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La ladra di piante
Daniela Amenta
9788868528270
Baldini & Castoldi
€ 16,00 anno 2015 e-book disponibile € 7,99
Copertina:

La ladra di piante esordisce con una ‘ladruncola da scale’ di quelle che, se esistessero, si intrufolerebbero nei portoni semibui e chiusi male e si porterebbero via…piante malate, felci in fin di vita, Aspidistre smunte. Ma protagonista del libro e Anna, precaria da laboratorio, oppure Riccardo, giornalista cinquantenne, piacente, come si sarebbe detto un tempo, musicofilo, a cavallo del suo Arpad, intelligente e generoso come la piccola e fulva ladra?

Forse il protagonista è Sabino, orticoltore pentito, giardiniere esperto, saggio di turno…oppure è l’informatore Spada, smagato come sanno essere solo certi romani che le hanno viste un po’ tutte e assistono al peggio sempre eleganti e profumati (un paino, avrebbero detto un tempo a Roma, si fosse trattato d’un giovanotto). Perché già…questa storia scritta in una lingua ricca, tagliente, succosa come le foglie di piante ben annaffiate, si svolge nella Capitale. Allora diventa un po’ protagonista anche Roma, che quando c’è di mezzo un palazzone, un quartierino al limite tra elegante e popolare, ci può stare pure un delitto inspiegabile, niente a che vedere con Quer pasticciaccio… se non per quella idea che il noir più nero che esiste sta dentro le nostre esistenze misteriose e dentro quegli angoletti bui della coscienza nei quali ogni tanto torniamo a guardare cos’è rimasto di noialtri e degli anni trascorsi e dei sogni…là dove sta acquattato anche un amico delle donne con la faccetta buona che poi si rivela un tipetto altro che rassicurante. Nelle pieghe del romanzo si palesa una famigliola allargata che abita a pochi portoni di distanza e si frequenta con discrezione: sarebbe simpatico ritrovarla perché una freschezza stilistica così non è da tutti i giorni (soprattutto rimuginando su certe idee mica tanto nuove che di sicuro girano per la testa a molti!) e più di qualche bella risata ce la si fa con la ‘convivente’ romena di Spada. La Amenta, giornalista e scrittrice, ‘autista’ della storia, usa bene freno e acceleratore, e la frizione quando vuole smorzare le scene; se ci si lascia andare al corso della lettura dei piccoli eventi che muovono la trama del libro, capita di ridere di se stessi e anche di piangere assieme ad uno dei protagonisti così da poter sondare meglio cos’è che può fare male, che commuove e quant’è fondo e come scorre veloce il fiumicello della vita che ci muove condivisa, più o meno, con quelli che ci stanno intorno. Un libro (anche) per l’estate? Certo che sì: avvincente, tenero e toccante sprigiona profumo di basilico e menta storditi dal sole d’un clima esagerato, un po’ simile a certe giornate… (Serena Grizi)