZZATO AL SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA SCARICHI NELL’ATO 2- LAZIO CENTRALE – ROMA

Per quanto attiene invece il sistema idrico integrato, la Legge Finanziaria Regionale del 2007 (L.R. n.27/06) ha previsto l’istituzione di un Fondo speciale per il risanamento delle risorse idriche alimentato con uno stanziamento complessivo di 365 milioni di euro nel settennio 2007-2013.

Successivamente, con DGR n.668 del 3 agosto 2007, è stato approvato il Piano Straordinario di risanamento delle risorse fluviali, lacuali e marine. Questo documento di programmazione contiene dunque le priorità di intervento e il parco progetti per tutti gli interventi di tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche da finanziare nell’ambito della politica di sviluppo unitaria 2007-2013 attraverso le risorse finanziarie nazionali e regionali.

In attuazione alla DGR 668/07, nel febbraio 2008, l’Assessorato Ambiente della Regione Lazio, la Provincia di Roma ed ACEA ATO 2 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per l’attuazione del piano straordinario di risanamento delle risorse fluviali, lacuali e marine finalizzato al superamento dell’emergenza scarichi nell’Ato 2, costituita dall’esistenza nel territorio dell’ato 2 di numerose situazioni fuori norma ai sensi del d.lgs. n. 152 del 3.4.2006, inerenti a scarichi di acque reflue privi di depurazione terminale o con depurazione insufficiente.

L’obiettivo primario dei finanziamenti (regionali e quelli derivanti dai proventi tariffari) è quello di raggiungere entro il 31.12.2010:

– la riduzione di almeno il 50% degli scarichi non a norma ad oggi in carico al S.I.I.;

– la cantierizzazione di opere per messa a norma di almeno il 50% degli impianti di depurazione che oggi necessitano di adeguamenti.

Elenco interventi

ARDEA, ALBANO LAZIALE, LANUVIO, ARICCIA, NEMI, GENZANO

Realizzazione depuratore intercomunale di potenzialità pari a 100.000 a.e., a servizio dei Comuni di Ardea, Albano Laziale (parte), Lanuvio, Ariccia, Nemi, Genzano con conseguente eliminazione dei depuratori di Fontana di Papa (Ariccia) e Monte Giove (Genzano – Nemi)

€ 35.300.000,00

CASTEL GANDOLFO, MARINO

Progetto di riutilizzo idrico ai fini ambientali di recupero dei livelli idrici compromessi nelle aree critiche del bacino idrogeologico dei Colli Albani

€ 3.000.000,00

CIAMPINO

Nuovo impianto di depurazione e collettori fognari loc. Lucrezia Romana

€ 6.420.000,00

COLONNA

Lavori di manutenzione e rifacimento tratto rete fognaria -Via Circonvallazione

€ 430.000,00

LANUVIO

Risanamento igienico sanitario nel settore levante della città – collettori affererente alle vie F.lli Kennedy, Via Vagnere e Via salvo d’Acquisto

€ 1.225.000,00

MARINO

Risanamento igienico sanitario in Loc. S. Anna nei Comuni di Grottaferrata e Marino

€ 750.000,00

MONTE PORZIO CATONE

Completamento della rete fognaria comunale

€ 1.200.000,00

ROCCA DI PAPA

Realizzazione fogna mista in Via Rocca Priora e potenziamento depuratori Valle Focicchia e Valle Vergine

€ 420.000,00

SAN CESAREO

Realizzazione nuovo depuratore di San Cesareo da 30.000 a.e., con eliminazione depuratore Carchitti (Palestrina) e realizzazione di nuovo collettore dal Comune di Rocca Priora fino al nuovo depuratore nel Comune di San Cesareo

€ 21.400.000,00

VELLETRI

Realizzazione collettore e fognatura per collegamento a depuratore preesistente

€ 6.000.000,00

ZAGAROLO

Nuovo impianto di depurazione ed adeguamento impianto esistente e realizzazione collettore di collegamento

€ 4.680.000,00

A questi interventi si aggiungono quelli previsti dal Piano d’Ambito dell’ATO 2 – Lazio Centrale – Roma e quelli sulle reti fognarie e sugli impianti di depurazione a protezione delle fonti di approvvigionamento idrico nell’area servita dall’acquedotto del Simbrivio.

