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Il ladro e i cani

Il ladro e i cani
Ottobre 04
16:55 2012

Titolo: Il ladro e i cani
Autore: Nagib Mahfuz
ISBN: 9788807811968
Editore: Feltrinelli
Prezzo: € 6,50           e-book disponibile NO
Copertina: Mahfuz673682
Descrizione: In questo splendido romanzo scritto nel 1961 da Mahfuz, Nobel per la letteratura 1988, ci si ritrova catapultati nei vicoli antichi de Il Cairo o sulla corniche prospiciente il Nilo in una atmosfera magica e stagnante che sembra rispecchiare più lo stato d’animo di Maharan, ladro da poco uscito di prigione, che la realtà delle cose.

Mahfuz è stato anche sceneggiatore così da poter condurre il lettore per mano nelle stanze prescelte da Maharan che non possiede più casa, non ha più famiglia (la moglie lo ha lasciato per un altro) e non ha più una figlia, la piccola Sana’ che non lo riconosce come padre. Non sapendo dove andare, dapprima fa visita al saggio Shaykh Ali Gunaydi che frequentava da bambino accompagnando suo padre; il saggio, quasi interpretando la disperazione del suo ospite per la situazione trovata uscendo dal carcere, gli dice parole che il ‘sordo come chi non vuol sentire’ Maharan non intende. Così il ladro, mai pentito, tornerà a rubare per vendicarsi di un falso amico e poi tenterà di portare a termine i suoi propositi omicidi, sulla moglie e il suo nuovo compagno, l’antico amico che lo ha tradito spedendolo in carcere, credendo così di riottenere con sé almeno la figlia. Il suo vagare sgangherato per le strade della città, l’odio che lo acceca, gli faranno credere di volta in volta di essere riuscito nei suoi propositi, salvo poi leggere sul quotidiano del giorno seguente, durante la sua fuga ferina, di avere di volta in volta sparato, uccidendoli, ad altri. Neppure l’amore della bella prostituta Nur, che gli è affezionata da sempre, riuscirà a fargli cambiare propositi e la sua rovina rimarrà sospesa nell’afosa notte cairota… L’effetto del narrare di Mahfuz è comico se non fosse drammatico e viceversa: le frasi, le scene perfette costruite attraverso esse, le atmosfere, sono incantevoli. Sembra di aver conosciuto da sempre i caffè al limitare del deserto contornati da misteriosi boschetti, il lungo Nilo con le ville dei ricchi; la povera casa di Nur che s’affaccia su un tristo cimitero che dovrebbe dare al trentenne Maharan la misura dell’esistenza, ma che gli ispira, invece, come pregustare i prossimi funerali da lui causati. I cani del titolo sono i traditori. Molti i simbolismi da scoprire nel racconto che diviene trasposizione della delusione dell’autore nei confronti del governo Nasser che non riuscì a cambiare l’Egitto. Molto attuale. Edizione Feltrinelli 2007.

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