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L’Autobianchi A112 compie quarant’anni

L’Autobianchi A112 compie quarant’anni
Luglio 31
23:00 2009

A112Ricorre quest’anno il quarantennale del lancio, da parte della Fiat al Salone dell’Automobile di Torino, dell’Autobianchi A112 e precisamente alla fine del mese di ottobre del 1969. Ripercorreremo, in breve, la storia del marchio Autobianchi e di questa simpatica vettura.
Il 17 maggio 1967 l’ingegnere Dante Giacosa scrive una nota tecnica diretta ai dirigenti della Fiat circa il progetto avanzato della X1/2 (la A112) evidenziando: “…sono in corso i disegni della vettura X1/2 per Autobianchi. L’abitabilità in lunghezza è uguale a quella della 600D, in larghezza è di 3 cm superiore. La lunghezza totale è di 3100 cm contro i 3295 della 600D e i 3575 della 850 (la Mini BMC è lunga 3060 cm). Questa vettura ha il motore della 850 sport (903 cm3) adattato per essere montato trasversalmente con trazione anteriore … Il peso della vettura sarà di 590 kg, come la 600D, contro i 640 della 850. L’accelerazione sarà notevolmente superiore a quella della 850. Il costo della meccanica dovrebbe essere inferiore a quello della 600D. Il costo della carrozzeria, forse, un po’ superiore dati i vetri di maggior superficie e per gli accessori. Questa vettura, dunque, potrebbe essere venduta al prezzo della 600D ed essere superiore alla 850 …”. La carrozzeria fu studiata e realizzata dal Centro Stile Fiat diretto dall’ing. Mario Boano. Diversi furono i “manichini” costruiti in gesso e soprattutto la parte posteriore dell’auto fu soggetta a vari ripensamenti ma, alla fine, venne approvata la soluzione con l’utile portellone posteriore apribile (compreso il lunotto) che permetteva di caricare oggetti molto ingombranti. Nello stesso tempo fervevano gli studi sul progetto X1/1 (la 128) (3).
La rivista “Quattroruote”, nel 1970, dedicò un ampio articolo sull’Autobianchi A112 sottoponendola ad una prova su strada all’Aeroporto di Ciampino, confermando le ottime doti di tenuta di strada e ad una marcia in salita nei pressi del Tuscolo, sulla via Anagnina vicino Frascati, per un percorso di 3,2 km con un dislivello di 170 m, mettendo in risalto la sua dote di grande arrampicatrice. Per quanto riguarda il motore, la prima serie (1969) aveva il filtraggio del lubrificante tramite puleggia centrifuga uguale a quella della Fiat 850 sport. Nella seconda serie (1973) fu dotata di filtro dell’olio con cartuccia essendo il motore unificato con la Fiat 127. Per gli automobilisti italiani, indubbiamente l’Autobianchi A112 ha rappresentato una folata di vento innovatore, dopo anni di vetture a motore posteriore. L’impostazione tecnica “tutto avanti” conquistò vasti settori di utenza diventando la seconda vettura per famiglia, scattante ai semafori e ottima per parcheggiare data la sua compattezza. Unico neo: la forte rumorosità del motore dovuta a scarsa insonorizzazione.
Molte le versioni dal 1969 al 1986, quando cessa la sua produzione dopo 17 anni e con 1.300.000 esemplari venduti e viene sostituita dalla Y10. Degne di merito sono le versioni Abarth dell’Autobianchi A112. Dal 1971 con il modello “58 HP” con cilindrata di 983 cm3 al modello “70 HP” con cilindrata di 1050 cm3 sono state protagoniste di fortunate stagioni sportive tra cui gare di velocità, corse in salita, rallies, autocross ecc. sia in campo nazionale che internazionale, riuscendo a sottrarre lo scettro alle temibili Mini Cooper. Ancora oggi, l’Autobianchi A112 Abarth è ricordata e richiesta dagli amatori, come una delle più veloci auto da gara..

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