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Jack e Break, in viaggio con l’autore

Jack e Break, in viaggio con l’autore
Dicembre 09
16:46 2010

saroli-intervista-cop_breakHo intervistato Stefano Pavan sul suo nuovo libro Jackroad e di Breakradio, di imminente pubblicazione a dicembre.
Stefano, il tuo nuovo romanzo Breakradio segue sia idealmente che temporalmente Jackroad. Cosa ci dobbiamo aspettare?
«Si Breakradio è precisamente il seguito di Jackroad. Ambientato cinque anni dopo l’uscita di scena di Matteo. Il romanzo parte con il cambiamento esistenziale di Tommaso, amico fraterno di Jack e sicuramente figura più stabile tra tutti gli stralunati narrati nel primo libro. In questo contesto il mutamento spinge Tommaso in una dimensione dove la stabilità non esiste e il dissenso critico si paga con il posto di lavoro. Per questo il protagonista si ritrova caoticamente solo e, senza accorgersene, lontano da qualsiasi punto fermo. Fuggiasco, in un paese straniero, impara a guardare la realtà con nuovi occhi mentre la polizia e il crimine organizzato lo braccano».
Che ci dici di Tommaso, che personaggio è rispetto al Matteo che abbiamo conosciuto in Jackroad?
«Diciamo che Tommaso quasi raccoglie il testimone lasciato da Matteo anche se ha un carattere diverso che si evolve con lo scorrere delle righe. Sicuramente sulla scia del protagonista di Jackroad Tommaso è un cercatore di verità. Un Ulisse più ingenuo ma che impara strada facendo».
E che ci dici di Break, il misterioso speaker radiofonico?
«Si Break è il personaggio misterioso e maledetto allo stesso tempo per il suo passato indecifrabile. È sicuramente affascinante e proprio per il mistero che avvolge la sua storia, la narrazione diventa sempre più incalzante. Break ha trovato il modo di entrare nei comunicati televisivi e radiofonici e sparare notizie vere e fuori dal controllo della censura. Mi è piaciuto lavorare su questo personaggio è stato divertente e allo stesso tempo mi ha dato la possibilità di denunciare, attraverso la sua voce di speaker, fatti che troppo spesso vengono taciuti o lasciati in fondo a qualche cestino».
Anche in questo tuo secondo romanzo, l’attualità politica e sociale gioca un ruolo centrale. Credi davvero che la letteratura può aprire le coscienze delle persone?
«Credo che la conoscenza delle cose possa rendere le persone più libere e consapevoli del marcio che le circonda. Ci stiamo abituando all’illegalità, alla prepotenza e alla gestione del potere per il perseguimento degli esclusivi fini personali. La difesa dell’ambiente è sulla bocca di tutti ma gli strumenti per difenderlo non vengono spiegati in maniera chiara ai cittadini. Allo stesso tempo con la scusa di una pseudo tutela ambientale si attivano meccanismi criminali che ingrassano le casse delle mafie, le stesse che sono colluse con qualche referente politico. Io non ho la pretesa di aprire le coscienze delle persone però credo che oggi le stesse persone che vengono strategicamente tenute all’oscuro della verità debbano sapere. Credo ancora nell’informazione libera malgrado il panorama decisamente inquietante».
In Breakradio troviamo amore, passione, contestazione, musica. E a proposito di musica, in un’edizione speciale è in vendita il romanzo assieme ad un CD. Come è nato questo rapporto musical-letterario?
«Sì, il libro è sicuramente molto dinamico. Penso, come hai detto tu, quasi cinematografico ed è denso di spunti diversi. Riguardo la musica e la letteratura. Credo che le due cose siano sempre andate avanti di pari passo integrandosi l’una dentro l’altra. Quando scrivo ho sempre un sottofondo musicale che scandisce il ritmo del mio intreccio narrativo. La mia attività di cantautore mi ha naturalmente trasportato verso la scrittura. Scrivere è un po’ un sintonizzarsi con la gioia del raccontare e con passione per la ricerca. In questo sono fortunato, riesco a muovermi giocando su due mondi meravigliosi. Scrivo musica e parole, allo stesso tempo, senza fare troppe distinzioni. La musica e la letteratura sono costantemente fonti d’ispirazione, ed entrambe mi spingono a raccontare quello che sento e quello che vedo. La casa editrice Round Robin ha compreso questa mia necessità, in base a questo è stato stretto un connubio formidabile che è un vero incontro tra emozione e soddisfazione».
Il libro ci trasporta in un viaggio entusiasmante tra Roma, Marsiglia e Nuova Delhi. Come mai queste tre città così diverse tra loro?
«La scelta dei posti è dettata da un’analisi reale. Conosco perfettamente le location e i luoghi narrati nel libro perché in diversi viaggi li ho visitati. In India inoltre esistono delle realtà che poco si conoscono. Per questo ho ritenuto giusto raccontarle anche se in forma romanzata».
Nella logica del “non c’è due senza tre”, ci sarà un terzo capitolo della saga «Jack/Break»?
«Non so se sia un bene svelare certe carte. Però una cosa è certa, i personaggi narrati ormai cominciano ad avere una vita propria, un po’ come Mary, Pepe, Consuelo e spesso sono loro a tornare da me e a spingermi a raccontare ancora qualche nuova avventura. Quindi aspettatevi pure il seguito che potrebbe chiudere la trilogia».

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