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In ascolto nella ‘Terra di mezzo’

Ottobre 10
20:12 2012

I ragazzi più grandi non hanno esitato nel dirci subito che a Monte Compatri non vivono per niente bene, in quanto non ci sono punti di interesse e nessun luogo di incontro. Per questo molti di loro passano il loro tempo libero in casa oppure quando escono preferiscono andare a Frascati perché dicono li c’è più vita e luoghi d’incontro. In casa, il WEB è la via per molti di loro per incontrare gli amici durante la settimana.
Nella riflessione sulla qualità di relazione nei contesti di vita degli adolescenti, fuori e dentro il web, i ragazzi più grandi sembrano riconoscere bene la società nella quale stanno crescendo, caratterizzata dalla spettacolarizzazione di sé e della propria immagine e da un apparente “svuotamento” di contenuti nelle relazioni. Rispetto a questo tema, molto utile si è rivelato l’incontro delle preadolescenze con le adolescenze, che ha favorito nei ragazzi preadolescenti la riflessione e l’acquisizione di una maggiore consapevolezza su alcuni fatti che accadono nella loro vita di ogni giorno, attraverso una socializzazione priva di un vero coinvolgimento e di spazi-temporali limitati per la riflessione.
Rispetto al tema dell’identità, hanno ironizzato e soprattutto i ragazzi più grandi sono stati molto critici sul tema della popolarità su facebook, il social network più frequentato dagli adolescenti, raccontando di alcuni loro compagni che diventano popolari non per le cose che dicono e per come sono nella realtà ma per quanti amici hanno. E per farsi amare e accettare ed attirare l’attenzione di più ragazzi possibile, pare, sia la norma utilizzare contenuti come l’aspetto fisico o allusioni sessuali. Questo, secondo le loro parole, perché dietro al computer “ci si sente maggiormente liberi di dire cosa si pensa” arrivando a vivere, secondo sempre le loro parole “due vite differenti”, una virtuale e l’altra reale.
In sintesi, ai ragazzi e alle ragazze di 17 e 18 anni che abbiamo incontrato, quel mondo adolescente, maschile e femminile, che vedono riflesso nei 100 “Mi piace” a frasi più o meno povere di contenuti per loro condivisibili, sembra proprio non piacere.
Colpisce, viceversa, l’atteggiamento apparentemente “disinvestito” affettivamente di alcuni di questi ragazzi preadolescenti e la minimizzazione del problema di alcuni ragazzi più grandi, mentre raccontano della violenza dei comportamenti aggressivi che si verificano, nel gruppo e fra gruppi di pari, in luoghi a volte peraltro pubblici sotto lo sguardo adulto dei passanti. Cosi come, in tema di scelte, colpisce e ci aiuta a conoscere l’arcipelago dell’adolescenza, il modo apparentemente sereno con il quale alcuni ragazzi ci hanno detto che anziché chiedere consigli in famiglia o ad amici, preferiscono far da sè perché non si fidano di nessuno.
In tema di opportunità, da sviluppare con la collaborazione dei ragazzi e la collaborazione di altre agenzie sociali, sia i preadolescenti che gli adolescenti, si sono mostrati interessati e coinvolti alla presentazione di alcune ipotesi che come associazione abbiamo portato all’incontro: maggiormente attratti dagli scambi europei che dal volontariato locale in attività ludico/educative; disponibili alcuni a raccontare e raccontarsi sul giornale locale Controluce, in una nuova rubrica interamente dedicata all’adolescenza; disponibili altri ad organizzare eventi sul territorio che li vedano protagonisti e promotori di cultura.
Con questo, vorremmo cercare di favorire l’esperienza diretta dei ragazzi e contribuire alla creazione di una condizione nella quale essi possano esercitare il proprio diritto di cittadinanza attiva senza subirlo; offrendo loro strumenti e situazioni attraverso i quali possano sviluppare capacità relazionali e sociali, una maggiore consapevolezza delle proprie risorse in modo da poter agire sul contesto sociale in cui vivono.
Nel portare a termine questo racconto, al di là del giudizio che ognuno potrà dare di quel poco che stiamo cercando di fare, vogliamo comunque sottolineare il valore di questi spazi di ascolto e relazione, ritagliati al di fuori del contesto scolastico, liberati dalla TV, dal WEB e dal consumo. Perché gli adolescenti sono considerati sempre più solo come potenziali consumatori e sempre meno quali persone in via di sviluppo, che hanno bisogno di divertirsi, pensare, creare e confrontarsi, con il sostegno e la mediazione degli adulti, alla ricerca delle loro identità, al di là di stereotipi, paure e pregiudizi che governano spesso il rapporto tra il mondo degli adolescenti e “l’esterno”.

Patrizia De Vito (presidente Ass.OrizzonteArcobaleno)

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