Questi ultimi consistono in:

1. Realizzazione collettori e rete fognaria per collegamento a depuratore preesistente nel Comune di Velletri, a tutela di alcuni pozzi per una portata complessiva di 120 l/s e un totale di 25.000 abitanti serviti;

2. Ristrutturazione del depuratore Valle dei Morti nel Comune di Marino;

3. Eliminazione del depuratore Cava dei Selci nel Comune di Marino e collettamento al depuratore di Santa Maria delle Mole, a tutela di alcuni pozzi e sorgenti ne
l Comune di Ciampino per una portata complessiva di 100 l/s e un totale di 15.000 abitanti serviti;

4. Adeguamento depuratori di Valle Focicchia, Valle Vergine e Vivaro nel Comune di Rocca di Papa, a tutela di un campo pozzi nel Comune di Rocca di Papa per una portata complessiva di 90 l/s e 12.000 abitanti serviti e di alcuni pozzi nel Comune di Grottaferrata per una portata di 110 l/s e 22.000 abitanti serviti.

DGR 445/09 “PROVVEDIMENTI PER LA TUTELA DEI LAGHI ALBANO E DI NEMI E DEGLI ACQUIFERI DEI COLLI ALBANI. MODIFICA ALLA D.G.R. 1317 DEL 5 DICEMBRE 2003”,

Il 16 giugno 2009 è stata approvata in Giunta Regionale la DGR 445 “Provvedimenti per la Tutela dei Laghi Albano e di Nemi e degli acquiferi dei Colli Albani. Modifica alla D.G.R. 1317 del 5 dicembre 2003”, contenente alcuni importanti provvedimenti che anticipano alcune delle misure previste nel Piano di Tutela Quantitativa del Sistema Idrogeologico dei Colli Albani.

La DGR introduce tra l’altro, nell’ambito di applicazione, l’obbligo per i nuovi strumenti urbanistici comunali di quantificare il fabbisogno idrico previsto, indicando e verificando le fonti per il soddisfacimento dello stesso, anche tramite dichiarazione del gestore del Servizio Idrico Integrato (condizione non obbligatoria per le opere pubbliche).

Si procede al completamento del censimento delle utilizzazioni in atto e l’implementazione di uno specifico Sistema Informativo Territoriale (attività già avviata con il Protocollo d’intesa stralcio per i Colli Albani di cui alla DGR 785/06) e alla revisione, da parte delle Autorità competenti, di tutti i prelievi diretti di acqua dei laghi Albano e di Nemi, per la diretta incidenza sui livelli idrici dei laghi.

Nelle aree critiche e nell’Area di protezione dei laghi è sospeso sia il rilascio delle autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee, sia i provvedimenti di nuove concessioni per prelievi di acque superficiali o sotterranee con esclusione delle nuove concessioni connesse all’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale.

DGR: ADOZIONE DELLA PROPOSTA DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI SALVAGUARDIA DEGLI IMPIANTI DI CAPTAZIONE DEI COLLI ALBANI: ACQUA VERGINE, TORRE ANGELA, FINOCCHIO, PANTANO BORGHESE. – ATTUAZIONE DELLA D.G.R. 5817 DEL 14/12/1999.

Si deve premettere che l’istituzione di aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano è di rilevante importanza in quanto permette di mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee utilizzate per fini potabili ed erogate mediante acquedotto alla popolazione.

Nella fattispecie, il complesso delle captazioni dell’Acqua Vergine, Torre Angela, Finocchio, Pantano Borghese erogano una portata pari a 1300 l/s, soddisfacendo il fabbisogno di circa 40.000 abitanti.

La tutela dell’area sorgiva e della falda che la alimenta rappresenta per l’Assessorato una priorità sia di natura ambientale che igienico-sanitaria.

Con la presente delibera, si adotta, ai sensi del Dlgs n. 152 del 3 aprile 2006, la delimitazione delle aree di salvaguardia degli impianti di captazione comprendenti:

-una zona di tutela assoluta;

-una zona di rispetto;

– una zona di protezione;

La delibera prevede l’obbligo per il gestore di realizzare un sistema di monitoraggio (ai sensi della DGR 335/03 e della DGR 222/05).

