Notizie in Controluce

 Ultime Notizie

Il tuffo

Il tuffo
Aprile 15
00:10 2017

L’immagine dell’affresco – presente a Paestum-Magna Grecia – è inequivocabile: immortala un “nuotatore” nel momento in cui si “tuffa”.
Sospeso tra il ciglio di lancio e l’acqua sottostante, l’immagine potrebbe portare a un’interpretazione che “va al di là” del semplice tuffo in sé. Quali significati allegorici? Innanzitutto l’uomo è “nudo”, quindi libero da ogni moda, stile o pregiudizio. Abbandono della città, le colonne, per la natura, la propria? Essere se stessi. L’atto di tuffarsi: lasciare “un ciglio” conosciuto, per imbattersi in un luogo in cui non si è ancora entrati.
Una dimensione per un’altra? In effetti, l’affresco è elemento decorativo di una tomba sepolcrale; pertanto potrebbe significare il passaggio “da….a”. L’essere nudo come inizio in un’altra dimensione: “Ripartire dall’inizio o dalla fine?” Nuove o antiche relazioni? E la conoscenza? Potrebbe centrare. In effetti, “tuffarsi” nel mistero per scovare, vedere, studiare, “riportare a galla” un sapere da effettuare però nella maniera “nuda”, ossia priva di pregiudizio. Cosa di più stupefacente? Soprattutto quando la ricerca è incerta, a occhi nudi, senza una “maschera” che permetta di vedere con chiarezza “il fondale” e ciò che contiene. Sempre con il dubbio che ciò che si ammira magari non è esattamente ciò che è. Sempre con il pericolo che “la mente vede ciò che vuol vedere”, che aggiunga o sottragga da sé, inseguendo una vanità di certezza della verità che a volte “s’inabissa”. Soggettività anche incerta che a volte non concorda con l’oggettività perché quest’ultima ha in sé il carattere del mutamento e dell’estinzione, essendo parte dell’essere. Il voler possedere la conoscenza, per prevedere e cercare di evitare errori, purché la presunzione, e la superbia, non induca a pensar di saper capire tutto. Tutto per paura del futuro? Tutto per evitare chissà cosa, anche a costo di fare dell’ignoranza una verità solo perché ragionata, per poi capire che la propria “paura” magari non è altro che fonte di errori che porta in una micro-dimensione rivelatasi in realtà una pena? Ma già il vedere, anche se in maniera “sfuocata”, significa comunque essere parte dell’essere, mentre lo stato di sospensione del nuotatore implica che egli deve ancora entrare in una dimensione? Dimensione che non conosce e può soltanto immaginare? Passaggio da dimensione fisica a metafisica? Forse. Lasciare quindi ciò che è certo per l’incerto è una, se non l’unica, delle vere paure dell’uomo. Tante interpretazioni pertanto si possono dare di questo affresco. Questo è certo. Quali emozioni scaturiscono quando si è in quello stato di sospensione? Ansia, paura, sicurezza, stupore? Forse tutte assieme? Indipendentemente da ciò, “l’atleta” sicuramente mostra al tempo stesso dinamismo nell’affrontare una situazione, qualunque essa sia, sicurezza di movimento e soprattutto coraggio. Coraggio sorretto da giusta forza nell’affrontare una sfida, il proprio “destino”, se stessi, il cambiamento, la verità, la propria fede o l’ignoto. Magari commettendo “strada facendo” qualche piccolo errore, purché non si tratti di un orrore, altrimenti occorre la pena come correttivo. Il perdersi per poi ritrovarsi e meglio comprendersi e completarsi, espressione dell’essere potenziale o riaffermazione di sé? La sospensione nell’atto di tuffarsi è come lo stare contemporaneamente in due dimensioni: una ideale, sede del dover essere, e l’altra materiale, sede dell’essere, aspettando il passaggio dalla “vita” ideale a quella materiale? L’essere umano come “sintesi” di due dimensioni, fisica e metafisica? D’altronde, non è il percorso a essere “vita”? Piacevole o meno che sia? Il tuffo come momento che porta dall’essere al dover essere e viceversa, in qualunque stato e passaggio dimensionale: microdimensione individuale o sociale; dimensione sociale o macro dimensione, fisica o metafisica. PANTA REI: è tutto un “salire” e uno “scendere”; un “entrare” e un “uscire”; uno “scorrere” in avanti e in dietro? Viene prima l’uovo o la gallina; prima la scimmia o l’uomo? Percorso quindi dell’essere in itinere (ad infinitum?) o, semplicemente, un tuffo (responsabile).

Tags
Condividi

Articoli Simili

0 Commenti

Non ci sono commenti

Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?

Scrivi un commento

Scrivi un commento

MONOLITE e “Frammenti di visioni”

Categorie

Calendario – Articoli pubblicati nel giorno…

Maggio 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031  

Presentazione del libro “Noi nel tempo”

Gocce di emozioni. Parole, musica e immagini

Edizioni Controluce

I libri delle “Edizioni Controluce”