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La Poesia alla Fiera Nazionale

Aprile 07
20:32 2013

La silloge in lingua, che vanta la prefazione di Aldo Onorati e la collaborazione degli artisti locali con loro opere, è stata presentata dalla scrittrice Maria Lanciotti con letture di Alfredo Piacentini. Dopo alcuni versi letti che colpivano la sala, mentre scorrevano sugli schermi le immagini dei dipinti accompagnati da stralci poetici scelti dal testo, Maria Lanciotti ha fatto una panoramica sui segreti emozionali percepiti, espressi e comunicati da Rita Gatta nella poesia. «La prima raccolta (Svrìnguli svrànguli) inizia con la poesia Uomo, figura del padre e momento di nascita e chiude con Ombra chiara, immagine bellissima della madre sullo sfondo del mare» apre così la relatrice e continua con il paragone delle due opere dell’autrice: «Fruscii del silenzio inizia con Donna, una nascita e chiude con Vita. La vita diventa la chiave di lettura della poetica di Rita. Una catena generazionale con lo sguardo puntato a cogliere il sentimento d’amore in tutte le sue espressioni, pronta a fissare l’attimo speciale. È la poetica dello stupore» afferma la Lanciotti. Poi per meglio esprimere l’essere di Rita Gatta come poeta, si sofferma su un’espressione singolare, definendo l’autrice ‘cronista dell’anima’ mettendo in risalto i versi della raccolta che nascono dal dolore dell’assenza, da distacchi crudeli e ingiusti (fatalità). La relatrice continua a scrutare la silloge da dove fa emergere l’alto senso di appartenenza, identificazione, collegamento con la comunità, la presenza degli assenti: la memoria è fondamentale nell’essere umano! E ancora, dice la relatrice, il sentimento dell’amicizia è forte nel libro, Rita investe sull’amicizia che deve essere empatia, scambio, schiettezza, la cura e tasta bene che sia quella autentica. La scrittrice insiste sul confronto con la precedente opera di Rita: il sonetto dialettale gioca su altri piani, qui invece la poetessa si consegna attraverso il linguaggio poetico, la sua è una ricerca di felicità attraverso la freschezza del verso che si apre agli altri,coglie il positivo per trasmetterlo in un momento critico della storia. L’autrice mette in conto le difficoltà sociali in cui si vive. L’ottimismo paterno però vuole e deve essere produttivo: tutti insieme, qui, ora, è la chiamata di Rita, possiamo fare qualcosa, ognuno, ma uniti. Maria Lanciotti prima di concludere pone qualche domanda alla poetessa chiedendo qual è la funzione della poesia oggi: ha una ragione d’essere? Anticamente c’era il mito nei classici, oggi mito è altro, a causa di uno spostamento di valori… La risposta di Rita Gatta non dà spazio a dubbi: la poesia è un linguaggio che comunica, che aiuta a trasmettere le emozioni. Non dobbiamo farci travolgere dal mondo sterile, ma da quanto di positivo c’è intorno a noi, alla natura umana, e, da insegnante che crede fermamente nell’educazione, aggiunge che nella nuova generazione si lavora cercando di esaltare ogni sfumatura anche dal nulla, basta una emozione, un’immagine, un verso stesso, e si coglie il buono della vita, senza lasciarsi travolgere dalla sterilità. Molte le poesie, oltre quelle citate, scelte per intercalare la presentazione. La loro musicalità è stata esaltata dalla voce di Alfredo che ha immerso il pubblico nell’incantevole mondo della riflessione poetica, intima essenza vitale che si dona nei versi.

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