Differenti sono i vincoli per opere ed attività umane per le diverse zone delle aree di salvaguardia:

La zona di tutela assoluta dovrà essere adibita esclusivamente ad opere di presa ed a costruzioni di servizio; detta zona deve essere idoneamente protetta e provvista di opere di regimentazione delle acque dilavanti.

Nella zona di rispetto:

devono essere messi in sicurezza i centri di pericolo esistenti;

non è consentita nuova edificazione, fatti salvi i piani regolatori vigenti, sempre che non contrastino con i divieti e le prescrizioni;

non si possono insediare attività industriali e artigianali che possano interferire anche occasionalmente con la qualità delle acque;

non può essere adibita a una serie di attività come la dispersione di fanghi e acque reflue, allo spandimento di concimi chimici o fertilizzanti, allo stoccaggio di prodotti pericolosi, ecc. Gli agglomerati urbani di nuova realizzazione devono essere dotati di fognature a doppia camicia e le acque reflue urbane ed eventualmente industriali devono essere condottate, anche se depurate, fuori delle aree di rispetto stessa.

La zona di protezione non interessata da insediamenti residenziali, ferma restando la destinazione urbanistica, dovrà rispettare una serie di misure precauzionali da inserirsi negli strumenti urbanistici comunali, come l’apertura di nuove discariche, lo scarico nel suolo di reflui e fanghi, ecc.

La zona di protezione interessata da insediamenti residenziali, ferma restando la destinazione urbanistica prevista dai piani regolatori comunali, oltre alle misure precauzionali precedentemente elencate, dovrà essere munita di opere di collettamento dei reflui, e questi dovranno essere efficamente trattati (nitrificazione e denitrificazione e, per gli agglomerati minori, impianti di fito-depurazione).

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In itinere

PIANO DI TUTELA QUANTITATIVA DEL SISTEMA IDROGEOLOGICO DEI COLLI ALBANI

Il Piano di Tutela Quantitativa del sistema idrogeologico dei Colli Albani, pronto per l’avvio all’iter legislativo, si configura come uno specifico piano stralcio del Piano di Tutela delle Acque della Regione Lazio, finalizzato a:

a) al raggiungimento dell’equilibrio del bilancio idrico del sistema idrogeologico dei Colli Albani;

b) alla tutela dei laghi di Albano e Nemi, delle falde acquifere e dei corsi d’acqua del sistema idrogeologico dei Colli Albani;

c) al soddisfacimento dei fabbisogni idrici per gli usi potabili e per gli usi produttivi e domestici degli abitanti e delle attività produttive che utilizzano le risorse idriche dei Colli Albani.

La formulazione del Piano si basa sui risultati di approfonditi studi idrogeologici svolti dalle Autorità di Bacino e dalla Regione nell’area dei Colli Albani. Tali studi hanno consentito di ricavare un quadro di elevato dettaglio rispetto all’andamento della circolazione idrica sotterranea, alla capacità di ricarica annuale delle falde idriche, al bilancio idrico degli specchi lacustri, ai fabbisogni e prelievi stimati e in atto, agli effetti delle grandi captazioni idropotabili, ecc.

Nell’ambito degli studi propedeutici alla redazione del Piano, è stato costruito un modello numerico di simulazione dell’acquifero e degli effetti indotti da diversi scenari pluvio-termometrici e di sfruttamento degli acquiferi.

L’elaborazione degli scenari di piano si basa essenzialmente sulla combinazione delle azioni possibili relativamente ai cinque sottobacini idrogeologici individuati.

I campi di azione sono:

1. interventi strutturali (acquedotti, interconnessioni, delocalizzazioni, campi pozzi, apporti esterni, ecc.);

2. azione normativa volta alla regolamentazione dei prelievi (entità e distribuzione) con definizione di soglie di prelievo per i diversi usi;

3. promozione del risparmio idrico nei diversi settori (revisione delle concessioni idriche, norme per il risparmio idrico, individuazione e regolarizzazione dei prelievi non dichiarati);

4. indirizzi per la pianificazione territoriale di lungo periodo.

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