Notizie in Controluce

Il mettere in scena un coro nella resa di un testo antico, oggi è andato in disuso, perché affrontare il coro significa affrontare un aspetto tra i più storici del teatro greco. L’arte della rappresentazione è creata da episodi e fatti storici, così, come il coro e il suo interagire con i suoi personaggi. Il coro ha una presenza importantissima, composto anche da elementi che ridimensionano e cambiano la commedia, privilegiando gli attori rispetto al coro.

Nel V secolo ad Atene il comico e il tragico sono definiti come due generi drammatici negativi in quanto connotati da condizioni precarie. Denotano due generi, che per quanto la loro origine sia analoga, vengono tenuti separati. La commedia si connota come spettacolo locale e viene rappresentata in un luogo dedicato a Dionisio, cioè, il teatro dove vengono celebrate le feste più grandi e le tragedie. Il teatro tragico negli strumenti linguistici metrici è oggetto del teatro di Aristofane. Con Pisistrato si ha il primo concorso tragico , nel 535. Nella prima metà del IV secolo Platone inizia a scrivere opere teatrali, come “Morte di Socrate” e vari dialoghi in cui espone le sue considerazioni filosofiche nei confronti del teatro, fino al comporre il “Simposio”, scritto nel 380 ma ambientato nel V secolo. I temi trattati vertono soprattutto sul ruolo che ha il teatro sugli spettatori e dei vari effetti di interruzione dell’autocontrollo, attraverso le emozioni comunicate: pianto, riso. La polemica di Platone parte dal presupposto che la filosofia debba avere il primato sul teatro. Platone non si espone sulle specificità dei testi, ma sul ruolo di un teatro che non sempre è stato eco di un potere istitutivo, in quanto ha il potere di destabilizzare e tenere a bada. Ancora, nel V secolo la commedia è imitazione di persone che valgono meno in quanto vi è il brutto e il ridicolo che non è ritenuto errore, ma permette di riflettere sulla degradazione dell’umanità, del cronos, del tempo che scorre inesorabile. La parola commedia etimologicamente deriva da due parole greche che significano ‘processione’ e ‘villaggio’. I cori comici rappresentano lungo il rito l’improvvisazione, la festa, quindi maggior interazione con il pubblico rispetto alla tragedia. Comporta un annullamento di distanza tra chi recita e chi non recita, tecnica poi ripresa nel Medioevo con gli spettacoli di piazza. La commedia più della tragedia tende a mantenersi come ‘dramma sociale’, anche, quando è ormai dramma teatrale vero e proprio, queste radici rimangono diramate. La tragedia assume i drammi sociali, ma con schemi, così forti che la portano in scena.