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Il palcoscenico del Teatro Politeama Brancaccio di Roma, ha ospitato dal 28 dicembre al 21 gennaio il musical “‘e sottolineo se!” ovvero la resistibile ascesa di Gianluca G, con Gianluca Guidi che ne ha curato anche la regia, Riccardo Biseo che ha diretto un’orchestra Jazz di dodici elementi e sei attrici che hanno recitato, cantato e ballato.
Lo spettacolo, considerato il seguito di ‘Chiacchierata informale’ e di ‘Stanno suonando la nostra canzone’, prodotto e diretto da Gigi Proietti e entrambi interpretati dallo stesso Guidi, ha ripercorso le tappe della vita e della carriera artistica dell’attore milanese, che ha incentrato parte della commedia ad evocare aneddoti personali, legati all’essere di figlio d’arte di Johnny Dorelli e Lauretta Masiero, con tutte le conseguenze che un tale legame di parentela può aver comportato a livello esistenziale, nella sua vita di attore.
”e sottolineo se’, che prende il titolo dalla strofa di una canzone di Mina, si divide in due parti: nella prima c’è il ‘one man show’ che si racconta in una sorta di terapia, volta a sciogliere quei nodi del vissuto che ognuno di noi si porta dentro (l’uomo attore, interagisce con un pubblico incuriosito, attento e divertito); nella seconda parte invece Guidi è affiancato da sei artiste a tutto tondo, che hanno trasformato lo spettacolo in un musical, integrando così canto e ballo con la trama e lo sviluppo del protagonista.
Non si trova un legame negli episodi dello spettacolo, soprattutto fra primo e secondo atto. I numeri si sono susseguiti secondo un filo conduttore approssimativo, ma sempre con l’elemento gioioso del musical, con quella sua componente onirica che esorcizza ogni forma di negatività, fino a restituirne il significato di un ritrovato ottimismo e di un’utopica felicità, quella delle colorate atmosfere dei musical di Broadway e delle loro scintillanti e fiabesche coreografie.
Gianluca Guidi è un artista completo, un fantasista come ama definirsi, che si racconta senza pudore e con coraggio, chiari i suoi riferimenti a Shakespeare, Pedro Salinas, Cole Porter, Burt Bacharach, ed al suo idolo di sempre il grande Frank Sinatra di cui ha magistralmente interpretato il repertorio.
Simpatica la sua ironia e vena comica, allietando un pubblico che ha applaudito divertito l’attore, riconoscendogli la sua unicità di artista, il suo talento nel cantare, recitare, e soprattutto l’essere dotato di una notevole presenza scenica, che gli ha consentito di spaziare fra i più svariati generi recitativi, con quella poetica di evasione che diverrà sicuramente terreno fertile cui potersi ispirare per i lavori futuri.