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Domitilla D’Amico e il doppiaggio: una vocazione da ascoltare fin da bambini

Domitilla D’Amico e il doppiaggio: una vocazione da ascoltare fin da bambini
Aprile 17
10:11 2013

domitilla damicoProponiamo un nuovo viaggio nel mondo del doppiaggio italiano. Marco Bonardelli, curatore della rubrica sul web “Luci della ribalta”, ha intervistato per noi: Domitilla D’Amico, la voce italiana della protagonista del film d’animazione “La Principessa e il Ranocchio.

“Luci della ribalta” ha avuto il piacere, in questi giorni, di confrontarsi una delle più amate doppiatrici italiane; una voce fresca e inconfondibile che in questi giorni possiamo ascoltare sulla Janet Leigh di Scarlett Johansson in “Hitchcock”, film di Sasha Gervasi dedicato alla lavorazione di “Psycho. “Secondo me era molto giusta per interpretare fisicamente Janet Leigh, ho cercato di starle dietro”, ci dice Domitilla D’Amico, romana di 30 anni, venti dei quali passati al leggio, cimentandosi su attrici del calibro di Ashley Johnson in “Genitori in blue jeans” e “What women want”; Mena Suvari in “American beauty” e Kirsten Dunst nella saga di “Spider-Man” diretta da Sam Raimi. Ha anche doppiato Anna Paquin in “Scoprendo Forrester” e “La 25a Ora”. Per “La rosa bianca – Sophie Scholl”, in cui dà voce alla protagonista Julia Jentsch, viene premiata al Festival del cinema di Busto Arsizio 2006. Figlia di un docente universitario, la bella Domitilla si diploma al conservatorio della capitale e debutta nel mondo del doppiaggio con Carlo Baccarini, che la dirige su alcuni personaggi dell’ultimo capolavoro felliniano “La voce della luna”. Di lui, la nostra intervistata racconta:”Era un omone simpaticissimo. Con lui ho lavorato anche in altri doppiaggi quando ero più grande. Me lo ricordo nella scena iniziale della pièce a teatro di “Cyrano de Bergerac”. Una piccola parte (Montleury, interpretato da Gabriel Monnet), ma quanto era bravo ! E a Oreste Rizzini (voce di Gerard Depardieu nel film) cosa vogliamo dire?”.
Ma tra i grandi nomi del mondo delle voci ai quali Domitilla è affezionata c’è anche Renato Izzo, che diresse lei e Gemma Donati in “Four Rooms” sui figli del personaggio interpretato da Antonio Banderas (doppiato da Fabrizio Pucci). Di Renato Izzo, Domitilla ricorda: “era un uomo imponente, ma molto elegante ed educato, ti dava sempre del lei. L’ultimo film che ho fatto con lui è ‘Fauteuils d’orchestre’, che in Italia è stato intitolato ‘Un po’ per gioco, un po’ per desiderio’, dove doppiavo Cécile De France. Ho un bellissimo ricordo di lui, ti seguiva in tutto e ti faceva arrivare il personaggio. A volte ti dava anche l’intonazione ed era sempre quella giusta.”.
Gli ultimi anni hanno visto Domitilla protagonista di doppiaggi importanti, tra i quali la principessa Tiana de “La principessa e il ranocchio” e Dafne di “Scooby-Doo” (film e serie animate). La sua voce si è posata anche su Zoe Saldana in “Avatar” di James Cameron (Premio come voce femminile dell’anno al Leggio d’Oro 2010) e sulla Catwoman di Anne Hattaway nell’ultimo Batman di Christopher Nolan. Quest’anno – oltre ai lavori che abbiamo citato – si è aggiunto un altro tassello importante: la fiction “L’isola”, in cui ha doppiato la protagonista Blanca Romero nei panni del comandante della Guardia Costiera Tara Riva. “E’ stata un’esperienza bellissima – dice Domitilla – molto lunga ma che mi ha lasciato tanto. All’inizio ai provini avevano scelto voci di un’altra fascia d’età. La direttrice del doppiaggio Tiziana Lattuca mi ha chiamata a fare il provino e sono piaciuta subito al regista (Alberto Negrin). Credo di avere imparato molto a livello professionale, spero un modo diverso di recitare, di concepire le battute e capire quello che dicono in un modo più vero. Come tu sai in questo mestiere non si smette mai di imparare, più vai avanti e affronti delle prove e più devi fare tesoro delle esperienze sia positive che negative. In questo caso è stata un’esperienza positiva. Stiamo parlando di una fiction che ai puristi non è piaciuta, ma io credo sia un prodotto ben confezionato e il fatto che le musiche siano di Ennio Morricone la dice lunga in proposito.” Come già con Mimmo Strati e Sabrina Duranti, anche con Domitilla abbiamo affrontato l’argomento della crisi del doppiaggio. “Un giovane attore che vuole cimentarsi anche al doppiaggio potrebbe tentare questo lavoro o è giusto che cerchi strade alternative?” “La situazione in questo periodo non è delle più rosee, ma se ci sono dei talenti prima o poi vengono fuori. Non dico che nessuno debba provare ad entrare nel nostro lavoro, per carità, però dovrebbe provarci chi veramente è in grado e ha la vocazione. Due persone ci sono riuscite negli ultimi anni: Gianfranco Miranda ed Edoardo Stoppacciaro. La prima cosa che li ha contraddistinti, tra coloro che andavano a chiedere i provini, è stata la loro grande umiltà. Bisogna essere molto umili per introdursi in questo lavoro. Se vali veramente, con l’umiltà e facendo tanta gavetta, stai sicuro che arrivi. Io non consiglio di iniziare già in età avanzata; secondo me si dovrebbe iniziare da piccoli per introdursi in questo mondo. “

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