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DISUGUAGLIANZE E DISAGIO SOCIALE AI TEMPI DI CoViD-19

DISUGUAGLIANZE E DISAGIO SOCIALE AI TEMPI  DI CoViD-19
Aprile 02
18:04 2020

Partiamo da un assunto che riteniamo imprescindibile: questa crisi non deve creare nuove disuguaglianze e far crescere rabbia e risentimento nelle persone, deve accrescere non ridurre la coesione sociale. Bisogna tutelare ogni persona a rischio, sia i garantiti, sia gli esclusi. Questo significa fare a un tempo cose diverse, in primis salvaguardare i posti di lavoro, ogni volta che sia possibile; assistere chi perde l’occupazione; attenuare gli effetti che derivano dal temporaneo cambio di vita. Agire solo a tutela di alcune categorie d’individui, magari di quelli che hanno una voce più forte, sarebbe profondamente errato e ingiusto. Secondo requisito cruciale è che le misure adottate siano di attuazione semplice e tempestiva: intervenire senza effetti certi e immediati, infatti, sarebbe fatale.

Certamente stiamo vivendo tempi difficili, nei quali dobbiamo fare scelte molto importanti, tenendo presente tutti gli effetti, anche quelli solo apparentemente secondari. Non bisogna assolutamente abbassare la guardia, ma coinvolgere tutti sulle priorità decisive per il nostro futuro, che il Coronavirus non ci deve far dimenticare. Per esempio, non possiamo permetterci di procrastinare il tema della crisi climatica, alla quale alcune scuole di pensiero attribuiscono l’origine della pandemia in essere. Anche la quarantena imposta dal dilagare del Coronavirus non la viviamo tutti nello stesso modo. La crisi in atto deve farci riflettere sugli impegni dell’Agenda 2030 e di tutti i vari Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), a cominciare dal Goal 10 “Ridurre le Disuguaglianze”.

Si può affrontare alla radice il tema delle disuguaglianze intervenendo sui meccanismi di formazione della ricchezza? Esattamente un anno fa ha provato a formulare una risposta, con un gruppo di studiosi del Forum Diseguaglianze e Diversità, Fabrizio Barca, con la pubblicazione del Rapporto “15 Proposte per la Giustizia Sociale” ( https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/proposte-per-la-giustizia-sociale/#sintesi ). Le proposte del Forum Diseguaglianze e Diversità all’epoca non ebbero grande risonanza sui media e nel dibattito politico. Quali furono le ragioni della disattenzione dei media? Possiamo citarne due. La prima è che, nella visione di chi è abituato a guardare l’Italia con la lente delle polemiche quotidiane, la stessa “radicalità” delle idee esposte le confinava nel limbo delle cose irrealizzabili. La seconda è che si trattava di proposte con effetti nel medio termine, quindi fanno parte di quei temi che sono sistematicamente ignorati per far posto alle cronache contingenti. Entrambe le spiegazioni si riconducono quindi a una sorta di miopia che impedisce di guardare lontano, di pensare al futuro e a ciò che lasceremo alle future generazioni.

Lo scorso 25 Marzo, ad un anno dalla presentazione del Rapporto, il Forum Diseguaglianze e Diversità ha organizzato il confronto in streaming “Disuguaglianze nell’epoca delle crisi. Un anno di vita e più utili che mai: le nostre 15 proposte”, su attivismo civico in queste ore e misure di protezione sociale universale perché nessuno resti indietro per colpa dell’emergenza determinata dal Coronavirus. Diversi i temi oggetto del dibattito. Impreparazione alla crisi e i suoi effetti diseguali. Mobilitazione che sarà necessaria una volta usciti dalla situazione di emergenza. Perché siamo messi così? Come l’attivismo civico e la partecipazione riempiono i vuoti e sono un pezzo della risposta italiana? Cosa fare subito per proteggere tutti, garantiti e esclusi?

A valle del dibattito, il Gruppo di Lavoro coordinato fa Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento, con la partecipazione del Forum Disuguaglianze e Diversità guidato da Fabrizio Barca e l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile guidata da Enrico Giovannini, ha presentato a Governo e Parlamento il Documento “CURARE L’ITALIA DI OGGI, GUARDARE ALL’ITALIA DI DOMANI Proposta per rendere universale la protezione sociale contro la crisi” ( https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wp-content/uploads/2020/03/ForumDD_ASVIS_DEF.x21401.pdf ).
La Proposta identifica tre distinti obiettivi, di pari rilievo:
1 – evitare l’impoverimento delle persone e l’acuirsi delle disuguaglianze conseguenti alla caduta dei redditi da lavoro e agli ostacoli derivanti dal distanziamento sociale;
2 –  evitare il collasso del sistema produttivo, specie di quella parte che costituisce la capacità competitiva potenziale del paese e la sua infrastruttura sociale;
3 – promuovere attività private, pubbliche e sociali prioritarie, necessarie nel breve termine per contrastare (in condizioni di sicurezza sanitaria) gli effetti del virus e nel medio-lungo termine per imprimere, con la partecipazione dei cittadini e del lavoro, un cambio di rotta allo sviluppo su basi di giustizia ambientale (transizione ecologica e agro-alimentare) e sociale.

