Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

I registi Olmi e Moretti e poi Jackson Browne

I registi Olmi e Moretti e poi Jackson Browne
Maggio 26
16:58 2015

olmi fantiAppunti di cinema a musicaVenerdì 22 il cinema Farnese ricordava i 100 anni dalla prima guerra mondiale proiettando Torneranno i prati, breve, teatrale, intimo film di Ermanno Olmi. Sempre sorprendente per la purezza delle immagini, la fotografia.

Sarà difficile dimenticare il soldato napoletano che canta Tu ca nun chiagne durante una rara tregua fra le trincee italiana e austriaca: la luna alta nel cielo illumina un manto nevoso spesso e attraversato solo dalle tracce degli animali notturni. Poi la tragedia della guerra di trincea: l’attesa, gli ordini senza senso per i molti soldati contadini privi di istruzione, desiderosi di tornare presso le loro famiglie eppure capaci d’affrontare i pochi minuti che li dividono dalla fine con coraggio e grande umanità. Difficile dire meglio delle parole di uno dei protagonisti del film, Claudio Santamaria, l’ufficiale, che ha ricordato commosso ‘la scuola’ ricevuta da Olmi durante le settimane di lavorazione in condizioni difficili. La presa di coscienza di quel che deve essere stata quella guerra grazie allo studio di film e libri, e allo stare negli spazi ristretti molto simili a quelli in cui vissero, e morirono, molti di quei ‘ragazzi del 1899’. Letture: Un anno sull’Altipiano di Emilio Lussu; film: Uomini contro di Francesco Rosi con Gian Maria Volontè.
Così raccontava il suo film il regista Nanni Moretti a Il Messaggero prima che la Palmarès escludesse i tre film italiani in concorso: “«La platea internazionale vede il mio film e basta e lo si giudica per quel che è. Non ci sono interferenze come accade in Italia dove oltre al mio film entra in ballo il mio personaggio pubblico, le mie posizioni politiche, le interviste che do, il tasso di simpatia/antipatia, il calore o la freddezza verso i giornalisti. In Italia ci sono tanti elementi in più quando si vede un mio film, qui è un film e basta». Le reazioni in sala non lo sorprendono: «si piange, si ride, come sempre nei miei film sin dall’inizio. Non è una strategia a tavolino, è il mio modo di raccontare la vita e le persone. Per me il cinema è questo, fare buoni film e possibilmente innovativi, film che non ti sembra aver visto già 300 volte. E non penso che ci siano argomenti privilegiati, di serie A o serie B, qualsiasi». Mia madre mette al centro la malattia e la scomparsa della madre dei due protagonisti Giovanni (lo stesso Nanni) e Margherita (Buy), di mestiere regista in un gioco di rimandi anche personali con la biografia di Moretti. «C’è molto di me in Margherita, anche se ho sempre pensato come protagonista ad una donna, alla stessa Buy mentre scrivevamo. Giovanni invece è il Nanni che vorrei essere. Margherita ha quelle spigolosità, quel nervosismo, quel senso di inadeguatezza, non è accudente, accogliente, brava a tenere insieme tutte le cose, piuttosto fatica, sta sempre da un’altra parte rispetto a dove è in quel momento, pensando con urgenza ad altro», racconta Moretti. Il regista fa sorridere la sala con una delle battute che sembrano uscite dai suoi film. «A cosa pensi? A domani», si dice in una delle ultime frasi del film. E quando un giornalista straniero chiede cosa pensa del futuro dell’Europa, Nanni dice : «non era mia intenzione con quella frase pensare a questo ma quasi tutte le interpretazioni sono ammesse». Piuttosto, aggiunge, «è un film anche su ciò che resta qui tra noi vivi su questa terra, i libri, gli scatoloni, il latino, i ricordi»”.* Alcuni membri della giuria hanno imputato a Moretti, invece, una certa mancanza di novità, originalità. Questione di punti di vista. *(tutta la citazione da Il Messaggero).
Domenica 24 all’Auditorium Parco della Musica più di 150 minuti di ritmi della west coast grazie al cantautore Jackson Browne, giovane sempre, una delle voci meglio conservate dei favolosi anni ’70. Ha portato con sè un gruppo di grandi musicisti e coriste, le onde dell’oceano, molti pezzi dell’ultimo album Standing in the Breach; canzoni scritte da amici a lui cari come The Road di Danny O’Keefe (conosciuta in Italia come Una città per cantare, tradotta da Lucio Dalla e cantata da Ron); o testi scritti da Woody Guthrie come la classica This Land is Your Land… e in mezzo un mare di canzoni e ballate e momenti strumentali e di canto davvero coinvolgenti. Browne ha saputo rinnovare i ritmi a volte cantilenanti della musica pop folk statunitense ed ha trovato un buon alleato nel partecipe pubblico romano. L’attesa Stay (di M. Williams) canzone portata di nuovo al successo da Browne alla fine degli anni ’70, ma amatissima per tutti gli anni ’80 e primo approccio a Browne, evidentemente, del pubblico più giovane, non c’è stata ma in compenso ai bis, con la platea scatenata, è arrivata Take it easy. Bel concerto per un artista capace e generoso. Ad ascoltarlo, in sala, anche il giornalista Carlo Massarini, altro inossidabile, avvistato molto spesso ai concerti di musica di qualità. (Serena Grizi)

Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Maggio 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”