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EMERGENZA CORONAVIRUS. L’IMPATTO DEI DECRETI GOVERNATIVI SULLE ATTIVITA’ECONOMICHE

EMERGENZA CORONAVIRUS. L’IMPATTO DEI DECRETI GOVERNATIVI SULLE ATTIVITA’ECONOMICHE
Aprile 22
11:38 2020

I decreti governativi approvati nel marzo 2020 hanno individuato, attraverso il codice ATECO caratteristico di ciascuna impresa, i settori produttivi le cui attività sono state temporaneamente sospese.

Le informazioni fornite dall’ISTAT il 10 aprile 2020 forniscono una quantificazione delle principali variabili economiche di riferimento delle unità locali utili per definire il peso sul settore produttivo di ciascun territorio comunale di due gruppi di imprese: quelle che sono “sospese” secondo i decreti governativi approvati a marzo 2020 rispetto al totale delle imprese “attive”.

I dati utilizzati derivano dal Registro “Frame Territoriale” dell’ISTAT (riferito al 2017) che include tutte le unità locali appartenenti alle imprese attive italiane. I comparti produttivi a cui essi si riferiscono comprendono il settore dell’industria in senso stretto, le costruzioni, una parte del terziario di mercato. Sono esclusi, per definizione: l’agricoltura, il credito e assicurazioni, la pubblica amministrazione, parti importanti dei servizi personali.

Va osservato che non vi è coincidenza tra localizzazione geografica delle unità locali e residenza degli addetti che vi operano: l’area considerata è caratterizzata da una forte mobilità dei lavoratori tra Comuni (si pensi a Comuni con forte insediamento produttivo quali Pomezia e Ciampino).

La Tabella 1 mostra i dati relativi alle unità locali insediate in 25 Comuni dell’Area Metropolitana di Roma e nella stessa Capitale. Gli indicatori riportati riguardano, per i settori dell’industria e dei servizi, il numero di unità locali, il numero di addetti ed il fatturato.

Nei 25 Comuni riportati, il 44,8% delle unità locali del settore dei servizi ed il 61,9% di quelle dell’industria risultano “sospesi”. A ciò corrisponde una condizione di “sospeso” degli addetti del 33,8% nel settore dei servizi e del 42,6% nell’industria; l’impatto della condizione di “sospeso” in termini di fatturato risulta rispettivamente del 32,0% e del 32,5% – nel secondo caso la media sconta una forte variabilità tra Comuni, dal 25% al 75%. Se si confrontano questi dati con quelli relativi al Comune di Roma, si riscontra una sostanziale similarità nelle percentuali, salvo che per quella dei settori dell’industria “sospesi” in cui la percentuale del fatturato risulta significativamente più bassa (10,2%), verosimilmente a causa delle economie di scala di molte grandi imprese che continuano a svolgere la propria attività.

La variabilità nella percentuale di addetti nei settori “sospesi” dei Comuni dell’area sud di Roma è modesta, intorno ai valori di 33,8% nei servizi, e più elevata nell’industria, 42,6%. Tale variabilità, che è legata alla dimensione aziendale, è invece significativa per quanto riguarda il fatturato delle imprese.

Da notare la tipicità di Pomezia e di Ardea in cui le percentuali di fatturato dei settori “sospesi” risultano, sia per i servizi che per l’industria, ben più basse di quelle della maggioranza degli altri Comuni, indicando che nell’area pontina, dove è rilevante la presenza di aziende del comparto farmaceutico, buona parte delle attività viene svolta anche in presenza delle restrizioni introdotte dai provvedimenti del marzo 2020.

 

 

 

 

 

 

 

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