Gli obiettivi sono fra loro legati. Un processo d’impoverimento diffuso, di per sé ingiusto, acuirebbe le già gravi disuguaglianze esistenti, aggraverebbe le conseguenze psicologiche dell’isolamento ed eroderebbe la fiducia nelle istituzioni, minando anche gli altri obiettivi. Un collasso del sistema produttivo causerebbe una perdita non recuperabile per tutta la popolazione, fonte di nuove disuguaglianze. Promuovere attivamente e in modo partecipato servizi fondamentali (prodotti in modo pubblico, privato e sociale) – fine comunque essenziale nel breve periodo – e attività connaturate a uno “sviluppo giusto e sostenibile” rappresenterebbe una certezza, un punto di riferimento, per un sistema economico allo sbando e incerto, e ridurrebbe le disuguaglianze.

Che impatto avrà l’emergenza Coronavirus sulle dimensioni dello sviluppo sostenibile? Quali sono i Goal dell’Agenda 2030 su cui questa crisi si abbatte maggiormente? Quali sono gli effetti sugli indicatori che misurano la sostenibilità del Paese? A queste domande l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha risposto lunedì 30 Marzo con il Documento “L’impatto della crisi da Coronavirus sullo sviluppo sostenibile in Italia” ( https://asvis.it/public/asvis2/files/ValutazionecrisiFinal_def.pdf ), un’analisi articolata in vari documenti per contribuire a prevedere come la pandemia causata dal CoViD-19 cambierà il nostro mondo, i nostri valori, le nostre preferenze e le scelte, individuali e collettive. L’analisi smentisce, una volta per tutte, l’idea che una crisi economica “faccia bene” allo sviluppo sostenibile come definito dall’Agenda 2030, nella cui impostazione sono comprese tutte le dimensioni dello sviluppo, quelle economiche, quelle sociali, quelle ambientali e quelle istituzionali.

L’emergenza Coronavirus sta attraversando tutti i continenti stravolgendone il sistema sociale ed economico, trasformando le vite di ciascuno di noi, mettendo al centro del dibattito pubblico anche la questione dell’innovazione digitale, che oggi sta dando un contributo notevole in ambito sanitario ma sta cambiando profondamente anche il nostro modo di rapportarci. Rispondendo a nuovi bisogni sociali, garantendo i servizi essenziali per i cittadini, la possibilità di lavorare grazie allo smart working, la continuità scolastica, e molto altro. Inevitabile porsi il tema del futuro e dei possibili scenari e opportunità per il settore: il Presidente di Stati Generali dell’Innovazione Fulvio Ananasso nell’articolo “Innovazione sostenibile ai tempi del Coronavirus: le idee sul tavolo” pubblicato dalla testata giornalistica Agenda Digitale lo scorso 27 Marzo fa alcune considerazioni importanti ( https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/innovazione-sostenibile-tutte-le-novita-della-legge-di-bilancio-2020/ ). L’attuale pandemia del CoViD-19 pone non solo interrogativi e sfide di tipo sanitario, ma anche un cambio di paradigma nel nostro modo di vivere e rapportarci nelle nostre comunità, che probabilmente cambierà radicalmente – a problema risolto – il nostro approccio alla trasformazione digitale di tutti gli ecosistemi sociali. Non più strumento di miglioramento della qualità della vita ma nuovo modello di vita. Uno degli auspicabili cambiamenti culturali che resteranno a conclusione della pandemia sarà l’attenzione all’innovazione responsabile nei nostri modelli di vita. Nuove forme di interazione sociale e produzione di beni e servizi basate su investimenti in Innovazione che possano stimolare una crescita responsabile, collegati in modo diretto o indiretto all’uso delle tecnologie digitali per uno sviluppo maggiormente sostenibile.

Causa CoViD-19 tutti stiamo scoprendo l’importanza delle Infrastrutture Digitali.

Sandro Bologna
Presidente Velletri2030
https://www.velletri2030.it
https://www.facebook.com/velletri2030/

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