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COSA STIAMO IMPARANDO DALLA PANDEMIA DI CoViD-19

COSA STIAMO IMPARANDO DALLA PANDEMIA DI  CoViD-19
Aprile 08
19:18 2020

L’emergenza Coronavirus aiuta a leggere l’Agenda 2030 dell’ONU con una chiave nuova. Tutto si lega. Il mondo deve affrontare “tutti” gli Obiettivi dell’Agenda con lo stesso spirito con cui sta affrontando la pandemia. Abbiamo poco tempo per definire strategie di gestione dei 17 Obiettivi e, dobbiamo accelerare il processo di valutazione delle soluzioni avanzate e di condivisione delle medesime su scala globale.

Dobbiamo analizzare le vulnerabilità del sistema sanitario per non ripetere gli errori che hanno portato all’emergenza, elaborando risposte resilienti, coordinate e condivise. Il Wwf Italia ha pubblicato di recente uno studio in cui spiega come queste a cui assistiamo non sono delle catastrofi casuali quanto la conseguenza dell’azione dell’uomo sugli ecosistemi naturali ( https://www.wwf.it/perdita_biodiversita.cfm?utm_source=web&utm_medium=CS&utm_campaign=CoronaVirus ).

Si tratta di un’ulteriore conferma di come la tutela – o la non tutela – dei sistemi naturali abbia conseguenze dirette su tutte le attività umane, in primis sulla nostra salute. Anche Papa Francesco alcuni giorni fa con le parole “pensavamo di rimanere sani in un mondo malato” ha sottolineato questa inscindibile relazione tra uomo e natura. Qual è dunque la lezione appresa in chiave di vulnerabilità e resilienza dall’attuale emergenza sanitaria? Quali sono i punti deboli emersi nel sistema italiano e quali risposte di anticipazione, prevenzione e riduzione del danno si possono elaborare per eventi analoghi futuri?

La diffusione dei virus ha uno strettissimo legame con la distruzione degli ecosistemi. L’emergenza che stiamo vivendo non deve farci dimenticare che esistono altri problemi che ci rendono vulnerabili, come il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico. Il tema è l’oggetto dell’intervista a Donatella Bianchi, presidente Wwf, e ad Antonello Pasini, fisico del clima del CNR, in dialogo con Elis Viettone e Ivan Manzo del segretariato ASviS, disponibile su Youtube all’indirizzo
https://www.youtube.com/watch?v=oF4OmlVMcmo&feature=youtu.be

La domanda allora è: cosa stiamo imparando da questo evento sciagurato e cosa non va per nessuna ragione dimenticato?

Stiamo imparando che assicurare salute e benessere per tutti non è solo un’etichetta da associare al terzo Goal dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, “Salute e Benessere”. Al contrario, è una necessità reale che sta pesantemente travolgendo il nostro Paese in queste settimane.

Stiamo imparando che alla ricerca va dato un ruolo centrale all’interno della nostra società e che investire in essa e disporre di una comunità scientifica autorevole che si senta valorizzata e gratificata è cruciale per la sopravvivenza e il benessere del nostro Paese.

Stiamo imparando ad approfondire la nostra identità come Comunità unica e come Paese unito, per il quale non esiste differenza tra Nord, Centro e Sud. In linea con le parole di Papa Francesco, secondo cui nessuno si salva da solo, noi italiani e molti fratelli europei, anche se sfortunatamente non tutti e non tutti allo stesso momento, abbiamo capito che la solidarietà è l’unica vera chiave di uscita per questa crisi.

Tra le molteplici manifestazioni di solidarietà a cui stiamo assistendo in questi giorni, vale la pena soffermarsi su un tipo di solidarietà tutta nuova. Tale solidarietà può dirsi quasi futuristica in quanto perfettamente in linea con gli sviluppi tecnologici delle società moderne e prende il nome di Solidarietà Digitale. È senza dubbio impareggiabile l’aiuto che le tecnologie digitali ci stanno fornendo in questi giorni di quarantena. Questo riguarda molti settori e primo fra tutti quello dell’istruzione, attraverso forme di insegnamento a distanza, e del lavoro mediante piattaforme di smart-working. Vero è che se l’Italia avesse avuto una strategia digitale più sviluppata e maggiormente in linea con molti altri paesi europei, i costi e i tempi di aggiustamento in risposta alla pandemia per settori come ad esempio quello dell’istruzione sarebbero stati inferiori. Ma chissà che questo non permetterà all’Italia di abbracciare con più forza il digitale e di collocarsi tra i paesi più all’avanguardia nel settore. Fa ben sperare al riguardo la straordinaria iniziativa messa in campo dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione (MID) guidato da Paola Pisano che prende per l’appunto il nome di “Solidarietà Digitale”. L’obiettivo è quello di guardare al digitale non solo come trampolino di lancio verso il futuro ma anche come uno strumento fondamentale per il presente che possa migliorare la qualità della vita durante la quarantena.

L’articolo 3 della Carta prevede che la Repubblica rimuova gli ostacoli alla piena realizzazione della persona e alla partecipazione della vita pubblica. E oggi la Rete è il più efficace strumento di partecipazione” (Giuseppe Conte – Presidente del Consiglio, 6 Aprile 2020).

Impossibile il ritorno alla normalità a giugno o luglio. La curva dell’Italia è in frenata e sta cominciando la discesa ma bisogna avere ancora pazienza”. Sono le parole di Alessandro Vespignani, riportate dall’Huffingtonpost del 5 Aprile, fisico alla Northeastern University e tra i massimi esperti di epidemiologia computazionale,  “Dobbiamo cominciare a dire agli italiani una verità scomoda. Mi rendo conto che è difficile farlo con un Paese praticamente in ginocchio, ma non possiamo illuderci di tornare alla completa normalità a giugno o a luglio. Queste sono le settimane in cui l’Italia deve dotarsi di un’infrastruttura di controllo che neanche immaginava fosse necessaria quattro settimane fa. Per un lungo periodo viaggiare non sarà più come prima. Dobbiamo mettere in conto che prima di entrare in un altro Stato saremo costretti a fare la quarantena, a fornire determinate garanzie sanitarie e così via”.

In un tale quadro, riteniamo rilevante il ruolo di Velletri 2030 come indicatore, catalizzatore e aggregatore di iniziative atte a stimolare investimenti urgenti per promuovere l’Innovazione della nostra Comunità.

I hope in the years to come everyone will be able to take pride in how they responded to this challenge (Spero che negli anni a venire tutti saranno orgogliosi di come hanno risposto a questa sfida – Sua Maestà Elisabetta II, 5 Aprile 2020).

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